Il corpo di Jamal Kashoggi potrebbe esser stato bruciato dentro un forno nella casa del console dell’Arabia Saudita a Istanbul, dopo esser stato ucciso nell’ambasciata e portato fuori dalla struttura diplomatica “a pezzi” in diversi borsoni: questo sarebbe l’epilogo drammatico e inquietante della morte di Jamal Khashoggi, il giornalista dissidente con Riad e collaboratore del Washington Post, ucciso e torturato lo scorso 2 ottobre all’interno del consolato saudita di Istanbul in Turchia. Stando ad un nuovo documentario prodotto da Al Jazeera e pubblicato nelle scorse ore, il giornalista più avverso al regime dei Bin Salman – sul quale una incredibile storia di “versioni, controversioni e contraddizioni” prosegue da mesi in Arabia – sarebbe stato fatto sparire proprio bruciando dentro il grande forno presente nella residenza del console generale saudita. Il corpo di Khashoggi, ad oggi, non è mai stato ritrovato ed è per questo motivo che si pensa possa esser stato fatto sparire per sempre per evitare di portare a galla l’intera ed esatta verità.
IL NUOVO DOCUMENTARIO DI AL JAZEERA
Secondo il servizio della tv satellitare del Qatar, Khashoggi sarebbe sì stato ucciso dopo diverse torture nell’ambasciata ma il suo cadavere sarebbe poi stato fatto a pezzi per aggirare le telecamere di videosorveglianza delle autorità turche: a quel punto, secondo la ricostruzione di Al Jaazera, i resti del cadavere sarebbero stati inseriti nel forno «capace di raggiungere temperature tanto elevate da consentire la fusione di metalli». Per coprire quanto avvenuto sarebbe poi stata cucinata della carne per nascondere odori e segni eventuali dei resti del corpo di Khashoggi. La “cremazione” del giornalista dissidente avvenne, sempre secondo la tv araba, nell’arco di circa tre giorni: dopo la sparizione di Khashoggi avvenuto ad inizio ottobre 2018, i primi sospettati erano stati i turchi ma col passare dei giorni i sospetti attorno al governo di Riad si sono fatti concreti e poi evidenti dopo le mezze ammissioni e i continui cambi di versione del principe ereditario MBS, considerato ancora ad oggi il “mandante” dell’omicidio Kahshoggi visto il coinvolgimento della sua squadra di militari e servizi segreti ad Istanbul nel rapimento ed esecuzione del giornalista.