Il caos in Venezuela, con due manifestazioni contrapposte per le strade di Caracas tra sostenitori di Maduro e Guaidó coinvolge direttamente l’Itali dopo che il presidente-dittatore ha ringraziato i tanti Paesi che gli hanno manifestato vicinanza, tra cui “Roma”. Proprio questo richiamo all’appoggio italiano ha fatto scattare immediatamente la polemica politica nel Belpaese. Tra i primi a denunciare l’accaduto Matteo Renzi, l’ex premier e segretario Pd che su Twitter ha attaccato il governo:”Il dittatore Maduro ringrazia Roma per la solidarietà. Una pagina infame della politica estera italiana. Infame. L’Italia sta dalla parte della libertà e della democrazia, non dei dittatori”. Dei distinguo sono arrivati anche all’interno dello stesso esecutivo, dove la posizione della Lega non coincide in alcun modo con quella del MoVimento 5 Stelle. Emblematico il commento del sottosegretario agli Esteri in quota Carroccio Guglielmo Picchi, che su Twitter ha scritto:”Caro Nicolas Maduro lascia subito. Nessuna solidarietà da Roma. Non ti riconosciamo come presidente. Elezioni subito”. (agg. di Dario D’Angelo)
GENERALE AVIAZIONE: “DUE AEREI PRONTI PER MADURO”
Si è detto in questi giorni che per completare la “transizione” da Maduro a Guaidó mancasse l’appoggio dell’esercito, per il momento a sostegno dell’erede dell’ex leader Chavez. Ebbene, qualcosa sembra iniziare a muoversi a favore dell’autoproclamato presidente, come dimostrato dalla dichiarazione di Francisco Esteban Yanez Rodriguez, generale dell’aeronautica militare venezuelana, che in un video – come riportato da Il Fatto Quotidiano – ha dichiarato:”Mi rivolgo a voi per annunciare che non riconosco l’autorità dittatoriale di Nicolas Maduro e riconosco il deputato Juan Guaidò come presidente incaricato della repubblica bolivariana del Venezuela”. Secondo il generale, “il 90% della forza armata non sta con il dittatore. Sta con il popolo. La transizione alla democrazia è imminente, questo popolo ha già sofferto abbastanza”. C’è da dire che Yanez Rodriguez è stato prontamente bollato come “traditore” dall’account Twitter dell’Aeronautica. Ma quello che si è presentato come generale della pianificazione strategica dell’alto comando militare dell’aeronautica è sembrato essere certo del fatto suo quando rivolgendosi a Maduro ha detto:”Il dittatore ha ogni giorno due aerei pronti. Vada via”. (agg. di Dario D’Angelo)
BOLTON, “MADURO POTREBBE FINIRE A GUANTANAMO”
Hanno un sapore minaccioso le parole di John Bolton, consigliere per la Sicurezza nazionale americana, nei confronti di Nicolas Maduro. Il presidente del Venezuela è stato di fatto invitato ad andarsene con le buone, adesso, prima che sia troppo tardi. Ospite del programma ‘The Hugh Hewitt radio show’, come riportato dall’Ansa, Bolton per Maduro ha prefigurato in alternativa un futuro a Guantanamo, la base Usa sull’isola di Cuba utilizzata per rinchiudere persone accusate di terrorismo. L’intervistatore ha domandato:”Dittatori come Ceausescu e Mussolini sono finiti male. A Idi Amin e Baby Doc Duvalier è andata meglio. Quali opzioni sono in mano a Maduro oggi come oggi?”. Pronta la replica di Bolton:”Beh, ieri ho diffuso un tweet in cui gli auguravo un lungo e quieto pensionamento in una spiaggia carina lontano dal Venezuela. E dico che è meglio che si avvalga al più presto del consiglio, scegliendo il pensionamento su una spiaggia carina, piuttosto che trovarsi a frequentare un’altra spiaggia come Guantanamo”. (agg. di Dario D’Angelo)
TRUMP, “C’E’ OPZIONE MILITARE”
Guaidò e Maduro si contendono il Venezuela, la comunità internazionale prende posizione. In Italia Lega e Movimento 5 Stelle hanno assunto posizioni diverse, mentre negli Usa il presidente Donald Trump ha le idee chiare: fine della dittatura e potere al leader dell’opposizione. E c’è di più: parlando alla Casa Bianca con i cronisti, il tycoon ha ammesso che c’è l’opzione dell’impegno militare «in caso di necessità». Trump ha sottolineato: «Non voglio dirlo, ma è sempre un’opzione: tutto è un’opzione, non tolgo dal tavolo nessuna possibilità». Un’evenienza che Guaidò si augura di evitare, come ammesso ai microfoni del Clarin: «Sinceramente, spero che non accadrà mai. La nostra lotta democratica e nel rispetto della Costituzione è molto difficile, ma continuiamo perché ci crediamo e vogliamo evitare un epilogo violento». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
“RICONOSCIMENTO DI GUAIDO’ UN FALSO DIBATTITO”
