La giunta Raggi in quanto licenziamenti, dimissioni, arresti e indagati non si può batterei, ma l’Amministrazione Usa del Presidente Donald Trump sembra aver preso “sul serio” la “sfida” con Roma Capitale: al netto degli scherzi, è notizia di queste ore l’ennesimo siluramento avvenuto alla Casa Bianca, questa volta con la Ministro degli Interni. Con il solito tweet, Trump ha cacciato di fatto Kirstjen Nielsen perché considerata troppo “morbida” sul fronte migranti e incapace di risolvere la situazione di grave emergenza alla frontiera con il Messico. «Il segretario della Homeland Security Kirstjen Nielsen lascerà la sua posizione e vorrei ringraziarla per il suo servizio», annuncia l’inquilino alla Casa Bianca in un primo tweet, salvo poi aggiungere subito dopo «Ho il piacere di annunciare che Kevin McAleenan, l’attuale commissario per la difesa delle dogane e del confine diventerà segretario del dipartimento per la sicurezza nazionale. Ho fiducia che Kevin farà un grande lavoro». Il secondo annuncio pare sia avvenuto subito dopo un «burrascoso» (citando la Cnn) incontro con la stessa Nielsen alla Casa Bianca: governo Gop in fibrillazione a meno di due anni dalle Elezioni Presidenziali con il Presidente Trump che vuole arrivarci nel massimo dei propri poteri specie sul fronte immigrazione.
PERCHÈ È STATA LICENZIATA
L’ormai ex Ministra Nielsen invece rappresentava in questo senso una sorta di “ostacolo” per una piena politica di immigrazione vicina al volere di Donald Trump e per questo alla fine “paga” l’atteggiamento considerato troppo soft. Non è un caso che la defenestrazione di oggi arriva a soli due giorni dal ritiro della nonna di Ronald D. Vitiello per la guida dell’agenzia per l’immigrazione perché Trump vorrebbe una «direzione più dura» mentre i migranti al confine col Messico crescono sempre più di numero. Dopo le dimissioni lo scorso dicembre del capo del Pentagono Jim Mattis e del “chief of staff” della Casa Bianca John Kelly, ora un altro addio “rumoroso” nel Governo Trump: 47 anni, nominata Ministro nel 2017 al posto proprio di Kelly che nel frattempo era divenuto Capo di Gabinetto alla Casa Bianca. Sempre leale a Trump su tutte le battaglie per l’immigrazione (muro Messico, taglio agli aiuti dell’America Centrale e separazione dei figli dei migranti al confine) ma mai in reale “rapporto di fiducia” con il tycoon repubblicano. Secondo alcuni fonti citate dall’Ansa, la Nielsen non avrebbe mai «imparato a gestire i suoi rapporti con Trump, che spesso la percepiva come una che gli dava lezioni». Il sostituto invece dovrebbe rappresentare a pieno la volontà del Presidente in quanto già commissario per la protezione delle dogane e del confine, di fatto la polizia a sicurezza delle frontiere: su quel punto Trump si gioca tanto in campagna elettorale e la Nielsen – secondo lui – non garantiva la stessa massima sicurezza a riguardo.