Il Movimento 5 Stelle prende una posizione netta sull’arresto di Julian Assange. I grillini hanno diramato una lunga nota sul Blog delle stelle: «L’arresto di Assange è una gravissima violazione del diritto internazionale ed un attacco alle libertà individuali di ognuno di noi. La revoca da parte dell’Ecuador dell’asilo precedentemente concesso al giornalista, programmatore e attivista fondatore di Wikileaks, è un atto di una gravità inaudita. Una revoca avvenuta in spregio ai diritti umani e procedurali e che ha portato contestualmente ad una vera e propria consegna del giornalista e blogger nelle mani dei britannici, senza che sia stato messo nelle condizioni di esercitare i propri diritti». Proseguono i pentastellati: «Assange è stato arrestato dopo 7 anni di ingiusta privazione della propria libertà. Questa vicenda come ha ricordato il sottosegretario agli esteri Manlio Di Stefano, rappresenta una agghiacciante manifestazione di intolleranza verso chi promuove semplicemente la trasparenza e la libertà come WikiLeaks. Le democrazie non devono mai avere paura della trasparenza e della libertà. Assange con grande coraggio con la sua azione ha svelato le condotte illegali o minacciose di organi istituzionali e potentissime lobby. Wikileaks ha permesso alle nostre democrazia di superare i limiti e le chiusure a autocensure del giornalismo tradizionali, oltre che le remore dei parlamenti nel correggere i comportamenti opachi di vari governi. Questo ha logicamente scatenato ogni tipo di attacco contro la sua persona». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
DI BATTISTA SCRIVE AL GOVERNO
Julian Assange, arrestato a Londra, è stato riconosciuto colpevole di aver violato i termini della cauzione: nel 2012 si rifiutò di presentarsi e si rifugiò nell’ambasciata dell’Ecuador. Portato subito di fronte alla Westminster Magistrates’ Court di Londra, ora il fondatore di WikiLeaks rischia una pena fino a 12 mesi di carcere nel Regno Unito. La sentenza precisa sarà definita più avanti. Intanto le autorità britanniche decideranno sulla richiesta di estradizione presentata dagli Stati Uniti. Assange è accusato dagli Usa di cospirazione con l’ex analista dell’intelligence militare Chelsea Manning, nel 2010, finalizzata alla pirateria informatica: lo ha reso noto il Dipartimento di Giustizia americano. Se condannato, in questo caso rischia fino ad un massimo di 5 anni.
Sul caso si è accesso il dibattito a livello internazionale, con Alessandro Di Battista che si è schierato al fianco di Assange ed ha scritto un messaggio indirizzato al governo M5s-Lega: «C’è chi fa finta di difendere la libertà di stampa ma in realtà difende soltanto editori senza scrupoli e osceni finanziamenti pubblici. Costoro non sono Giornalisti ma “sicari” della libertà di informazione. Si stracciano le vesti se li accusi di prostituzione intellettuale, organizzano ipocrite manifestazioni a difesa della libertà di espressione quando l’unica cosa che gli interessa è la libertà di mentire. Non sono Giornalisti ma esponenti politici che neppure hanno la decenza di presentarsi alle elezioni. Volete sapere chi sono? Volete i loro nomi e cognomi? Sono tutti coloro che non difenderanno un patriota dell’umanità come Assange. Il governo italiano ha il dovere di mettere in campo ogni iniziativa possibile a sostegno di Assange, della sua libertà e della libertà di WikiLeaks, un’organizzazione alla quale, tutti quanti, dobbiamo moltissimo. Se lo farà bene, altrimenti non ci sarà alcuna differenza con gli scendiletto degli americani che ci hanno governato negli ultimi trent’anni». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
MANLIO DI STEFANO (M5S): “LIBERATELO”
L’arresto del fondatore di WikiLeaks Julian Assange ha scatenato diverse reazioni in tutto il mondo. Per quanto riguarda l’Italia, è partito l’attacco del sottosegretario italiano agli Esteri, Manlio Di Stefano. «L’arresto di Assange, dopo 7 anni di ingiusta privazione di libertà, è una inquietante manifestazione di insofferenza verso chi promuove trasparenza e libertà come WikiLeaks», ha twittato. E quindi si è rivolto agli «amici britannici» spiegando che «il mondo vi guarda, l’Italia vi guarda. Libertà per Assange». Secondo WikiLeaks, dietro l’arresto di Julian Assange ci sono «la Cia» e altri poteri. In un tweet l’organizzazione da lui fondata scrive: «Attori potenti, inclusa la Cia, sono impegnati in un sforzo sofisticato per disumanizzarlo, delegittimarlo e imprigionarlo». Prudente invece il portavoce della Commissione Ue Margaritis Schinas su quanto avvenuto a Londra. «Seguiremo da vicino se c’è un aspetto Ue», ma «si tratta di un processo giudiziario» che «è nelle mani dei giudici, e quando i giudici parlano i politici tacciono». (agg. di Silvana Palazzo)
