«L’incendio di Notre-Dame ci ricorda che la nostra storia non finisce mai»: così il presidente della Francia Emmanuel Macron il giorno dopo il terribile incendio che ha colpito la cattedrale, che sarà «pronta in 5 anni» e «sarà più bella di prima». Il numero uno transalpino ha poi voluto ribadire ai suoi cittadini: «Voglio dirvi questa sera che condivido il vostro dolore e la vostra speranza. Abbiamo da fare adesso. Agiremo e ci riusciremo». Intervenuto ai microfoni di Tg Com 24, lo storico Philippe Daverio ha commentato: «Notre Dame diventa simbolo di Parigi abbastanza recentemente, nell’Ottocento, e quella costruzione lì è fatta in ferro. Il legno è molto più resistente al fuoco del ferro, che crolla subito e si scioglie. La catastrofe è enorme, non c’è dubbio, ma resta una domanda strana: come mai un oggetto così fragile e importante non avesse un impianto anti-incendio già previsto?». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
MACRON: “LA RICOSTRUIREMO IN 5 ANNI”
«Noi siamo un popolo di combattenti, di costruttori e ricostruiremo la cattedrale di Notre-Dame entro cinque anni, ancora più bella»: sono le prime parole nel discorso alla nazione del Presidente Emmanuel Macron, «dopo le prove ci sarà il momento della riflessione e poi dell’azione. L’incendio ci ricorda che la nostra storia andrà avanti e avremo sempre prove da superare». Alle parole di Macron fa seguito la continua corsa alle donazioni che pare abbia raggiunto già 800 milioni di euro in meno di 24 ore da ogni parte del mondo, non solo dalla Francia: Papa Francesco ha invitato tutti a partecipare alla ricostruzione della Cattedrale e il Vaticano ha messo a disposizione il suo “know-how per il restauro” da portare assieme agli altri contributi che nelle prossime settimane riempiranno le scrivanie dei Ministeri di Parigi. L’Ile de France – la regione di Parigi – ha stanziato 10 milioni di euro e domenica sera su France 2 verrà organizzato un grande concerto per la raccolta fondi: dagli States invece, la French Heritage Society di New York ha stanziato una pagina web per la raccolta delle donazioni. Infine, anche la Total ha annunciato una donazione speciale di 100 milioni di euro, 200 milioni invece sono stati promessi da Bettencourt e l’Oréal. (agg. di Niccolò Magnani)
OPERAI PARIGI, “PROCEDURE OK”
Secondo il Segretario di Stato agli Interni, Laurent Nunez, gli architetti stanno in queste ore definendo con i vigili del fuoco di Parigi «le migliori misure da adottare per preservare ciò che più è minacciato». Non solo, secondo il ministro è difficile ipotizzare una breve rimessa in sesto di guglia e tetto e si stima «una completa rimessa a nuovo della cattedrale prima dei prossimi 15-20 anni, secondo gli esperti» stimano dalla federazione delle imprese francesi specializzate nel restauro dei monumenti. Sul fronte inchiesta intanto, gli operai dei restauri a Notre Dame sono stati sentiti dalla Procura di Parigi: «tutte le procedure sono state rispettate», spiega Julien Le Bras, presidente della società Europe Echafaudages. Già ieri lo stesso costruttore aveva spiegato che «Nessuno dei miei operai era sul posto al momento dell’incendio». Il ministro degli Interni Castaner, dopo un sopralluogo sul posto, ha fatto sapere che «L’essenziale è salvo, ma tutti i rischi non sono ancora scartati». La raccolta fondi intanto prosegue con la cifra già oltre i 600 milioni di euro anche grazie alle donazioni di L’Oreal (200 milioni di euro) che si aggiungono a Pinault e Arnaud. (agg. di Niccolò Magnani)
“DOPO PRIMO ALLARME NOTRE DAME, NON SI ACCORSERO”
