Un muro al confine con il Messico che ancora non esiste, e forse mai esisterà, sullo sfondo di una sfida a distanza, ma allo stesso tempo molto ravvicinata, fra Donald Trump e Beto O’Rourke, ovvero tra il presidente Usa e l’uomo che potrebbe candidarsi alla sua successione alla Casa Bianca. Questo lo scenario materializzatosi poche ore fa ad El Paso, Texas, città di confine proprio con quel Messico che secondo le promesse elettorale del tycoon avrebbe dovuto obbligatoriamente pagare la costruzione della barriera di separazione che, nel migliore dei casi, sarà al massimo un reticolato in ferro composto da alti pali ravvicinati. Come riportato da Il Post, Trump ha preso in giro il comizio di O’Rourke dicendo che vi stavano partecipando in pochi. Non propriamente la verità se si pensa che vi erano circa 7.000 persone contro le 13.000 che hanno preso parte a quello del presidente Usa. Sul palco, parlando della stella nascente democratica, Trump ha detto che O’Rourke è “un giovane che ha ben poche carte da giocarsi, se non un bel nome”. Antipasto di presidenziali 2020? (agg. di Dario D’Angelo)
DOPPIO COMIZIO AD EL PASO
Il muro lungo il confine con il Messico continua ad essere argomento di scontro negli Stati Uniti. Trump e i democratici avrebbero raggiunto una sorta di accordo per evitare un nuovo shutdown, trasformando di fatto la barriera che terrebbe lontana i clandestini, in un reticolo. In attesa dell’ufficializzazione o meno di tale compromesso, ieri è andata in scena una nuova sfida fra i Rep e di Dem, con il tycoon da una parte, e dall’altra Beto O’Rourke, uno degli astri nascenti dei democratici, secondo molti, sfidante di Trump durante le elezioni dell’anno prossimo. Entrambi erano a El Paso, in Texas, lungo il confine con il Messico, ad un centinaio di metri di distanza. Da una parte c’era O’Rourke che definiva la cittadina texana «una delle città più sicure degli Stati Uniti, sicura non grazie ai Muri, ma nonostante i Muri. I Muri non salvano le vite: mettono fine alle vite». Dall’altra c’era invece il commander in chief, che ovviamente sottolineava la necessità di erigere il muro come lotta all’immigrazione clandestina. «Abbiamo bisogno del Muro – le parole di Trump presso l’El Paso County Coliseum – deve essere costruito, e vogliamo costruirlo rapidamente». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
USA, IL MURO DI TRUMP DIVENTA UN RETICOLATO?
Doveva essere un muro in cemento e acciaio, sarà nel migliore dei casi un reticolato lungo 100 km fatto di lamelle con dissuasori in alcuni punti al confine col Messico: è questo ciò che viene fuori dall’intesa trovata da Repubblicani e Democratici Usa rispetto alla barriera tanto voluta da Donald Trump. Nella notte italiana, al termine di una trattativa estenuante, si è riusciti a scongiurare un nuovo shutdown, il blocco parziale delle attività federali, dopo quello più lungo della storia che nella scorse settimane aveva paralizzato l’America. Il senatore Gop Richard Shelby, dopo un confronto di due ore tra leader negoziatori con Patrick Leahy (democratico) e i deputati Nita Lowey (democratica) e Kay Granger (Gop), ha commentato alla stampa:”Abbiamo avuto una buona serata. Abbiamo trovato un’intesa di principio sulla Sicurezza Interna e su altre 6 leggi”. Secondo quanto anticipato dalla Cnn, l’accordo prevede 1,375 miliardi di dollari per il finanziamento di una barriera al confine con il Messico a fronte dei 5,7 richiesti dal presidente Trump.
MURO COL MESSICO, TRUMP CONTESTATO A EL PASO
L’intesa di massima raggiunta da Democratici e Repubblicani sulla “barriera”, o reticolato che dir si voglia, con il Messico, dovrà essere adesso ratificata dal Congresso entro sabato per approvare il bilancio e finanziare il governo fino al prossimo 30 settembre. Secondo fonti parlamentari riportate da Repubblica, Trump firmerà la Legge anche se non contiene i 5,7 miliardi di dollari che ha chiesto per la costruzione del Muro e poi ricorrerà a un ordine esecutivo per finanziarlo. Al di là delle difficili trattative con i Democratici, che dopo le elezioni Midterm condividono con i Repubblicani la gestione del Congresso, sarà difficile che Trump rinunci alla sua retorica sul muro. Anche ieri, in un comizio da El Paso, città del Texas al confine col Messico, ha dichiarato:”Abbiamo bisogno di un muro e lo costruiremo rapidamente”. Che presenti delle restrizioni geografiche e che sia un reticolato con lamelle di acciaio del tipo già esistente in alcune punti del confine sembra importare poco…