Il crollo della diga  di Brumadinho avvenuto in Brasile lo scorso venerdì, nello stato di Minas Gerais, ha rappresentato l’ennesimo disastro ambientale. Al momento si parla di 34 morti certi, numero destinato comunque a mutare con il passare delle ore. Centinaia, invece le persone che risultano attualmente disperse ma attualmente le autorità locali hanno deciso di sospendere le ricerche in corso, come trapela dall’agenzia di stampa Ansa. Il motivo è presto detto: si fa sempre più strada il timore di un altro possibile crollo improvviso che potrebbe coinvolgere una seconda diga vicina. Quella che ha finora portato ad un pesante bilancio in fatto di vittime, era caratterizzata da scarti minerari dell’azienda Vale. Un incidente simile si era registrato solo tre anni prima a Mariana, nel medesimo stato in Brasile e quello fu definito il più grande disastro ambientale nella storia del Paese. Secondo le stime delle autorità, sarebbe di circa 13 milioni di metri cubi il versamento di rifiuti minerari prodotto con il crollo, ovvero il 20% del materiale fuoriuscito dopo il crollo di Mariana nel 2013. Il danno ambientale è certamente più contenuto ma lo stesso non si può dire sul piano delle vittime, alle quali si aggiungono i quasi 300 dispersi anche se potrebbero essere addirittura più di 400.



CROLLO DIGA IN BRASILE: AZIENDA MULTATA

Le speranze di trovare dei superstiti dopo il drammatico disastro ambientale avvenuto nel sud-est del Brasile, in seguito al crollo di una diga, si affievoliscono sempre di più, soprattutto dopo la sospensione delle ricerche. Anche il governatore locale, Romeu Zema, crede che le possibilità di trovare ancora dei sopravvissuti siano ormai pari a zero. Sono circa un centinaio coloro che sono state estratte dall’ammasso di fango e detriti causato dal crollo avvenuto lo scorso venerdì e che ha trasformato l’intera zona in un “mare di melma fangosa”. Un’ondata di fango ha letteralmente seppellito una mensa nella quale pranzavano centinaia di lavoratori. Al momento, spiega Il Post, non è ancora stata fatta chiarezza sulla causa che ha generato il drammatico crollo della diga ma si apprende che l’azienda Vale è già stata multata dall’agenzia ambientale per violazioni relative al crollo. I magistrati hanno anche chiesto di congelare i beni dell’azienda per un valore di circa un miliardo di euro e che serviranno eventualmente ai lavori di ricostruzione.

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