Per la prima volta Kim Jong-un non è stato eletto al parlamento nordcoreano, dopo le elezioni nazionali che si sono tenute in Corea del Nord. Ovviamente non significa nulla perché l’erede della stirpe al potere da oltre 50 anni mantiene tutti i poteri assoluti di cui gode, ma è una novità studiata per dare una immagine di democrazia che in realtà non esiste. Alle elezioni come sempre risulta aver votato il 99,9% dei cittadini mentre ogni candidato che era in lista ha preso l’altrettanto ridicolo 100% dei voti. In Corea del Nord il voto è obbligatorio per chi ha compiuto  i 17 anni: è vietato astenersi, è vietato votare scheda bianca, non si possono scegliere i candidati che vengono nominati dal partito stesso. E infatti lo 0,1 che manca alla cifra tonda è stato spiegato con l’assenza dal paese dei coreani impegnati all’estero. Ma a spoglio concluso nella lista dei 687 deputati della Suprema assemblea del popolo della Repubblica democratica di Corea il nome di Kim Jong-un non c’è.



VOTO OBBLIGATORIO

In ogni paese realmente democratico il presidente della repubblica non si candida mai e non entra in parlamento, così evidentemente Kim Jong-un ha voluto mostrare al mondo che si adegua alle regole delle maggiori democrazia del mondo. Dal 2014 il dittatore era sempre stato eletto e da sempre i suoi predecessori avevano occupato un posto nell’assemblea, che peraltro si limita ad approvare le decisioni del leader. E’ risultata invece eletta per la prima volta la sorella minore di Kim Jong-un, Kim Yo-jong, consigliera personale dell’Amato Leader.

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