I risultati delle Elezioni Presidenziali in Congo sono attesi entro il prossimo 6 gennaio 2019 ma al momento le operazioni di voto sono alquanto ritardate da diversi e numerosi incidenti accaduti nelle ultime ore: nella capitale Kinshasa gli elettori hanno protestato contro un gravissimo ritardo nell’apertura del seggio installato al St. Raphael College – nel comune di Limete, roccaforte dell’opposizione – in quanto costante mancanza delle liste elettorali. «Alle 6 erano aperti 2.853 seggi elettorali, tuttavia 830 non erano ancora aperti per i seguenti motivi: preparazione tardiva, procedure di apertura troppo lunghe, malfunzionamento della macchina di voto», riporta Askanews su fonti locali. Non solo, altri 834 seggi si trovano al momento in luoghi vietati come «campi militari, stabilimenti, case private», riportano ancora gli osservatori della chiesa cattolica preposti alle operazioni di voto nella Repubblica Democratica del Congo. Le proteste e gli scontri fuori da questi e altri seggi del Paese proseguono con le urne che resteranno aperte fino alle 17, ora locali.



ELEZIONI CONGO 2018

Seggi aperti, finalmente, in Congo per le Elezioni Presidenziali che vedono il Paese africano ad un bivio: quale futuro dopo 17 anni di “dinastia-regime” del Presidente Joseph Kabila attende Kinshasa? Dopo due anni di rinvii, un Paese dilaniato dagli scontri e dagli omicidi politici, la fame che segrega più della metà della popolazione e una disparità sociale tra le peggiori al mondo, il Congo non arriva “al meglio” alle Elezioni Presidenziali, specie dopo l’ulteriore spargimento di sangue lo scorso weekend per l’ulteriore rinvio inatteso deciso sempre da Kabila. Si rinnovano con i risultati di oggi, oltre al Governo centrale, anche i rappresentanti dell’assemblea legislativa e le 26 provincie (escluse tre città perché l’epidemia di ebola ha di fatto rinviato il voto al marzo 2019). La violenza in Congo è all’ordine del giorno purtroppo e la speranza fortissima è che queste Elezioni Presidenziali (in ritardo di 2 anni) possano essere un vero “cambio di rotta”, come evidenziato dal messaggio dell’Onu «Un’opportunità storica per la prima e pacifica transizione di potere, per il consolidamento della stabilità del Paese e per la creazione delle condizioni per il suo sviluppo. Chiediamo a Governo e opposizioni di impegnarsi per garantire elezioni trasparenti, pacifiche e credibili».



I TRE CANDIDATI PRESIDENTE FAVORITI

Come ha invece ricordato il medico congolese Denis Mukwege, fresco vincitore del Premio Nobel per la Pace 2018, diritti e democrazia sono la vera chiave di rilancio, «il Nostro Paese è in attesa di esplorare il cammino di una pace duratura. Questa pace passa dal principio di elezioni libere, trasparenti, credibili e pacifiche». Il virus dell’Ebola ha “mascherato” un rinvio ancora una volta politico, con gli scontri che non hanno aiutato la serena vigilia delle Elezioni ora in corso: i due principali candidati dell’opposizione, Martin Fayulu e Felix Tshisekedi, sfidano il delfino del presidente Joseph Kabila, ovvero l’ex ministro Emmanuel Ramazani Shadary. Sono in tutto 40 milioni gli elettori e per la prima volta si v voterà con voto elettronico “touch screen”, sempre sperando che le manipolazioni anti-democratiche del passato non influiscano ancora una volta sull’esito finale della competizione. Al grido di “Kabila è peggio di Ebola”, le opposizioni tentano di deporre il potere dittatoriale degli ultimi 17 anni: capire se riusciranno nell’impresa sarà il vero banco di prova per i risultati attesi nei prossimi giorni.

Leggi anche

PIANO MATTEI/ Tra Etiopia e Somalia serve una mediazione che non "aspetta" la Meloni