Il giorno dopo il discorso alla nazione del Presidente Trump, salta ancora il tavolo tra Repubblicani e Democratici nel tentare di chiudere il blocco-shutdown trovando un accordo sui fondi per il muro col Messico. All’incontro alla Casa Bianca i leader democratici in Congresso – Nancy Pelosi e Chuck Schumer – hanno ribadito l’intenzione di negare i fondi per il muro col Messico e per questo motivo lo stesso Trump ha abbandonato il tavolo da lui stesso rilanciato nelle scorse ore. «Una totale perdita di tempo con loro» ha twittato poco dopo il vulcanico Presidente degli Stati Uniti. «Ho appena lasciato il meeting dicendo ‘bye bye, non c’è più niente altro su cui lavorare», ha rilanciato ancora Trump in merito alla mancanza di accordo con i dem sui 5,7 miliardi di dollari come fondi per il muro al confine. A lanciare l’allarme sulla persistenza dello shutdown, che ovviamente resta per volere di Trump, sono ora gli esperti di rating a Fitch: «se lo shutdown dovesse proseguire e avere un impatto sul tetto del debito gli Stati Uniti rischiano la “tripla A”, con tutte le conseguenze del caso sui mercati».
DISCORSO DI TRUMP ALLA NAZIONE SULLO SHUTDOWN
«Muro in Messico? Essenziale, assolutamente»; «Shutdown? Rimane, anche perché i democratici non cedono e vanno contro gli interessi nazionali»: si potrebbe riassumere in questi due passaggi il discorso di poco meno di 10 minuti del Presidente Donald Trump alla nazione americana, il primo a reti unificate in diretta dallo Studio Ovale alla Casa Bianca. «Al confine con il Messico c’è una crisi umanitaria e di sicurezza e l’immigrazione illegale e non controllata fa male agli americani: per questo motivo una barriera è assolutamente essenziale»: Trump prosegue a testa bassa confermando la “serrata federale” da oltre 20 giorni, proprio per il mancato finanziamento nella legge economica ferma al Congresso. Il motivo è “il solito”: i Democratici non sono concordi alla spesa di 5,7 miliardi di dollari per la costruzione del muro alla frontiera con il Messico e per questo Trump ha ‘dovuto‘ chiudere diversi uffici federali: va detto che, rispetto alle previsioni, il Presidente Repubblicano non si è spinto fino a definire il muro come una emergenza nazionale, ma ha messo comunque in chiaro che «il muro è una scelta fra giusto e sbagliato, fra giustizia e ingiustizia. Quando ho giurato per diventare presidente mi sono impegnato e determinato a proteggere il Paese e questo è quello che farò».
LA RIVOLTA DEI DEM: “TRUMP SMETTA DI TENERE IL PAESE IN OSTAGGIO”
Facendo un netto riferimento alla avversaria e neoeletta Speaker alla Camera, la dem Nancy Pelosi, Donald Trump nel lungo discorso agli Usa ha ribadito che «alcuni dicono quanto il muro sia immorale. Ma molti costruiscono recinzioni e barriere per le loro case non perché odiano le persone che stanno fuori, ma perché amano quelle che sono dentro. La richiesta di 5,7 miliardi di dollari per la sicurezza al confine solo una questione di buon senso». Infine, l’affondo diretto proprio verso i democratici: «C’è una ragione e una sola dietro al proseguire dello shutdown: i democratici non voglio finanziare la sicurezza al confine». La prima reazione della Pelosi è durissima e inquadra Trump come una sorta di “rapitore” dello stato americano: «Donald Trump la smetta di tenere in ostaggio gli americani e riapra il governo». Simile la reazione di Chuck Shumer, leader dei Dem al Senato: «Il confine può essere sicuro anche senza un muro inutile e costoso. Trump deve mettere fine allo shutdown ora. Il presidente continua a far leva sulla paura e non sui fatti. Sulle divisioni e non sull’unità».