Il sottosegretario agli Esteri Riccardo Merlo è tornato sul caos Venezuela ai microfoni de Il Foglio, motivando e approfondimento quanto affermato ai microfoni di Radio Rai. Il fondatore e presidente del Maie ha spiegato: «Il riconoscimento di Guaidó è un falso dibattito. La vera differenza è tra chi, come l’Italia, vuole le elezioni libere in Venezuela e chi invece non le vuole». E ha tenuto a precisare: «Italia a sostegno di Maduro? Ma quando mai, Maduro se ne deve andare al più presto. Ha affamato il suo popolo: i venezuelani non hanno più la carta igienica, gli scaffali dei supermercati sono vuoti. Io sono contrario a ogni forma di dittatura; l’ho vissuta anni fa quando stavo in Argentina, ed è stato terribile. Le dirò di più: ho dei seri dubbi sulla salute mentale di Maduro. Come si fa a prendere sul serio uno che sostiene di aver ricevuto la benedizione di Hugo Chávez attraverso il canto di un uccello?». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
LE PAROLE DI MERLO A RAI RADIO 1
Secondo il Sottosegretario agli Esteri, Senatore Ricardo Merlo (eletto nelle circoscrizioni all’estero, in Argentina) non ci dovrebbero essere dubbi su quale parte prendere nella guerra civile in corso in Venezuela «Juan Guaidò, presidente dell’Assemblea venezuelana, mi ha chiamato circa venti giorni fa. Ho parlato con lui, era preoccupato perché il riconoscimento internazionale nei suoi confronti non arrivava, aveva paura. Ho dichiarato pubblicamente di essere preoccupato per la sua sicurezza», spiega su Rai Radio1 questa mattina, aggiungendo subito dopo «in Venezuela non esiste la libertà di stampa, non si trovano medicine, non c’è sapone, carta igienica, nulla. E con una realtà di questo genere Maduro ha vinto le elezioni con oltre il 70%? C’è qualcosa che non va». Lui conosce molto bene il Venezuela – ha assicurato ancora il presidente del Movimento Associativo Italiani all’Estero -, «il dittatore Maduro è al potere da anni. Lo scorso governo, composto da Pd e alleati vari, non ha mai fatto una dichiarazione contro Maduro, non ha mai parlato di prigionieri politici in Venezuela, di attacco alla libertà di stampa. Ora si sono svegliati tutti? Va bene. Come ha detto il vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini, Maduro prima cade meglio». Intanto dopo l’appello lanciato da Guaidó all’Italia, la replica arriva secca da Di Maio in pieno contrasto con la linea Salvini: «In Venezuela il cambiamento lo decidono i cittadini,noi siamo dalla parte della pace, della democrazia, dobbiamo creare i presupposti per favorire nuove elezioni».
GUAIDÓ VS M5S, “DI STEFANO SI INFORMI MEGLIO..”
Dopo il mancato riconoscimento dell’Italia ieri in Parlamento Ue sulla presidenza di Juan Guaidó (Lega e M5s si sono astenuti, alcuni del Pd hanno fatto uguale), il leader dell’opposizione – che da Caracas ieri ha lanciato il Piano per il Paese con nuovi appelli al militari affinché abbandonino il sostegno a Maduro – ha lanciato un diretto appello al sottosegretario agli Esteri italiano, il grillino Manlio Di Stefano: ieri il membro del Governo M5s aveva spiegato «L’Italia non riconosce Guaidó presidente, siamo totalmente contrari al fatto che un Paese o un insieme di Paesi terzi possano determinare le politiche interne di un altro Paese. Si chiama principio di non ingerenza ed è riconosciuto dalle Nazioni Unite», avvicinando il caso del Venezuela al recente passato in Libia. La netta replica arriva dallo stesso Guaidó in un intervista al Tg2 e Rai News24 «Consiglio al sottosegretario Di Stefano di informarsi. In Venezuela oggi non c’è il rischio di una seconda Libia, perchè il 90% dei venezuelani vuole il cambiamento». Il giovane leader dell’opposizione ha poi rivolto un appello a tutto il Governo Conte, dopo che in passato l’Italia ha spesso sostenuto il dialogo – anche grazie alla Chiesa Cattolica – per una maggiore libertà delle opposizioni; «Ci aspettiamo molto dall’Italia e siamo sicuri che sceglierà di stare dalla parte della gente che chiede il cambiamento. Tutto il nostro rispetto per il dibattito in corso».
VENEZUELA DEL CAOS: “REGIME MADURO HA UCCISO 70 GIOVANI”
Rispetto ai membri italiani dell’Europarlamento che non hanno riconosciuto la sua leadership e il suo esser diventato presidente ad interim, Guaidó prosegue «Questo denota un po’ di scarsa conoscenza di quello che succede da noi. L’Italia può fare molto per il mio Paese. In Venezuela i giorni si contano in vite: in persone assassinate dal regime, uccise dalla fame o lungo il viaggio a piedi fino in Ecuador». L’attacco è poi diretto ovviamente al dittatore Maduro, accusato dalle opposizioni di avere assassinato altre persone innocenti negli ultimi 7 giorni: «La polizia a casa mia è la risposta del regime che si sente in difficoltà – continua il presidente ad interim – Maduro ha perso il controllo del Paese e la popolazione sta soffrendo. Ci sono 70 giovani assassinati in una settimana dal Faes, le forze speciali di polizia, e 700 persone in carcere, di cui 80 sono minorenni e alcuni bambini». In conclusione il leader Guaidó ha dichiarato di avere la netta intenzione di sfidare il divieto di Maduro organizzando lo stesso l’arrivo di una grande quantità di aiuto umanitario dall’estero: «saranno medicine che saranno messe a disposizione da nazioni della regione».