Anche gli Stati Uniti hanno deciso di bloccare tutti i voli del 737 Max 8 della Boeing, il modello di aereo precipitato domenica scorsa in Etiopia, e che ha provocato la morte di 157 passeggeri. Si teme che la causa del terribile schianto sia un problema di software dello stesso velivolo aereo, e di conseguenza tutto il mondo ha deciso di sospendere, fino ad ulteriori aggiornamenti, il mezzo in oggetto. «La sicurezza del popolo americano – le parole del presidente degli Usa, Donald Trump, attraverso la propria pagina Twitter – di tutte le persone, è la nostra preoccupazione principale». La decisione di sospensione dei 737 nel paese a stelle e strisce ha avuto effetto immediato, e di conseguenza il colosso aereo di Seattle ha dovuto sottostare alla direttiva governativa, attraverso un annuncio: «Abbiamo raccomandato per abbondanza di precauzione e per rassicurare il pubblico, alla Federal Aviation Administration (FAA), la temporanea sospensione dell’intera flotta di 371 velivoli 737 Max. Boeing è un’azienda straordinaria e sta lavorando duro». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



BOEING 737 MAX 8: LA NORWEGIAN AIR SHUTTLE CHIEDE I DANNI

Proseguono le nazioni che stanno bandendo dai propri cieli il Boeing 737 Max-8, il modello di aereo della Ethiopian Airlines caduto nella giornata di domenica scorsa. Le ultime in ordine di tempo sono stati gli Emirati Arabi, la Nuova Zelanda, Fiji e l’Uzbekistan. Un elenco che si allunga ogni ora che passa e che prevede anche Egitto, Turchia, Bulgaria, Kosovo, Russia, Hong Kong, Guinea equatoriale e infine India. Da sottolineare in particolare quando accaduto alla compagnia aerea norvegese, Norwegian Air Shuttle, che ha lasciato a terra ben 18 Boeing 737 Max 8 e che ha fatto sapere di essere pronta a chiedere un risarcimento danni alla stessa multinazionale americana. «Manderemo il conto totale» al vettore, parole del portavoce dell’azienda nordica, Lasse Sandaker-Nielsen. Nel frattempo i famigliari delle vittime dell’aereo caduto ad una cinquantina di chilometri da Addis Abeba, si sono recati quest’oggi sul luogo dell’incidente. Asrat Begashaw, responsabile delle relazioni pubbliche della stessa compagnia aerea di bandiera, ha spiegato che i funzionari delle ambasciate delle varie nazioni hanno appunto accompagnato i parenti sul luogo incriminato dove vi sono ancora i resti delle vittime: «Ciò che abbiamo raccolto – le sue parole riportate da Il Giorno – fino ad ora è conservato nei congelatori ma è in programma il trasferimento negli ospedali. Il lavoro sul Dna non è ancora iniziato». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



BOEING 737 MAX-8 RIMANE A TERRA

Restano a terra tutti i Boeing 737 Max 8 che volano in Europa. Lo ha deciso l’Easa, l’agenzia europea per la sicurezza aerea, l’organo che controlla il settore aereonautico dell’Ue, a seguito dello schianto del volo 302 della Ethiopian Airlines che ha provocato la morte di 157 passeggeri. A procedere al primo blocco è stata la Gran Bretagna, quindi si sono accodate Francia, Germania, Irlanda e Italia. Una decisione, quella degli stati europei, che giunge dopo che già Cina, Sud Africa e Indonesia avevano bloccato il Boeing 737 Max 8 immediatamente le ore successive il disastro. Niente da fare invece negli Stati Uniti, dove il noto velivolo è ancora pienamente operativo. «Non ci sono le basi per ordinare la messa a terra del Boeing 737 Max», le parole della FAA, la Federal Administration Aviation, aggiungendo che al momento non sono stati forniti dati che fanno pensare ad un problema nel velivolo. «Continuiamo a esaminare i dati disponibili – ha proseguito la Faa – e se nel corso dell’esame emergessero problemi, la Faa è pronta ad agire immediatamente e in modo appropriato».



BOEING 737 MAX 8: EUROPA SOSPENDE TUTTI I VOLI

In attesa della decisione degli Usa, che intanto ha chiesto alla Boeing di modificare il software di controllo Mcas, Maneuvering Characteristics augmentation system (probabile responsabile del disastro), entro il prossimo aprile, in coda all’Unione Europea si sono messe le autorità di Singapore, Corea del Sud, Malesia e le compagnie aeree Aerolineas Argentinas e l’indiana Jet Airways, con l’aggiunta infine degli Emirati Arabi. Emergono intanto testimonianze per certi versi da brividi di numerosi piloti che hanno denunciato di incidenti sfiorati negli ultimi mesi proprio per via del software in questione, mentre Donald Trump, attraverso Twitter, fa sapere: «Gli aeroplani stanno diventando fin troppo complessi da far volare, una complessità che crea pericolo. Non sono più necessari i piloti ma piuttosto gli informatici del Mit. Non voglio che Albert Einstein sia il mio pilota. Io voglio che a grandi professionisti del volo sia consentito di prendere il controllo dell’aereo facilmente e rapidamente! – per poi chiudere con un appello – le cose vecchie e semplici».