Ci vuole coraggio per abbandonare l’Islam e passare al cristianesimo. Nei migliori dei casi si viene isolati, abbandonati dalle stesse famiglie, nei peggiori si rischia la morte. Abiurare l’Islam è considerato il tradimento e il peccato più grave. Ma per chi ha visto cos’era l’Islam sotto l’Isis, diventa impossibile rimanere musulmani. E’ quanto succede in Siria, come racconta un servizio di Nbc News, anche se i casi non sono numerosi, sono comunque significativi. A Koban, una delle tante città martiri dove i miliziani dello stato islamico hanno spadroneggiato per quattro anni, è stata recentemente inaugurata una chiesa, la prima in questa zona da decenni. E’ qui che si recano i neo cristiani convertiti. E’ il caso di Farad Jasim, 23 anni, meccanico che fu imprigionato dall’Isis per sei mesi nel 2016, torturato e obbligato a studiare a memoria il Corano dopo che si erano accorti che non conosceva le basi più elementari dell’Islam.



MEGLIO L’INFERNO CHE IL PARADISO DELL’ISLAM

Dopo aver visto con i miei occhi la loro brutalità, racconta, ho cominciato a dubitare della mia fede: “Se l’Isis rappresenta l’Islam, non voglio più essere musulmano, il loro Dio non è il mio Dio”. Non gli ci volle molto, dice ancora, per capire che il cristianesimo era la religione che stava cercando. Oggi però nessuno della sua famiglia vuole più avere a che fare con lui. Un altro caso è quello di un marito e padre di famiglia di tre figli, Firas, 47 anni, che fu tenuto in una gabbia all’aperto sulla strada durante la torrida estate siriana per non aver rispettato il Ramadan: “Vidi uomini e ragazzini frustati per le strade perché erano stati scoperti fumare sigarette. Ho visto mucchi di giovani gettati dall’alto dei palazzi perché erano omosessuali”. Terrorizzavano la gente e poi andavano in moschea a pregare: “Se il paradiso è fatto per questa gente allora preferisco andare all’inferno piuttosto che stare di nuovo in mezzo a loro”. Anche lui e la sua famiglia sono oggi diventati cristiani.

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