Per la prima volta la Premier May ammette senza tanti giri di parole che l’accordo ultimato nei prossimi giorni sulla Brexit sarà impossibile senza l’assenso del Labour, il principale partito d’opposizione al suo tormentato e dilaniato Governo Tory. Nel pieno dei negoziati, la leader di Downing Street ammette «di aver fatto tutto ciò che era in suo potere per persuadere il suo partito e i nordirlandesi del Dup ma a questo punto deve tentare un approccio diverso. Non ho altra scelta che tendere la mano al resto del Parlamento». Nello stesso momento, il leader del Labour Jeremy Corbyn continua dritto per la sua posizione e non sembra particolarmente intenzionato a “venir incontro” alla Premier Tory: «Finora, la nostra impressione è che la signora May non si sia mossa di un millimetro sulle sue linee rosse». Nel merito delle divergenze ancora in atto tra Tory e Labour, la responsabile della politica legale del Labour, Shami Chakrabarti, afferma come sia difficile immaginare di fare «reali progressi senza elezioni generali o senza un secondo referendum sul divorzio dall’Unione Europea». (agg. di Niccolò Magnani)



MAY “REMAIN O USCITA CONTROLLATA”

Passano le ore e i giorni ma la Brexit continua ad essere un grande punto interrogativo. Non è ben chiaro se il Regno Unito uscirà dall’Unione Europea, ne tanto meno se con un accordo o senza, e neppure di quanto sarà la nuova proroga, se di poche settimane o di un anno. «Più tempo ci vuole – il monito del primo ministro Theresa May, intervistata dal Guardian – maggiore è il rischio che il Regno Unito non esca mai. Significherebbe lasciare che la Brexit che il popolo britannico ha votato ci scivoli tra le dita. Io non sosterrò questo». Le ultime tappe sono il voto alla Camera dei Comuni per evitare il “no-deal”, cosa comunque non certa, nonché la richiesta all’Ue di una proroga non oltre il 30 giugno che comunque obbligherebbe la Gran Bretagna ad andare al voto per le elezioni europee del prossimo 26 maggio. «È essenziale garantire ciò per cui la gente ha votato – ha proseguito la May – e per farlo dobbiamo ottenere un accordo: poiché il parlamento ha chiarito che fermerà l’uscita del Regno Unito senza un accordo, ora abbiamo una scelta netta, lasciare l’Unione europea con un accordo o non andarcene affatto».



BREXIT, ECCO I NUOVI PASSAPORTI

Apre quindi a nuovi scenari la May, indicando solo due strade percorribili: un’uscita ordinata, o una permanenza nel Regno Unito, cosa che andrebbe a spazzare via con un colpo di spugna tre anni di battaglie fra Bruxelles e Londra. Intanto la Gran Bretagna si è portata avanti, ed ha già stampato i nuovi passaporti (li trovate nella foto qui sopra), rimuovendo la scritta “Unione europea”. Nonostante, almeno fino al 12 aprile, il Regno Unito resti uno stato membro, e nonostante l’incertezza regni sovrana, Londra ha ben pensato iniziare a stampare i nuovi documenti di identità scatenando non poche polemiche fra i cittadini: “Non posso crederci”, alcuni commenti sui social, “Neanche siamo usciti, e chissà quando lo saremo e avete già rimosso la scritta ‘Ue’. Sono scioccato”. Il governo al momento non ha fornito alcuna risposta.

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