Somalia, attentato nella capitale Mogadiscio: un attacco kamikaze sferrato con tre autobomba azionate nei pressi dell’Hotel Sahafi e anche del quartier generale per le indagini sulla criminalità hanno causato la morte di almeno 22 persone e il ferimento di altre 17. Al momento le news che arrivano dal Paese africano sono ancora frammentarie e il bilancio dell’attacco terroristico potrebbe peggiorare, stando a quanto riferisce il sito Arab News, secondo il quale peraltro il gesto sarebbe già stato rivendicato, come si è subito pensato in un primo momento, dalle milizie di Al-Shabaab, il gruppo jihadista filo-sunnita che è attivo da quasi 12 anni. A seguito delle suddette esplosioni, le guardie che erano posizionate davanti all’hotel e all’altro edificio hanno subito aperto il fuoco contro i terroristi e, a detta dei testimoni presenti sulla scena, al termine dello scontro erano riversi a terra per strada non solo i corpi degli agenti e degli attentatori, ma pure quelli di diversi civili.



LA RIVENDICAZIONE DI AL-SHABAAB

A stretto giro di posta è arrivato un comunicato proprio di Al-Shabaab che ha rivendicato la paternità dell’attentato kamikaze di quest’oggi anche se non è chiaro che i due attacchi siano stato coordinati oppure se sia stato un caso che le autobomba esplose nei pressi del muro perimetrale dell’Hotel Sahafi, una delle principali strutture alberghiere della città, avessero pure come obiettivo l’adiacente dipartimento di polizia somala, o viceversa. Peraltro, come accaduto nel recente passato, non è la prima volta che la capitale somala viene presa di mira dalle milizie estremiste che si ispirano ad al-Qaeda e con cui sono in contatto da tempo, tanto da diventare col suo supporto il più potente gruppo terrorista sunnita del Paese africano e sulla testa dei cui capi l’intelligence americana ha messo da tempo diverse taglie.

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