Quale futuro per il cristianesimo in Europa? Sempre meno fedeli partecipano alle funzioni religiose, e questo vuol dire che arrivano meno offerte. A fronte di questo calo, la cattedrale di Utrecht finisce in vendita. Nessuno si aspettava in Olanda una decisione del genere da parte dell’arcidiocesi più grande del Paese, ma è quello che sta accadendo, e infatti il cardinale Willem Eijk si è messo alla ricerca di una nuova canonica, visto che non può più permettersi la chiesa di Santa Caterina. La vicenda è stata ricostruita da La Verità, sottolineando la portata di questo evento, che non ha precedenti. «È il primo caso nella storia in cui un vescovo si ritrova senza un tetto per motivi di tagli», ha confermato lo storico della Chiesa Peter Nissen. Il professore ha spiegato anche che in Olanda ci sono solo due episodi simili: nel XVII secolo il vescovo di Roermond si spostò, ma perché la sua comunità era cresciuta troppo; nel 1968 invece il vescovo di Breda lasciò la sua cattedrale perché risultava pericolante. In nessuno di questi casi la cattedrale era stata abbandonata per l’impossibilità di mantenerla.
“NON TRASFORMATE LA CATTEDRALE DI UTRECHT IN UN MUSEO”
L’arcidiocesi di Utrecht, come riportato da La Verità, spera di cedere la cattedrale al vicino Museum Catharijne Convent, un ex convento trasformato in galleria d’arte. I numeri parlano chiaro: nel 1980 i cattolici a Utrecht erano 942mila, oggi poco più di 750mila, ma quelli che frequentano la chiesa sono ancor meno, visto che secondo la Radboud university di Nijmegen ammonterebbero a 158mila. Il caso della cattedrale di Utrecht è molto importante perché non è solo la “casa” del cardinale Eijk, ma è un simbolo. Dopo la notizia, molti cattolici olandesi si stanno mobilitando per “salvare” la cattedrale di Santa Caterina. È stata lanciata una petizione per opporsi alla sconsacrazione e alla vendita della chiesa, annunciata lo scorso 18 febbraio. Nel frattempo l’arcivescovo sta cercando un altro tetto. Tra le opzioni ci sono la parrocchia di Sant’Agostino, sempre in città, o ad Apeldoorn, che però dista 60 chilometri da Utrecht. Solo l’attivismo dei parrocchiani può scongiurare “l’esilio” del cardinale Eijk. Al momento la petizione lanciata su Internet ha raccolto quasi 1.800 adesioni. Il futuro della più grande cattedrale cattolica olandese è davvero incerto.
In un’intervista rilasciata a tempi.it a ottobre l’arcivescovo di Utrecht aveva spiegato: «La causa principale della situazione che si è determinata è l’iperindividualismo del nostro tempo, un fatto che non è colpa dei pastori. Anche prima che venisse alla luce il problema degli abusi sessuali la Chiesa aveva perso molti membri attivi». Si tratta dunque di un fenomeno partito dalla seconda metà degli anni Cinquanta e che coincide con lo sviluppo dell’iperindividualismo. «L’iperindividualista pensa di avere non solo il diritto ma addirittura il dovere di crearsi una propria fede, una propria filosofia di vita, un proprio senso dei valori etici. L’iperindividualismo è una cultura dell’autenticità, nella quale l’imperativo è essere se stessi. A volte il pastore si sente impotente di fronte a questa profonda trasformazione culturale».