Abdel Fattah Al Sisi può ricandidarsi per altri due mandati di sei anni e arrivare teoricamente a governare l’Egitto fino al 2034. Lo consente la riforma della Costituzione a cui il parlamento monocamerale egiziano, in seduta plenaria, ha dato il primo via libera. Gli emendamenti presentati dalla maggioranza sono stati approvati, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa ufficiale Mena. Ma si tratta di un voto di “principio” perché le singole modifiche andranno discusse in Commissione affari costituzionali e legislativi, sottoposte a un voto finale del parlamento e poi al vaglio di un referendum. Ma il voto favorevole è scontato visto che il parlamento egiziano è a larga maggioranza a favore di Al Sisi. La riforma prevede, tra le altre cose, anche la creazione di una Camera alta in parlamento e della carica di vicepresidente, oltre che modifiche delle autorità giudiziarie e delle modalità di nomina del ministro della Difesa.
RIFORMA COSTITUZIONE EGITTO, AL SISI
La proposta di riforma è stata approvata da 485 deputati, quindi oltre due terzi dei 596 membri del Parlamento. Ora una commissione legislativa speciale dovrà ratificare entro due mesi gli emendamenti. Il referendum costituzionale si terrà invece molto probabilmente a maggio, con l’inizio del mese santo musulmano del Ramadan. Lo scorso gennaio “Al Ahram Weekly”, il settimanale del noto quotidiano egiziano “Al Ahram”, aveva scritto che nel 2019 avremmo assistito a «importanti sviluppi politici in Egitto» e a riforme «attese da tempo» in vista delle elezioni parlamentari del 2020 e presidenziali del 2022. L’analista Amr Hasem Rabie aveva dichiarato: «Ci sono forti segnali che la costituzione dell’Egitto del 2014 sarà modificata nel 2019». Chi è contrario a questa riforma costituzionale sostiene che l’Egitto stia nuovamente scivolando nell’autoritarismo, otto anni dopo la rivolta a favore della democrazia che pose fine alla regola dei tre decenni di Hosni Mubarak.