Le elezioni presidenziali Usa 2020 non sono troppo lontane e Donald Trump non ha nessuna intenzione di presentarsi alla prossima campagna elettorale senza aver mantenuto la promessa più importante della sua corsa alla Casa Bianca nel 2016: quella di costruire un muro al confine col Messico. Nel frattempo, però, le condizioni politiche sono mutate: al Congresso ad avere la maggioranza sono i Democratici che non hanno alcuna intenzione di concedere fondi per l’opera. Da qui il “piano B” di Trump per evitare un nuovo shutdown dopo quello di 35 giorni, il più lungo della storia. Quello di dichiarare lo stato d’emergenza nazionale e stanziare fondi appositi per la realizzazione del Muro senza dover passare dal Congresso. Come riportato da Politico, a tal proposito il tycoon “ha incontrato il suo responsabile per il bilancio, il capo di gabinetto ad interim Mick Mulvaney, Jared Kushner e altri funzionari, compresi gli avvocati della Casa Bianca, per valutare la logistica di una simile mossa”. Intervistato dal New York Times, The Donald ha confermato:”E’ tutto pronto, ho creato le condizioni per fare quello che farò”.



TRUMP E IL MURO: I DEMOCRATICI E LA SCADENZA DEL 15 FEBBRAIO

Lo scontro tra Trump e i Democrtici si era risolto qualche giorno fa con la decisione di una tregua di 3 settimane allo shutdown, il blocco parziale dell’amministrazione federale, che terminerà il prossimo 15 febbraio. Scadenza che il tycoon rispetterà, anche se in maniera poco convinta:”Aspetterò fino al 15. Ma penso sia una perdita di tempo”, ha detto. D’altronde la speaker della Camera, la democratica Nancy Pelosi, è stata abbastanza netta:”Non ci saranno soldi per il Muro” nel bilancio del governo. Qualche apertura, come riportato da La Repubblica, è arrivata rispetto alla possibilità di erigere qualche forma di barriera al confine, “in determinate località dove la tecnologia e alcune infrastrutture appaiano appropriate”. Pelosi ha chiarito che se Trump “vorrà chiamarla Muro potrà farlo”, ma il presidente ha ribadito che non accetterà un’intesa senza i soldi per il Muro. Da qui la decisione di ricorrere allo stato d’emergenza nazionale: una svolta condannata tanto dai Repubblicani quanto dai Democratici dal momento che i fondi del Pentagono e gli aiuti per i disastri naturali sono destinati solitamente a “vere” emergenze quali attentati, guerre o emergenze sanitarie.

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