L’aereo caduto in Etiopia domenica mattina, un Boeing 737 Max-8, potrebbe avere avuto un guasto tecnico riscontrato già in altri velivoli dello stesso modello. Su questo stanno cercando di fare luce gli inquirenti, che vogliono appunto capire se il disastro aereo di due giorni fa sia dovuto ad una “falla” dello stesso aereo della nota azienda americana, o semplicemente, ad un errore umano. In attesa di conoscere la verità, la Boeing ha annunciato di aver pronto l’aggiornamento del software dei suoi 737 Max, che verrà rilasciato nel giro di poche settimane. Un annuncio che è giunto dopo che la Faa, l’agenzia federale americana per l’aviazione, aveva chiesto alla stessa Boeing un upgrade della flotta dei 737 Max entro il mese di aprile. Vi sono forti sospetti in merito al fatto che lo schianto si sia verificato proprio per via di un problema di software, una sonda che servirebbe per evitare che l’aereo vada in stallo ma che porta lo stesso mezzo a precipitare al suolo, rendendolo ingovernabile. «L’aggiornamento del software della flotta – ha assicurato Boeing attraverso un’apposita nota – avverrà nelle prossime settimane». Nel frattempo il titolo della stessa azienda con sede a Chicago è crollato in borsa: nella giornata di ieri il titolo aveva perso oltre il 12% subito dopo l’apertura di Wall Street, chiudendo poi a -5.36% a 399.89 dollari. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
AEREO CADUTO IN ETIOPIA: INDAGINI IN CORSO
Continuano le indagini riguardanti l’aereo caduto in Etiopia domenica scorsa, e che ha provocato la morte di 157 persone. Obiettivo prioritario, capire se il Boeing 737 Max-8, il modello del velivolo precipitato al suolo nei pressi di Addis Abeba, sia sicuro o meno. «Con i nuovi sistemi si possono avere riscontri nel giro di pochi giorni», le parole a Il Messaggero da parte di Danilo Recine, comandante di aerei Boeing e coordinatore nazionale piloti di Anpac. In Cina, Sud Africa Etiopia e Indonesia hanno già bloccato tutti i voli riguardanti il modello in questione, ma serviranno ulteriori indagini per capire se sia trattato di un problema tecnico o di un errore umano. A creare qualche sospetto, il fatto che lo scorso mese di ottobre un altro Boenig 737 Max-8 sia precipitato, e di conseguenza si sta cercando di capire come muoversi. Vi sarebbe in particolare un errore sulla sonda che eviterebbe all’aereo di andare in stallo: «In linea teorica – aggiunge Recine – perché ancora non sappiamo se sia questo il caso, se la sonda rileva dati sbagliati o se il software non li elabora correttamente, è il pilota dovere intervenire. Ma nel caso del volo Ethiopian temo non vi sia stato il tempo: è caduto dopo sei minuti, ancora a bassa quota e con una velocità anomala». Interessanti anche le dichiarazioni di Giuseppe Michele Borgna, docente di fondamenti di qualità e sicurezza all’Università Telematica Giustino Fortunato, intervistato dall’Ansa: «Ci sono almeno quattro somiglianze tra la tragedia in Indonesia e quella in Etiopia: entrambi gli incidenti sono avvenuti in condizioni meteorologiche favorevolissime; i velivoli erano nuovissimi; in tutti e due i casi i piloti hanno chiesto di rientrare per un problema tecnico; e in entrambi i casi tutto è avvenuto al decollo».
AEREO ETIOPIA: BOEING 737 SICURO?
