L’immigrazione regolare e i rimpatri “forzati” sono tra i problemi più intensi della politica estera della Tunisia: certo, il messaggio di questa mattina mandato a Salvini e a tutti i Paesi Ue dal Ministro Trabelsi rischia di trasformare i rapporti diplomatici tra il Nord Africa e l’Europa alquanto “infuocati” nei prossimi mesi in cui il Global Compact potrebbe entrare effettivamente nelle dinamiche politiche di ogni singolo Stato impegnato con la delicata questione migratoria: nel discorso di oggi Trabelsi ha denunciato il ricorso a «misure unilaterali da parte di alcuni paesi di accoglienza», sottolineando come invece la problematica della migrazione irregolare «non possa che essere risolta attraverso l’ausilio di convenzioni e accordi internazionali». È di ieri la notizia dello studio Ocse sulla profonda “diaspora” tunisina nei Paesi che fanno parte dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico: sono 630 mila i tunisini all’estero, l’83% dei quali in Francia, Italia e Germania, la maggior parte al di sotto dei 35 anni di età. Secondo lo studio emerso, «tunisini di ritorno, ma anche gli emigranti tunisini residenti all’estero, contribuiscono allo sviluppo economico della Tunisia attraverso le loro rimesse, la creazione di imprese o gli investimenti, che sono i fattori chiave per la creazione di nuovi posti di lavoro». Un nodo importante che potrebbe anche determinare continue e nuove “decisioni” del Governo tunisino nei prossimi anni, non per forza in ostacolo alle politiche europee financo italiane. (agg. di Niccolò Magnani)



TRABELSI “MESSAGGIO” A SALVINI

La Tunisia esce allo scoperto in tema di migranti, e manda un messaggio alle nazioni dell’Unione Europea, a cominciare dall’Italia, che sicuramente non renderà felice il ministro dell’interno Matteo Salvini. La nazione nordafricana ha infatti deciso di rifiutare i rimpatri forzati dei paesi di accoglienza. A dichiararlo in queste ore, come riportato dai principali quotidiani online, a cominciare da Rainews.it, è stato Mohamed Trabelsi, il ministro agli Affari sociali tunisino, che parlando ad un seminario in occasione della Giornata internazionale per i diritti dei migranti, ha appunto spiegato che la Tunisia «rifiuta categoricamente i rimpatri forzati e unilaterali da parte dei Paesi di accoglienza». Trabelsi ha poi aggiunto, ammorbidendo un po’ il tiro: «Il governo sostiene il loro diritto all’integrazione e all’ottenimento dei diritti nei Paesi di accoglienza ed è pronto a favorire il loro rientro qualora lo volessero». L’esponente dell’esecutivo tunisino ha criticato apertamente «la pratica di alcuni Paesi di accoglienza di prendere iniziative di rimpatrio unilaterali», concludendo che il problema dell’immigrazione può essere risolto «solo attraverso trattati e accordi internazionali».



TUNISIA “NO A RIMPATRI FORZATI”

Dichiarazioni che sembrano dirette in particolare all’Italia, e che si sposano perfettamente con il recente caso di Tarek Abbassi, il tunisino che negli scorsi giorni era fuggito con la sua fidanzata, Angelica, una 17enne vicentina, una vicenda di cui si era occupata più volte anche la trasmissione di Rai Tre “Chi l’ha Visto?”. Tarek, dopo essere riuscito ad evitare il rimpatrio nel proprio paese d’origine per ben tre volte, è stato trasferito dal centro di permanenza di Trapani a quello di Roma, e a breve verrà rispedito nel paese d’origine. Dopo essere riuscito a fuggire alla cattura più e più volte, il magrebino verrà fatto salire su un aereo, destinazione Tunisi. Abbassi, 21enne, è stato già condannato per spaccio, ed era fuggito una decina di volte assieme alla sua ragazza, ma i genitori di lei hanno sempre denunciato l’accaduto alle autorità.

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