«Non sono né una vittima, né un eroe: ho sentito l’odio assoluto, ma avrei avuto paura se non ci fossero state le forze di sicurezza»: così ha spiegato il filosofo francese dopo le gravi accuse lanciate in strada da alcuni manifestanti dei gilet gialli. Per Finkielkraut, pensatore socialista “rigettato” dalla sinistra negli scorsi anni per aver sostenuto che la disuguaglianza tra gli uomini è un valore importante, i folli attacchi dei gilet gialli rappresentano un pericoloso allarme per l’intera collettività europea. «L’evoluzione che abbiamo visto nelle successive settimane è stata caratterizzata da un crescendo di violenza e di messa in discussione di ogni forma di dialettica democratica. A tutti questi momenti si è aggiunta una nota di matrice antisemita, con scritte e urla, rievocativa del ben noto complottismo giudaico, culminata, sabato scorso, in un attacco diretto e violento a una singola persona, Alain Finkielkraut», spiega Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane intervistata dall’Huffington Post. (agg. di Niccolò Magnani)
PREVISTE 3 NUOVE MANIFESTAZIONI
Oggi sono tre mesi che i Gilet Gialli sono nati. Il 17 novembre scorso, venivano infatti messa in atto la prima manifestazione dei “jaunes” francesi, una protesta che coinvolse centinaia di migliaia di persone da nord a sud della Francia, e che impressionò il mondo intero anche per la sua ferocia. Nel corso di questi novanta giorni il movimento si è nettamente ridimensionato, ma le proteste sono continuate, molte delle quali condannabili, come quanto accaduto nella giornata di ieri nei confronti del filosofo antisemita Finkielkraut, figlio di deportati di Auschwitz. Per festeggiare i 3 mesi del movimento, i Gilet Gialli, come scrive Sputnik Italia, hanno organizzato tre diverse manifestazioni, fra cui una iniziata attorno alle ore 13:00 presso l’Arco di Trionfo di Parigi. La polizia è in stato di massima allerta, visto che le strade centrali della capitale d’oltralpe sono presidiate con numerosi uomini, anche se i manifestanti sarebbero solamente poche centinaia. Sono attesi nuovi scontri nelle prossime ore. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
GILET GIALLI, AGGRESSIONE CHOC A FINKIELKRAUT
Sta facendo discutere tutta la Francia – e non solo – l’aggressione razzista subita dal filosofo Alain Finkielkraut, figlio di ebrei polacchi scampati alla Shoah e sopravvissuti alla deportazione di Auschwitz, ad opera dei gilet gialli. Finkielkraut, come riportato da Il Post, in un’intervista rilasciata a Journal du Dimanche dopo l’aggressione, ha detto di avere percepito un “odio assoluto” nei suoi confronti e ha detto che avrebbe temuto per la sua incolumità se non fosse intervenuta subito la polizia per proteggerlo e per trascinarlo lontano dai facinorosi che lo hanno preso di mira con insulti razzisti. Non è da escludere che i gilet gialli non abbiano perdonato a Finkielkraut le sue parole sul movimento di protesta. Come riporta Il Secolo XIX, in un’intervista di qualche giorno fa a Le Figaro ha dichiarato:”I leader di questa rivolta proteiforme sono stati accolti a braccia aperte nei dibattiti televisivi. Sono diventati delle star della tv. Questa promozione ha dato loro alla testa e l’arroganza ha cambiato di campo”. (agg. di Dario D’Angelo)
MACRON CONDANNA L’AGGRESSIONE A FINKIELKRAUT
Nuova protesta dei Gilet Gialli. Nella giornata di ieri è andato in scena il 14esimo sabato di manifestazioni da quando è nato il movimento, e confermando il trend dei precedenti weekend, i numeri delle persone scese in piazza è diminuito. Non sono comunque mancati momenti di scontri e di tensione, come quando un gruppo di “jaunes” ha preso di mira con frasi antisemite il filosofo Alain Finkielkraut, figlio di ebrei polacchi scampati alla Shoah e sopravvissuti alla deportazione di Auschwitz. Durissime le reazioni in Francia, a cominciare da quella del presidente Emmanuel Macron, che ha scritto su Twitter: «Le offese antisemite di cui è stato bersaglio il filosofo Alain Finkielkraut sono la negazione assoluta di quello che siamo e di quello che fa di noi una grande nazione – ha scritto su twitter in serata – Noi non le tollereremo». Così invece ha replicato Bernard-Henri Levy: «In Francia, nel 2019, dei nazistelli aggrediscono uno scrittore francese al grido di “torna a Tel Aviv” e di “noi siamo il popolo”. Possa questa scena allucinante polverizzare gli ultimi rimasugli di impunità mediatica di cui godevano i Gilet gialli. Totale sostegno ad Alain Finkielkraut». La sensazione, è che il popolo francese si stia piano-piano stancando dei Gilet gialli, movimento nato come una ribellione nei confronti del governo e in difesa dei più deboli, ma che si sta alla fine rivelando un’accozzaglia di persone spinte dall’odio verso tutto e verso tutti. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
GILET GIALLI, INSULTI ANTISEMITI A FINKIELKRAUT
I “gilet gialli” tornano in piazza. Migliaia di persone stanno manifestando per le strade di Parigi: è il quattordicesimo sabato di proteste del movimento. Molti manifestanti hanno sfilato lungo gli Champs-Elysées dirigendosi verso l’Assemblea Nazionale. Sulla spianata degli Invalides si sono però registrate delle tensioni: migliaia di gilet gialli si erano radunati per protestare e lì si sono innescati disordini e nuovi scontri. Le forze dell’ordine avevano vietato ai dimostranti di attraversare il ponte Alexandre III, ma alcuni manifestanti hanno cominciato a lanciare oggetti contro gli agenti, come bottiglie, petardi e sampietrini. Le forze dell’ordine hanno quindi usato gas lacrimogeni contro la folla. Stando a quanto riportato da La Repubblica, che cita la prefettura, sono almeno 16 le persone fermate dalla polizia a margine delle proteste. Altre manifestazioni sono in corso in altri centri, tra cui Rouen.
GILET GIALLI, INSULTI ANTISEMITI AL FILOSOFO FINKIELKRAUT
Ma ai margini della manifestazione a Parigi si è verificato un grave episodio di provocazione antisemita. Il bersaglio è stato il filosofo Alain Finkielkraut, definito “sporco ebreo” e “sporco sionista”. In un video pubblicato su Twitter si sentono anche altre frasi: “La Francia è dei francesi” e “Il popolo ti punirà”. Ma gli hanno anche urlato “Palestina”. Un gruppo di gilet gialli aveva incrociato l’accademico in strada, quindi ha cominciato a insultarlo. Le grida sono state molto aggressive, poi il gruppo si è infoltito e si è fatto più minaccioso fino a quando Alain Finkielkraut è stato preso per un braccio da una persona che lo ha invitato ad allontanarsi. Il gruppo lo ha inseguito per qualche metro mentre le urla si facevano forti e numerose; alcuni avevano il volto coperto da un passamontagna nero. Il filosofo Finkielkraut è finito nel mirino dei gilet gialli perché nei giorni scorsi aveva rilasciato un’intervista a Le Figaro in cui prendeva una posizione molto critica riguardo il movimento.
?Quand les #GiletsJaunes croisent le philosophe Alain #Finkielkraut boulevard du Montparnasse, à #Paris, et l’insultent copieusement.#Acte14 #ActeXIV pic.twitter.com/Rgt8ClrAf3
— Yahoo Actualités (@YahooActuFR) 16 febbraio 2019