Il 29 marzo 2019 è alle spalle e il Regno Unito è ancora dentro l’Unione Europea: nessuna Brexit, dunque, a quasi 3 anni di distanza dal referendum del giugno 2016 che vide la scioccante vittoria dei Leave. Chi non sembra volersi arrendere ad un’evidenza fatta di infinite difficoltà nel lasciare l’UE è la premier Theresa May: il suo accordo con Bruxelles è stato bocciato già 3 volte ma a quanto pare l’inquilina di Downing Street non ne ha avuto abbastanza. Come riferito dai media britannici, lunedì 1 aprile il Parlamento si riunirà per votare le indicazioni che emergeranno su un ipotetico piano B: sarà in quell’occasione che il primo ministro potrebbe decidere di calendarizzare un quarto voto in settimana. Sembra infatti che la May vista la riduzione dello scarto dei voti contrari, scesi a 58 nella votazione di ieri dai 203 di gennaio, voglia tentare di sottoporre il suo accordo ai parlamentari per una quarta volta, che potrebbe essere anche l’ultima vista la scadenza del 12 aprile sempre più incombente. (agg. di Dario D’Angelo)
CAOS BREXIT
A tre anni dal referendum sulla Brexit, la Gran Bretagna è nel caos più totale. Ieri, 29 marzo 2019, doveva essere il grande giorno dell’uscita dall’Unione Europea, una sorta di Indipendence Day. Migliaia coloro che si sono ritrovati fuori dal parlamento con le scritte “Brexit now (adesso)” e “Bye bye Ue”, ma fra le mura della Camera dei Comuni il clima era ben diverso. La premier Theresa May ha incassato l’ennesima sconfitta delle ultime settimane, con il suo accordo bocciato per la terza volta di fila con 344 voti contrari e 286 favorevoli. Non è chiara la strategia del primo ministro britannico, così come non è assolutamente chiaro cosa succederà dalle parti di Londra nelle prossime settimane. La sensazione è che la situazione sia ormai sfuggita di mano, e probabilmente nessuno si aspettava cotanta difficoltà nell’uscire dagli stati membri, cosa che appunto si sta verificando in questi giorni. Gli scenari sul tavolo sono tutti nefasti, a cominciare dal tanto temuto no deal, l’uscita senza accordo, che fa paura all’Ue e soprattutto alla Gran Bretagna, visto che andrebbe incontro a sanzioni micidiali anche per una nazione solida come appunto il Regno Unito.
BREXIT, COSA SI FA ORA?
C’è poi l’idea di elezioni anticipate, ma prima la May si dovrebbe dimettere, e ancora, un nuovo referendum sulla Brexit, che forse potrebbe togliere dall’empasse il Regno Unito in caso di “remain” ma che getterebbe al vento tre anni di negoziazioni, manifestazioni e battaglie, e soprattutto, il voto popolare del 2016. Insomma, nessuno è in grado di trovare una soluzione, fatto sta che ieri è definitivamente decaduta la possibilità di posticipare la Brexit al 22 maggio. La prossima data cruciale sarà il 12 aprile, ed entro quella data Londra dovrà trovare nuova strategia con un’ulteriore proroga, che comporterebbe la partecipazione alle elezioni europee, o eventualmente, la temuta uscita con il no deal.