Non ci sta il Presidente Donald Trump alla moratoria firmata dal Governatore della California: «Sfidando gli elettori, il governatore della California fermerà tutte le esecuzioni di pena di morte di 737 assassini spietati. Gli amici e le famiglie delle vittime, sempre dimenticate, non ne sono contenti, e nemmeno io!», twitta dopo l’annuncio dei media in merito alla sospensione della pena di morte in tutto lo stato federale. La distanza con il Governatore Newsom è ben nota, come in generale con la maggioranza della California ostile al Presidente Usa, mentre dagli ambienti cattolici la richiesta siglata dall’esponente dem è stimata e accolta. «E’ la notizia di un grande coraggio politico del nuovo governatore Newsom, che si assume la responsabilità di essere leader per una giustizia che mai intenzionalmente toglie la vita. Gli Stati Uniti potrebbero quindi essere tutti influenzati da questa decisione che va direttamente nella nuova consapevolezza affermata da Papa Francesco, quando preso la storica decisione di cambiare la formulazione del catechismo della chiesa cattolica sulla pena di morte dichiarandola sempre inammissibile», spiega a Radio Vaticana Mario Magazzini della Comunità di Sant’Egidio.
CALIFORNIA SOSPENDE LA PENA DI MORTE
La California ha deciso per la terza volta di intraprendere il percorso verso l’abolizione totale della pena di morte come “modalità” di esecuzione della pena per reati gravissimi: il Governatore democratico Gavin Newsom firmerà oggi una moratoria sulla pena di morte impegnando personalmente il proprio governo federale che non vi sia alcuna esecuzione nello Stato sulla Pacific Coast durante il suo mandato. Al momento, segnala Repubblica, l’ordine inviato dal Governatore della California sospenderà la pena per i 737 detenuti rinchiusi nel braccio della morte: non solo, con effetto immediato verrà chiusa da questa sera la stanza delle esecuzioni del “leggendario” e temibile carcere di San Quentin. «Non credo che una società civilizzata possa affermare di essere leader nel mondo finché il suo governo continua ad approvare l’esecuzione premeditata e discriminatoria della sua gente», ha fatto sapere l’ex sindaco di San Francisco Newsam, insediato a gennaio dopo le Elezioni di Midterm con una forte agenda progressista anti-trumpista.
FIRMATA LA MORATORIA: BASTERÀ?
Va detto che la California è già ad oggi lo Stato della West Coast con meno esecuzioni in tutti gli Stati Uniti (quasi 13 all’anno) ma rappresenta comunque un “simbolo” che potrebbe poi portare a simili decisioni negli alti stati federali dove ancora vige sovrana la pena di morte. Secondo il Governatore l’esecuzione capitale è stato un cocente fallimento sotto ogni punto di vista: «Ha discriminato gli imputati con infermità mentale, gli afroamericani e i latini e tutti quelli che non si possono permettere di pagare una difesa costosa», sarà il punto centrale del discorso d’annuncio tra qualche ora, secondo La Stampa. In questo modo la California seguirà le moratorie già presentate in Oregon, Colorado e Pennsylvania che già nei mesi passati hanno seguito lo stesso iter: Newsom come i suoi colleghi Governatori è convinto che gli ostacoli legali potrebbero essere rimossi durante l’attuale mandato, dando via libera alla ripresa delle esecuzioni, dunque preferisce agire in anticipo per evitare il ritorno al “barbaro” utilizzo delle pene capitali. La California ci riprova dopo due referendum simili che hanno bocciato l’addio alla pena di morte: l’iter non sarà semplice..