Dall’incendio ai dubbi sul software, le ipotesi dietro alla tragedia etiope sono ancora moltissime anche se nelle ultime ore emerge una possibilità che secondo gli inquirenti potrebbe celarsi tra le cause dell’aereo precipitato, sempre fino a che non verranno confermate le verifiche sulla presenza di fumo a bordo del Boeing 737 Max. Un difetto nel software che gestisce i dati relativi al sistema di protezione dell’inviluppo di volo: questa potrebbe essere la causa, ovvero un guasto nella relazione fra l’angolo di attacco dell’ala, la velocità del velivolo e il flusso di aria che lo circonda. Sul fronte delle storie che invece raccontano di quelle 157 vittime innocenti ne emerge una assai particolare, quella del 158esimo passeggero del volo dell’Ethiopian Airlines: Antonis Mavropoulos, cittadino greco e presidente di una Ong, avrebbe dovuto trovarsi su quel velivolo ma per “colpa” di un disguido con la valigia oggi può raccontare la sua incredibile e angosciante storia. Un problema ai controlli del bagaglio lo hanno fatto arrivare in ritardo per 2 soli minuti alla chiusura del gate e dopo una durissima lite con il personale di terra il greco è stato fatto accompagnare in una saletta dove avrebbe aspettato il volo successivo. Così però la sua vita ora è salva: «Ho protestato, ma qualcuno mi ha detto gentilmente di non arrabbiarmi e di dire grazie a Dio, perché ero l’unico passeggero del volo ET 302 a essersi salvato. In un primo momento non capivo però ho aspettato pazientemente che mi identificassero prima di andare via. Mi sono sentito il terreno crollare sotto i piedi, ho cercato su internet per trovare informazioni sul volo e degli amici da Nairobi mi hanno scritto quello che era successo».
“FUMO A BORDO DEL VOLO ETIOPE”
Secondo alcune testimonianze che stanno emergendo in queste ultime ore dalla tv di Stato in Etiopia, vi sarebbe un’altra possibile ipotesi che finora ancora non era stata riportata nelle tante teorie in merito alla caduta tremenda ieri mattina: alcuni testimoni avrebbero visto l’aereo precipitare con del fumo che si osservava distintamente provenire a bordo del Boeing 737 verso il Kenya. Stando ad alcuni etiopi che hanno osservato shoccati lo schianto del volo sugli altipiani vicino Addis Abeba, vi sarebbe stato almeno «un incendio a bordo dell’aereo», il che potrebbe a questo punto aver generato e complicati i già diffusi problemi al software riportati dal pilota pochi istanti prima di schiantarsi al suolo. Alcune parti delle scatole nere recuperate sono danneggiate e si spera si riesca comunque a ricostruire nel dettaglio cosa accede in quegli ultimi drammatici minuti: «E’ un giorno triste per la nostra organizzazione. Il terribile incidente aereo in Etiopia ha tolto la vita a tutti coloro che erano a bordo, tra cui almeno 21 nostri colleghi Onu, secondo le ultime informazioni. I nostri colleghi caduti erano donne e uomini, professionisti giovani e funzionari esperti, da tutti gli angoli del globo. Avevano una cosa in comune, lo spirito di servire la gente nel mondo e renderlo un posto migliore per tutti», ha fatto sapere in una nota il Segretario Generale dell’Onu, Antonio Guterres.
AIR ITALY “I NOSTRI BOEING SONO SICURI”
Il mondo (aereo) intero si interroga e divide in merito al Boeing 737, uno dei modelli più moderni eppure così in discussione per le due tragedia avvenute in pochi mesi di distanza tra Indonesia e Etiopia: Cina, Sud Corea e gli stessi Paesi colpiti dalla doppia caduta di Boeing Max hanno ritirato al momento i modelli della flotta, mentre l’Unione Europea monitora le indagini per capire quali azioni prevedere per l’immediato futuro. Anche la Cayman Airways ha deciso di lasciare a terra temporaneamente i suoi due Boeing 737 Max 8, mentre Air Italy (compagnia sarda che nella flotta ha 3 Boeing 737 Max 8) ha spiegato «per la nostra compagnia aerea, la sicurezza dei nostri passeggeri è da sempre la principale priorità. Con riguardo al B737 Max 8 e a tutti gli aeromobili operativi in flotta, la compagnia si trova in piena conformità con le disposizioni delle autorità aeronautiche e alle procedure operative e direttive del costruttore. La compagnia è in costante contatto con le autorità e ne seguirà le direttive con l’obiettivo di garantire un servizio improntato alla massima sicurezza del volo». È stata intanto ritrovata anche la seconda scatola nera, dando così agli inquirenti i dispositivi sul registratore di voce della cabina di pilotaggio ed il registratore digitale dei dati di volo.
