La drammatica situazione del Venezuela ha occupato un grande spazio mediatico, ma ha anche dimostrato la confusione totale che esiste, soprattutto dal punto di vista ideologico, nel definire l’attuale regime politico responsabile della tragedia. Basterebbe guardare il documentario di Gustavo Tovar Arroyo, intitolato “Chavismo: la piaga del XXI secolo”, facilmente rintracciabile in internet, per rendersi conto di quanto l’imbecillità umana abbia raggiunto vertici stratosferici. Ma lasciamo che a descriverci la tragica situazione politica (quella umana la potete vedere nel film che vi consiglio) sia una figura di rilevanza internazionale come Luis Alberto Petit Guerra, ex giudice venezuelano ed ex coordinatore per l’area metropolitana di Caracas per la materia civile e per le tutele costituzionali.



Cosa pensa della situazione del Venezuela dopo il giuramento di Guaidó?

Credo che prima di parlare del giuramento, un tema che si potrebbe definire formale e non di grande importanza, bisognerebbe definire in primo luogo la situazione nella quale il Presidente, regolarmente eletto, dell’Assemblea Nazionale stia riempiendo il vuoto sulla figura del Presidente Esecutivo nazionale allorquando il Parlamento (l’unico organo realmente rappresentativo del popolo in quanto a sovranità, secondo l’articolo 201 della nostra Costituzione) ha sentenziato l’usurpazione dell’incarico da parte di Nicolas Maduro, che ha esercitato la Presidenza dal 2013 al 2019. Questo vuoto istituzionale deve essere coperto, sempre secondo la Costituzione, dal Presidente dell’Assemblea o delle Camere. E in questo caso, totalmente inedito in Venezuela, è l’applicazione della Costituzione l’unica risposta alla risoluzione del problema. Bisogna anche ricordare che le supposte “elezioni” del maggio scorso sono completamente fasulle perché non riconosciute non solo dal Parlamento, ma anche dall’Osa (Organizzazione degli stati americani) e dall’Ue.



Secondo Maduro però si sono svolte nel pieno delle regole democratiche del Paese…

Quelle che lui ha chiamato elezioni costituiscono parte di una frode costituzionale continuata, per essere promosse da un organo illegittimo e anticostituzionale che si pretende imporre come Assemblea Nazionale, creato da Maduro e dove vi partecipano solo alcuni settori della società od organizzazioni, senza ammettervi la totalità dei partiti politici, ragion per cui ha potuto essere presente solo chi aderisce totalmente all’ideologia ufficialista. Senza indire neanche un referendum popolare per l’accettazione o meno della nuova Costituzione, così fornendo una “lista express” di membri della Costituente per riciclare ex funzionari di partito scelti appositamente e senza nessun concorso. E ovviamente non riconosciuta sia dal Parlamento che da organi internazionali, Chiesa inclusa. L’atto del giuramento di Guaidò sorge da questa distonia…



Con quali motivazioni?

Perché con l’elezione di un Presidente ad interim finisca una volta per tutte l’usurpazione sistematica di funzioni, con la consegna pacifica del potere e l’istituzione di un Governo di transizione al fine di organizzare elezioni veramente libere, con la rimozione della cupola “fanaticamente militante” attuale. Sappiamo che da parte di persone che occupano il potere da 20 anni non sarà facile questa consegna, dato che hanno nelle loro mani le forze sia militari che di polizia in grado di reprimere una popolazione civile disarmata. Cosa spiegata in parte dalla denuncia fatta alla Corte penale internazionale per crimini di lesa umanità.

Che cosa ne pensa dell’appoggio a Maduro di Russia e Cina in particolare e quello di Uruguay e Messico che pare essere più diplomatico che reale?

Più che di amicizia si tratta di altri interessi, soprattutto economici, come nel caso di Russia e Cina, che operano in diversi settori chiave dell’economia venezuelana anche se nel caso della Cina, la sua diplomazia, più interessata al pragmatismo che altro, ha chiarito che preferisce non stare né con, né contro l’attuale situazione. Per quanto concerne il caso di Messico e Uruguay non bisogna dimenticare che si tratta di una fratellanza che nasce dai nostri popoli, non dai Governi. Da notare che il Messico ha invece l’intenzione, da un lato, di dare “ossigeno” a Maduro, parlando di non intervenire (per giustificare il riconoscimento al suo Governo) e di essere neutrale, mentre dall’altro usa un discorso interventista mettendosi nel conflitto per volerlo mediare diplomaticamente. Fatto avvenuto altre volte che sempre ha permesso a Maduro di allungare i tempi, per dare ossigeno al suo regime politico e permettere la repressione dei movimenti attraverso pure l’uso di gruppi armati paramilitari.

Che ne pensa della posizione italiana sulla questione?

Non posso suggerire decisioni o direzioni da prendere da parte del Governo italiano, di una complessa bipolarità nelle sue componenti partitiche. Però, senza alcun dubbio, debbo puntualizzare che il problema del Venezuela non è ideologico, di destra o sinistra, non è una lotta di classe. Non è solo una crisi politica, sociale, culturale ed economica o soprattutto morale: è una crisi umanitaria senza precedenti! Vorrei rivolgere a tutti gli italiani questa domanda: come può definirsi un regime dove giudici e magistrati sono designati (senza possedere le competenze professionali o tramite concorsi pubblici) solo per sanzionare o castigare l’opposizione? Dove ci sono politici in esilio o le forze armate sparano e uccidono cittadini quando manifestano nelle strade senza possedere alcun arma? O è da considerare “democratica” la dittatura solo quando viene praticata da qualcuno la cui ideologia è vicina a un proprio pensiero e diventa “cattiva” quando la opera qualcuno di idee differenti? Sarebbe ora di essere coerenti…

Come vede gli sviluppi della situazione attuale del Venezuela?

Gravi. Siamo in un momento nel quale ci occorrono risultati. È naturale che non possa finire bene quando c’è sangue, dolore e l’impotenza di una società civile indifesa. Ecco perché Juan Guaidó ha chiesto alle forze armate (termine che a mio avviso dovrebbe essere scritto con lettere minuscole per le loro azioni vergognose) che non diano un colpo di Stato e che semplicemente non obbediscano a ordini illegali. Che non reprimano il popolo e che non sparino più contro di esso. Che si mettano dal lato del popolo. Gli stiamo offrendo una legge di amnistia proposta dal Parlamento: che ci aiutino a recuperare la democrazia e ne potranno beneficiare, fatta eccezione per crimini di lesa umanità, violatori e torturatori. Le cose vanno chiamate con il loro nome: ci potrà essere solo un “dialogo” sincero, una volta in grado di realizzare il percorso proposto dal Presidente in carica della Repubblica basato su alcuni punti.

Quali?

Fermare l’usurpazione del potere e frenare le violenze, poi che venga designato un governo di transizione (dove credo che tutte le possibili ideologie dovrebbero partecipare) e quindi che si tengano elezioni libere. Mentre ciò non accade, il Venezuela è una bomba a orologeria. Da un lato, la popolazione civile disarmata con molto coraggio e onore; dall’altro una parte della popolazione in uniforme militare a cui queste cose sono finora mancate.

(Arturo Illia)