Una vicenda tragica quella con protagonista Jenna Johnson, una ragazza di 27 anni, mamma di due bambini, che si è tolta la vita dopo essere stata stuprata e dopo conseguenti minacce. Mentre tutti festeggiavano l’arrivo dell’anno 2019, come scrive l’edizione online de Il Messaggero, Jenna si toglieva la vita nella sua casa di Thurso: troppo il dolore provocato dalla violenza sessuale subita il 23 dicembre, una settimana prima. I due stupratori, oltre ad averle inflitto una violenza inaudita, avevano anche filmato il tutto, minacciando la giovane vittima di diffondere il filmato macabro online se avesse aperto bocca. Jenna, che era stata picchiata e drogata durante il gesto, non ha retto al peso e si è così ammazzata, ponendo fine alla sua esistenza. La sua famiglia chiede ora giustizia, e pretende che si indaghi a fondo affinché i due responsabili dello stupro vengano arrestati sia per la violenza sessuale quanto per istigazione al suicidio.
STUPRATA DA 2 UOMINI POI MINACCIATA: SI SUICIDA
Al momento, infatti, nessuno è finito dietro le sbarre nemmeno per lo stupro, visto che la vittima, prima di morire, aveva confidato ad alcuni amici e amiche, e alla sorella Kelsey, che se avesse denunciato l’episodio i due aggressori avrebbero reso pubblico il video girato e le avrebbero fatto perdere i figli. Di conseguenza la povera Jenna aveva deciso di non rivolgersi alla polizia. «Sembra che alcune persone nella comunità – racconta proprio Kelsey – sapessero che questi due ragazzi l’avevano drogata e violentata e filmata, perché se ne erano vantati davanti ad alcune persone e a Jenna avevano detto di stare attenta a come si comportava, perché avrebbero potuto diffondere il video: non so se la stessero ricattando o volessero solo impaurirla, ma lei era totalmente sconvolta. Jenna era una donna leale, totalmente dedita ai suoi figli». La famiglia avrebbe indicato due persone per il caso di stupro, fra cui un uomo sospettato di aver ucciso un 25enne nel 2013: ma la polizia sostiene di non avere indizi a riguardo, e anche l’autopsia non aiuta, visto che il suicidio è avvenuto ad una settimana di distanza dallo stupro, ormai “cancellato” dal punto di vista biologico.