IL DISASTRO AEREO IN ETIOPIA
È stata ritrovata poche ore fa la scatola nera del volo Boeing 737 della compagnia Ethiopian Airlines partito da Addis Abeba, in Etiopia, e diretto a Nairobi: l’aereo caduto sugli altipiani etiopi pochi minuti dopo il decollo ha provocato 157 morti, nessun sopravvissuto nel “cratere” causato dalla velocissima precipitazione da quota ancora non altissima proprio per le difficoltà riscontrate subito dal pilota a bordo del 737 Max (una delle versioni più moderne del velivolo tra i più utilizzati al mondo). Intanto la Procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine in relazione alla morte degli italiani, le 8 vittime che purtroppo erano a bordo assieme agli altri passeggeri senza scampo dopo la caduta sugli altipiani vicino ad Addis Abeba: sul fronte indagini, Ethiopian Airlines ha bloccato tutti gli aerei Boeing 737 Max con una breve nota «A seguito del tragico incidente del 10 marzo Ethiopian Airlines ha deciso di tenere a terra tutti i Boeing 737 Max. Non si conoscono ancora le cause della sciagura e la decisione è presa in via precauzionale. La compagnia – conclude il comunicato – diffonderà ulteriori informazioni non appena disponibili». La Cina pure ha ritirato al momento tutti i modelli Boeing 737 Max mentre l’Europa ha deciso di monitorare ma non stoppare i voli: «E’ troppo presto per fornire indicazioni alle compagnie europee, o per agire, ha detto il portavoce. L’Easa è in contatto con l’autorità americana Federal Aviation Administration (Faa) e con le autorità etiopi».
CHE COSA È SUCCESSO: LE POSSIBILI CAUSE
L’aereo etiope è caduto alle ore locali 8.44 (le 6.44 in Italia), solo 6 minuti dopo il decollo per motivi ancora sconosciuti: il pilota aveva segnalato alcuni problemi e chiesto di far ritorno alla base, accordata subito dopo, ma non c’è stato il tempo di virare indietro e lo schianto è stato praticamente istantaneo. Per questo motivo il ritrovamento avvenuto della scatola nera permetterà di comprendere meglio i reali motivi dietro la misteriosa caduta a pochi mesi dall’altra in Indonesia, sempre dello stesso medesimo modello di aereo intercontinentale. Il CEO di Ethiopian Airlines, Tewolde GebreMariam, oltre a confermare la bravura del pilota per fugare ogni dubbio di errore umano, ha visitato il luogo dell’incidente e ha detto che «è troppo presto per capire se l’aereo sia caduto o se abbia tentato un atterraggio di emergenza». Intervistato da Rai News24 Danilo Recine dell’Anpac (Associazione Piloti Aviazione Commerciale) ha provato a dare le prime ipotesi su cosa possa essere successo nella tragedia dell’Ethipian Airlines: «si parla molto di un’analogia con uno stesso tipo di aereo precipitato in Indonesia dopo 13 minuti dal decollo, sembrano simili in effetti ma i dati sono ancora troppo pochi per capirlo. Aereo ultramoderno e tra i più diffusi, al momento però non possiamo dare previsioni affrettate». Secondo ancora Recine, il pilota ha comunque il potere di bypassare la tecnologia in caso di anomalie e difficoltà: «quello che di solito rappresenta il pericolo maggiore per il pilota è capire in tempo rapido il tipo di problema-emergenza in corso. In questo caso credo sia successo qualcosa di davvero grave che in pochissimo tempo ha purtroppo portato al disastro aereo cui abbiamo assistito»,conclude il rappresentate Anpac di fronte alla tremenda tragedia che ha tolto la vita di Tusa, degli altri 7 italiani a bordo e di tutte le 157 vittime del disastro aereo in Etiopia.