Mentre ovviamente proseguono le inchieste per iniziare a metter luce sulle vere cause del rogo tremendo nella Cattedrale, il Consiglio dei Ministri convocato dal premier Philippe è terminato con il primo piano di “ricostruzione di Notre Dame” messo a punto per i prossimi giorni di convulse operazioni. Il procuratore di Parigi, Remy Heitz, ha fatto sapere che «c’è stata una prima allerta alle ore 18:20, seguita da un sopralluogo per sedare i dubbi durante la quale però non è stato riscontrato nulla di anomalo». A quel punto è scattata una seconda allerta, poco prima delle 18.50 dove invece il fuoco è stato ravvisato al livello della struttura sotto il tetto: «Nel frattempo la chiesa era stata evacuata perché una messa era cominciata poco prima» – ha concluso Heitz. «A seguito dell’incendio della cattedrale di Notre-Dame, mi associo alla tua tristezza, così come a quella dei fedeli della tua diocesi, degli abitanti di Parigi e di tutti i francesi. Mi auspico possa ridiventare, grazie al lavoro di ricostruzione e alla mobilitazione di tutti, splendido scrigno nel cuore della città, segno della fede, patrimonio architettonico e spirituale di Parigi, della Francia e dell’umanità», ha scritto Papa Francesco nel telegramma inviato all’Arcivescovo di Parigi, Mons. Michel Aupetit. (agg. di Niccolò Magnani)
“IPOTESI PISTA ACCIDENTALE”
«Il restauro della cattedrale di Notre-Dame durerà mesi e anni», ha spiegato questa mattina il Ministro della Cultura di Francia, Franck Riester spiegando che ovviamente è ancora troppo presto per capire e valutare nel dettaglio la durata precisa della ristrutturazione (anche perché prima va fatta la conta esatta dei danni interni ed esterni). «In ogni caso ci vorrà tanto tempo e bilanci molto importanti. I due terzi del tetto sono andati in fumo e che la guglia è crollata all’interno della cattedrale, creando un buco nella volta, anche una parte delle vetrate è andata distrutta», ha concluso il Ministro del Governo Philippe-Macron. Sul fronte delle indagini invece, la Procura di Parigi ha fatto sapere poco prima di mezzogiorno che ancora adesso la pista accidentale «resta quella privilegiata» dalle autorità: nessun ipotesi dolosa o terroristica dunque, «niente va nella direzione di un atto volontario» ha ripetuto il procuratore di Parigi. Si moltiplicano intanto le gare di solidarietà per la raccolta fondi in vista dei prossimi restauri coordinati dal Comune di Parigi e dalla Fondazione Notre Dame (a Pinault ha “risposto” il rivale Arnault con 200 milioni di euro donati) mentre non si frena la polemica contro l’ennesima vignetta di Charlie Hebdo che fa piuttosto discutere nelle ore immediatamente successive alla tragedia. (agg. di Niccolò Magnani)
INCENDIO CATTEDRALE DEL TUTTO DOMATO
«La totalità dell’incendio è stata spenta»: l’annuncio è giunto dalla direzione dei Vigili del Fuoco di Parigi dopo ore e una nottata intera passata a lottare contro il tempo per riuscire a salvare il più possibile della struttura esterna ed interna della Cattedrale di Notre Dame. Dalle prime immagini circolate all’interno della chiesa francese si può scoprire il sei-miracolo di una struttura praticamente del tutto conservata, eccezion fatta per parte del tetto e per un altare di inizio ‘900. Il problema sarà ovviamente il tetto e l’intera struttura sopra la Cattedrale che ancora adesso viene considerata non del tutto stabile e che occorrerà la massima cautela nelle prossime operazioni di salvataggio. Intanto sul Sole 24 ore viene pubblicato un interessante studio compiuto circa 3 anni fa da Paolo Vannucci, originario di Lucca e docente di meccanica all’università di Versailles, che lanciò all’epoca l’allarme sul sistema antincendio previsto per Notre Dame: «concentrazione di polveri, stratificate nel corso dei secoli, che ha un effetto deflagrante. Effetto che può essere attivato da un corto circuito o anche, semplicemente, dai fili elettrici degli impianti di allarme delle impalcature usate per i lavori di ristrutturazione». Non solo, mancava un sistema antincendio automatico efficace nel contrastare «l’enorme carico di fuoco» che potenzialmente poteva propagarsi con la gran quantità di materiale infiammabile all’interno del monumento. «L’unico sistema anticendio presente a Notre Dame era una bocca di fuoco esterna, piuttosto rudimentale», sottolinea oggi il professor Mariano, collega di Vannucci, raggiunto dal Sole 24 ore. La tragedia dunque si poteva evitare? (agg. di Niccolò Magnani)
