Il caos interno alla Striscia di Gaza – e non solo – è totale e la tensione per il possibile esplodere di nuovi attacchi dall’uno all’altro fronte resta altissima: dopo il venerdì e il sabato di forti scontri contro la “Grande Marcia del Ritorno” (il primo anniversario di quanto avvenuto 12 mesi fa con la rinnovata protesta dei palestinesi per la liberazione di Gaza), con almeno 4 palestinesi uccisi per gli spari dell’esercito israeliano contro la manifestazione, nella notte altri razzi sono stati sparati dalla Striscia verso i territori del Neghev. Non ci sono stati danni né vittime ma Tel Aviv già questa mattina ha reagito subito con i raid lanciati contro gli obiettivi militari di Hamas. La tensione è direttamente “figlia” degli scontri alla frontiera di Gaza nel corso della Grande Marcia, organizzata dal gruppo islamista-radicale di Hamas. Dopo il lancio di un razzo una settimana esatta fa contro Tel Aviv, oggi nonostante i nuovi attacchi palestinesi il premier Netanyahu ha ordinato di riaprire il valico di Kerem Shalom con la Striscia.
ISRAELE-HAMAS, GUERRA INFINITA
Second quanto riportano i media israeliani, al termine di intese giunte con l’Egitto, Israele autorizza l’ingresso a Gaza attraverso Kerem Shalom di merci e di combustibile per la centrale elettrica della Striscia: un piccolissimo segnale di “tentata distensione”, cui si aggiunge la promessa di Israele di estendere l’area marina in cui i pescatori di Gaza sono autorizzati a trovarsi. Lo scontro però militare resta altissimo e si teme che i pochi e flebili passi verso la pace vengano costantemente disattesi dalle frenetiche operazioni missilistiche tra Hamas e l’esercito israeliano. Le proteste come la Grande Marcia ormai si ripetono settimanalmente e richiedono il ritorno dei rifugiati palestinesi e la fine del blocco israeliano sulla Striscia: secondo i dati dell’Ufficio degli affari umanitari delle Nazioni Unite nei Territori occupati (OCHA) citati dall’Agi, «Dall’inizio delle proteste nel marzo 2018, almeno 271 palestinesi sono stati uccisi dal fuoco israeliano, 195 durante le marce e 76 in altri episodi di violenza». Gli ultimi 4 aggiunti alla “lista” sono proprio di queste ultime 48 ore.