MAY: “NESSUNO AL DI SOPRA DELLA LEGGE”
Julian Assange è stato arrestato: la polizia inglese ha prelevato il fondatore di WikiLeaks dall’ambasciata ecuadoriana, dove si trovava da sette anni, e lo ha trasferito in commissariato. Scotland Yard ha confermato che l’arresto è avvenuto dopo la revoca dell’asilo da parte dell’Ecuador e su richiesta di estradizione degli Stati Uniti. Nel comunicato è stato specificato che ad Assange è stato notificato «un ulteriore mandato d’arresto a nome della autorità Usa alle 10.53 dopo il suo arrivo alla sede centrale della polizia di Londra». Si tratta di «una richiesta di estradizione sulla base della sezione 73 dell’Extradition Act». La premier britannica Theresa May non si è espressa sulle accuse, ma ha rivendicato la cattura come una conferma del fatto che «nessuno nel Regno Unito è al di sopra della legge». E ha confermato la richiesta di estradizione da parte degli Usa, lasciandole la valutazione al giudizio delle corti britanniche. (agg. di Silvana Palazzo)
IL FONDATORE DI WIKILEAKS “PAESE INCIVILE”
Nuovi arresti per Julian Assange, il discusso fondatore di Wikileaks: il 47enne australiano è stato portato via dalla polizia inglese mentre si trovava nell’ambasciata londinese dell’Ecuador, dove si era rifugiato dal 2012 per evitare l’estradizione negli Stati Uniti. Subito dopo l’arresto lo stesso Assange ha rivolto pesanti accuse nei confronti del Regno Unito, definendolo un paese che “non ha civiltà”, e lanciando un appello a tutti i cittadini britannici dicendo loro che devono “resistere”. Accuse anche nei confronti del governo di Quito, che secondo lo stesso Assange avrebbe “revocato illegalmente l’asilo in violazione del diritto internazionale”, palesando la presenza dei servizi segreti americani dietro tale decisione. Il sottosegretario italiano agli Esteri, Manlio Di Stefano, ha commentato la vicenda schierandosi dalla parte del “ribelle” australiano: «L’arresto di Assange – spiega – dopo 7 anni di ingiusta privazione di libertà e una inquietante manifestazione di insofferenza verso chi promuove trasparenza e libertà come Wikileaks. Amici britannici, il mondo vi guarda, l’Italia vi guarda. Libertà per Assange». Simile il pensiero della portavoce del ministero degli Esteri russi, Maria Zakharova, che attraverso Facebook ha scritto: «la mano della democrazia strangola la libertà». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
JULIAN ASSANGE ARRESTATO A LONDRA
Julian Assange, fondatore di Wikileaks, è stato arrestato. E’ questa la notizia degli ultimi minuti diffusa dalla polizia di Londra, che questa mattina ha arrestato il 47enne all’interno della sede dell’ambasciata dell’Ecuador nella capitale inglese, dove viveva da anni come rifugiato politico. La notizia dell’arresto di Assange è stato confermata anche da Wikileaks, che in un tweet ha dichiarato:”L’Ecuador ha posto fine illegalmente all’asilo di Julian Assange in violazione della legge internazionale. Egli è stato arrestato dalla polizia britannica all’interno dell’ambasciata poco fa”. Come riportato da Il Post, “l’imminente espulsione di Assange dall’ambasciata dell’Ecuador era stata anticipata la settimana scorsa sempre da Wikileaks e motivata con la violazione da parte di Assange de termini del suo asilo politico”.
L’ARRESTO A LONDRA
Julian Assange viveva all’interno dell’ambasciata dell’Ecuador ormai dal 2012, quando il governo di Quito gli concesse l’asilo politico di fronte al rischio di essere estradato negli Stati Uniti. Sul fondatore di Wikileaks, infatti, pende il mandato d’arresto spiccato da parte della polizia di Londra: Assange venne fermato dagli agenti britannici che diedero seguito ad un mandato di arresto europeo e internazionale da parte dell’Interpol, su richiesta delle autorità svedesi ma, dopo aver ottenuto di essere liberato su cauzione per dieci giorni, era fuggito. Il suo timore, una volta messo sotto processo in Svezia, era infatti quello di essere estradato negli Usa per la rivelazione di enormi quantità di documenti riservati statunitensi. Il ministro dell’Interno britannico, Sajid Javid, poco fa ha confermato che il fondatore di Wikileaks “7 anni dopo essere entrato nell’ambasciata ecuadoriana, è ora sotto custodia della polizia per affrontare debitamente la giustizia del Regno Unito. Voglio ringraziare l’ambasciata dell’Ecuador per la sua cooperazione e la polizia per la sua professionalità: nessuno è al di sopra della legge”.