PAPA: “PARIGI, VI SONO VICINO”
Il giorno dopo il devastante incendio che ha distrutto gran parte della cattedrale di Notre Dome a Parigi, la Francia inizia subito la ricostruzione. Domate le fiamme, messa in sicurezza la zona, e appurato che la struttura ha retto, il governo transalpino ha fatto partire una raccolta fondi a livello internazionale che nel giro di poche ore ha già toccato quota 100 milioni di euro, la cifra offerta dal miliardario Francois Pinault. Numerosissimi i commenti sulla vicenda, a cominciare da quello del Papa, che ha voluto trasmettere la propria vicinanza ai francesi attraverso una breve nota diffusa dal direttore della Sala Stampa vaticana, Alessandro Gisotti: «Il Papa è vicino alla Francia – si legge – prega per i cattolici francesi e per la popolazione parigina sotto lo shock del terribile incendio che ha devastato la cattedrale di Notre-Dame. Assicura le sue preghiere per tutti coloro che cercano di far fronte a questa drammatica situazione». Nel frattempo tutte le opere d’arte di valore inestimabile presenti all’interno della cattedrale sono state messe al sicuro, trasferite nell’Hotel de Ville, l’edificio dove si trova il comune di Parigi: entro oggi saranno a loro volta trasferite al museo del Louvre. In fondo alla pagina il video dell’incendio. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
NOTRE DAME, INCENDIO DOMATO “STRUTTURA SALVA”
L’incendio presso la cattedrale di Notre Dame di Parigi, è stato finalmente domato. L’annuncio delle autorità è giunto attorno alle ore 4:00 di questa notte, dopo quasi 10 ore ininterrotte di operazioni. Le fiamme sono partite poco dopo le ore 18:00 da un’impalcatura di una ditta che stava eseguendo dei lavori di conservazione della struttura: nel giro di breve tempo hanno iniziato a bruciare il tetto e la guglia centrale fino a farli cadere entrambi attorno alle 20:00. «L’incendio è completamente sotto controllo. E’ parzialmente estinto e ci sono delle fiamme residuali da domare», le parole del portavoce della polizia Gabriel Plus, mentre la struttura della cattedrale sarebbe sostanzialmente salva, e il rettore della cattedrale ha specificato che la preziosa reliquia “la corona di spine” di Cristo è rimasta intatta. La procura di Parigi ha annunciato l’apertura di un’indagine, e al momento si indaga sul disastro accidentale, visto che è da escludere che si sia trattato di un atto vandalico o terroristico; è invece molto probabile che la ditta che stava eseguendo i lavori di conservazione abbia inavvertitamente acceso un incendio, magari con una sigaretta o bruciando qualche materiale di scarto.
NOTRE DAME, INDAGINI IN CORSO
Gli inquirenti stanno ascoltando i vari operai al lavoro nonché i responsabili della ditta incaricata dei lavori, ma le indagini, fanno sapere, saranno lunghe e delicate. Il portavoce del monumento ha comunque specificato che attorno alle ore 18:30, quando le fiamme hanno iniziato a diramarsi, tutti gli operai avevano già lasciato il cantiere. «Come tutti i nostri compatrioti, sono triste di vedere una parte di noi andare in fiamme», il primo tweet di Emmanuel Macron, che poi si è recato a Notre Dame spiegando: «Abbiamo evitato il peggio grazie al coraggio dei pompieri, abbiamo salvato la struttura, la facciata. La ricostruiremo, tutti insieme. è quello che i francesi si aspettano, che la nostra storia merita». E Macron potrà fare affidamento, per la ricostruzione, sui 100 milioni di euro che il miliardario francese Francois Pinault, ha versato nelle scorse ore per ricostruire la cattedrale parigina. Pinault è il fondatore di Kering, la multinazionale della moda che controlla Gucci e Balenciaga, ed è sposato con la nota attrice americana Salma Hayek. Di seguito il video dell’incendio a Notre Dame