Mentre il “complotto” Tory potrebbe materializzarsi domani nella riunione a Downing Street, la May incassa un altro appello da un autorevole Ministro del suo Governo, il titolare delle Finanze Philipp Hammond: «uscire dall’Europa senza un accordo sarebbe catastrofico per il Regno Unito e per la sua economia». Il No-deal è lo spettro cui tutti vogliono a parole rifiutare, ma nei fatti di questi ultimi mesi a “nutrirlo” è stato proprio lo stallo alla Camera dei Comuni, al Governo e fino alle opposizioni del Labour: per Hammond però un ritiro dalla Brexit «ci metterebbe di fronte ad un grande problema di democrazia. Un secondo referendum sarebbe oggi un’opzione coerente, ma non sono sicuro che ci sia in Parlamento una maggioranza per votare questa decisione», spiega ancora il ministro dell’Economia inglese che poi conclude con un “appello” alla May «non ci sono le condizioni per l’approvazione del piano May con un terzo voto, mio obiettivo resta un’uscita ordinata dalla Ue con un accordo».
MAY IN BILICO: 6 MINISTRI PRONTI A DIMISSIONI DI MASSA
Secondo il Sunday Times il gabinetto Tory della Premier Theresa May è in completa rivolta: dopo i tentennamenti sul rinvio della Brexit e lo stallo perdurante alla Camera dei Comuni, sarebbero almeno sei i ministri Conservatori che vorrebbero “la testa” della Premier per poter portare avanti le trattative ed evitare sul serio il no-deal. Per il quotidiano britannico, domani nella riunione di gabinetto gli stessi ministri potrebbero minacciare dimissioni di massa e richiesto che il vice May, David Lidington, possa prenderne il posto per traghettare il Regno Unito verso elezioni formali. Dopo i due tentativi bocciati fragorosamente da Westminster di approvare il suo accordo di Brexit con l’Unione Europea, Theresa May ora rischia seriamente di portare Londra ad un no deal pericoloso per tutti: non solo, dopo la maxi manifestazione ieri a Londra con un milione di persone scese in piazza per la richiesta di un secondo Referendum Leave/Remain, la May è sempre più in difficoltà e il divorzio dall’Europa sempre meno “scontato”.
BREXIT, L’ONDA UMANA PER IL REFERENDUM
In ultima analisi, secondo la Bbc alcuni Tory sarebbero anche pronti ad appoggiare l’accordo ultimato sulla Brexit tra May e Unione Europea ad un patto, che la Premier si dimetta nelle prossime ore e lasciasse il comando del Governo al suo vice. Le voci di “complotto” anti Downing Street si fanno assai vivaci sui media inglesi ma la stessa inquilina del n.10 smentisce categoricamente di voler rimettere il proprio incarico. Intanto grande successo ieri a Londra per la maxi-manifestazione di un milione di persone in marcia dal lato orientale di Hyde Park fino alla piazza del parlamento di Westminster per chiedere un secondo referendum sul Brexit. I Remain sono cresciuti e si appellano alle istituzioni affinché possano riconsiderare il voto a soli 3 anni dal primo fragoroso “Leave” pronunciato dal popolo inglese in merito all’Unione Europea. «Primo ministro hai perso il controllo. Lascia che il popolo riprenda il controllo – ha detto Tom Watson, vice di Jeremy Corbyn, leader dell’opposizione laburista -. A ogni opportunità siamo stati ignorati da Theresa May. La premier ha reso impossibile, per chiunque abbia a cuore posti di lavoro, rapporti di solidarietà a casa e all’estero, amicizia tra diverse comunità, sostenere questo Brexit».