Dopo la netta rottura dei rapporti con Parigi, la Francia prova a reagire contro il Governo di Al Sarraj allontanando le accuse fatte da Tripoli tramite un responsabile del Ministero degli Esteri (ma da Macron e Philippe ancora silenzio assoluto dopo 24 ore): «Le dichiarazioni di Tripoli sono completamente infondate. Qualsiasi relazione con la parte francese nell’ambito negli accordi bilaterali nel campo della sicurezza si fermerà», spiega il portavoce francese. Nel frattempo la situazione diplomatica – mentre i bombardamenti e la guerra sul campo prosegue – è ad un punto di stallo semi-totale ed è lo stesso Premier italiano Giuseppe Conte a lanciare un appello alla comunità internazionale affinché non chiuda gli occhi sul caso della Libia: «L’obiettivo immediato è il raggiungimento di una tregua in Libia e la soluzione politica è l’unica sostenibile» ha spiegato ieri nell’informativa al Senato il Capo del Governo, aggiungendo «In questi mesi – ma anche in questi giorni ed ore – sono stato in contatto diretto con i due principali attori libici, il presidente Serraj e il generale Haftar, così come con gli altri protagonisti del panorama politico interno». Agli interlocutori, ha spiegato ancora Conte, l’Italia ha mandato appelli per un rischio di crisi umanitario mentre Salvini è stato, come spesso accade, assai più diretto: «È vero che nelle prigioni libiche ci sono centinaia di terroristi che sono stati catturati di ritorno dall’Isis. Stiamo lavorando perché la Libia non salti e spero che tutti stiano facendo lo stesso. Spero che anche il governo francese ci dia una mano a buttare acqua sul fuoco, e non benzina della Total per interessi economici».
SARRAJ ROMPE CON LA FRANCIA
Era nell’aria da giorni ma ora diviene ufficiale la rottura definitiva dei rapporti diplomatici tra la Francia e il Governo nazionale della Libia: il Ministero dell’Interno dell’esecutivo guidato da Al Sarraj ha accusato pubblicamente il Governo di Parigi di aver fomentato e star fomentando la guerra sul territorio a sud di Tripoli «sostenendo il comandante Khalifa Haftar» e per questo motivo i rapporti diplomatici con Macron vengono sospesi con effetto immediato. «Qualsiasi relazione con la parte francese nell’ambito negli accordi bilaterali nel campo della sicurezza si fermerà», si legge nella dichiarazione ufficiale diffusa da Tripoli tramite il Libya Observer. Nel pieno dello stallo diplomatico a livello internazionale – con Russia ed Egitto, e non ufficialmente la Francia con Haftar, mentre Onu, Italia e Turchia schierati col Governo di Tripoli – e mentre i bombardamenti a sud della capitale proseguono da oltre due settimane, lo strappo tra Macron e Sarraj rappresenta anche una situazione non facilmente colmabile all’interno della stessa Unione Europea. Lo stallo diplomatico viene poi replicato anche all’interno del Consiglio di sicurezza dell’Onu, con Putin che ha avanzato «serve risoluzione equilibrata che non attribuisca responsabilità dell’attuale situazione a una delle parti».
LIBIA, MANDATO DI CATTURA PER HAFTAR
Usa, Londra e soprattutto Italia sostengono invece che l’intera responsabilità è da comminare al maresciallo della Cirenaica Haftar e al suo blitz improvviso contro Tripoli e il Governo di accordo nazionale di Sarraj: lo scontro è alle stelle e la guerra diplomatica esplosa sull’asse Macron-Tripoli non aiuta di certo ad una rapida risoluzione internazionale. Nel frattempo da Tripoli il procuratore militare ha emesso mandati di cattura per Kalifa Haftar e sei suoi collaboratori, dopo che ieri Sarraj ha definito il generale «un criminale di guerra» per i bombardamenti contro i civili in diversi quartieri periferici di Tripoli. Stando ai numeri incrociati tra le ong sul campo e il Ministero degli Interni libico, il bilancio delle vittime complessivo è di 205 morti e 913 feriti, gli sfollati sono almeno 25.000: non solo, secondo Medici Senza Frontiere, «Le strutture mediche hanno scorte di medicinali per appena due settimane e molte persone restano senza acqua ed elettricità per giorni».