Dopo quasi due anni e 25 milioni di dollari spesi, il procuratore speciale Robert Mueller ha consegnato al ministro della giustizia il suo rapporto finale sul Russiagate. Stando a fonti del dipartimento citate dalla stampa americana, non verrà chiesto il rinvio a giudizio di altre persone coinvolte, ma i membri del congresso potrebbero decidere di presentare in autonomia nuove accuse, e di conseguenza nulla è da lasciare al caso in merito alla posizione del presidente Usa, Donald Trump. Dopo il rapporto consegnato, i democratici hanno chiesto che lo stesso venga immediatamente pubblicato nella sua interezza. Il senatore Cory Booker attraverso Twitter fa sapere: «L’amministrazione Trump non deve poter ottenere il rapporto di Robert Mueller e buttare via la chiave». Della stessa linea di pensiero, la senatrice Elizabeth Warren: «Ministro Barr, pubblichi il rapporto di Mueller ora», così come Kamala Harris e Bernie Sanders: «Chiedo all’amministrazione Trump – cinguetta quest’ultimo – di rendere l’intero rapporto di Mueller pubblico il prima possibile. Nessuno, neanche il presidente, è al di sopra della legge». Al momento non si è ancora espresso Donald Trump, che starebbe preparando una risposta al rapporto assieme ai legali. Il tycoon potrebbe bloccare la pubblicazione del rapporto, ma tale mossa potrebbe risultare infelice dal punto di vista politico. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



RUSSIAGATE, RAPPORTO FINALE MUELLER CONSEGNATO

Si avvicina l’ora della verità per il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Il ministro della giustizia William Barr, ha annunciato di aver ricevuto il rapporto finale di Robert Mueller, il procuratore speciale che da due anni a questa parte sta indagando sul Russiagate, le “interferenze” del Cremlino sulla campagna elettorale del 2016. L’inchiesta è stata chiusa e forse già nella giornata odierna capiremo se il tycoon a stelle e strisce finirà sul banco degli imputati o meno. Barr ha inviato una lettera ai leader del Congresso in cui ha spiegato di impegnarsi «a garantire la massima trasparenza possibile», aggiungendo che le principali conclusioni verranno rese note già entro il fine settimana, quindi al massimo per domani, domenica 24 marzo: «Sto rivedendo il rapporto – le sue parole – e anticipo che potrei trovarmi nella posizione di comunicarvi le principali conclusioni dello speciale procuratore già nel weekend».



RUSSIAGATE, CHIUSA L’INCHIESTA

Il ministro della giustizia ha fatto altresì sapere di voler consultarsi con il vice-ministro Rod Rosenstein e con il procuratore speciale Mueller «per determinare quali informazioni del rapporto possono essere comunicate al Congresso e al pubblico secondo la Legge». Immediata la reazione della Casa Bianca, che tramite la portavoce Sarah Sanders ha fatto sapere via Twitter: «I prossimi passi dipendono dal procuratore generale William Barr e aspettiamo con ansia che il processo segua il suo corso». Al momento il presidente degli Stati Uniti, che si trova in Florida per accogliere i leader dei Caraibi, non ha ancora visionato il rapporto di Mueller: «La Casa Bianca – le parole della Sanders – non ha ricevuto e non è stata informata sul rapporto dello speciale procuratore». Non si è fatta attendere anche la reazione dei democratici, che puntano sull’immediata pubblicazione integrale del suddetto rapporto. Jerry Nadler, presidente della commissione giustizia della camera, ha spiegato: «Siamo ansiosi di ottenere il rapporto completo».

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