Una delle ragioni per capire come mai l’attuale Presidente del Brasile Jair Bolsonaro possa aver vinto le elezioni risiede nei numeri. Non quelli della cabala, ma quelli della violenza che da anni pervade il più grande Paese latinoamericano. I dati del 2017 sono infernali: 63.880 omicidi, 60.018 violenze sessuali, 221.238 violenze domestiche, 1 poliziotto ucciso quotidianamente, 5.144 vittime in conflitti a fuoco con le forze dell’ordine. Numeri da far onestamente paura… ma non basta, perché le carceri, che potrebbero contenere solo 300.000 ospiti, ne hanno 737.000, fatto che le rende praticamente ingestibili. Allo Stato, ma non ai vari cartelli criminali che praticamente si sono impadroniti del potere nelle prigioni. Abbiamo incontrato il Raul Jungmann, che durante i precedenti Governi di Cardoso e Temer ha ricoperto il ruolo di ministro della Sicurezza: con lui abbiamo esaminato la situazione attuale del Brasile dopo l’elezione di Bolsonaro.



Come vede la situazione della Giustizia in Brasile con Bolsonaro?

Stiamo attraversando un momento di adattamento di un’alleanza politica relativamente ai Governi che l’hanno preceduta, ma ciò fa parte dell’alternanza democratica dei poteri. Noi tutti speriamo che l’attuale Presidente, come già ha anticipato, mantenga l’impegno di uno Stato democratico di diritto con i diritti fondamentali ed evidentemente una Costituzione che è il nostro grande patto interno di Giustizia, Democrazia, Sicurezza e Uguaglianza.



Che cambiamenti ha provocato in Brasile lo scandalo di corruzione denominato “Lava Jato”?

Straordinari e storici progressi allo stesso tempo. Il “Lava Jato” rappresenta un indubbio miglioramento in termini di Repubblica, di educazione, di punire i responsabili chiunque siano e qualunque posto essi occupino nel potere o indipendentemente delle loro fortune finanziarie. È diventato un paradigma del Brasile in termini di impunità: oggi i brasiliani sanno che chiunque sia implicato nella corruzione pagherà il suo conto alla giustizia, sia che appartenga ai poteri politico, amministrativo, giudiziario o sia imprenditore. Il Lava Jato ha immesso un nuovo modo di combattere la corruzione e di ridurre l’impunità in Brasile: e questo non ha prezzo.



Sempre riguardo alla giustizia, la situazione carceraria sembra infernale in Brasile. In pratica chi entra in una prigione non ha diritto alla sicurezza, le mafie criminali interne alle hanno il controllo….

Questo si deve al fatto che oggi abbiamo la popolazione carceraria più grande del mondo con 737.000 prigionieri con una disponibilità di posti di meno della metà: una perdita completa di controllo da parte dello Stato, fatto che provoca la sua sostituzione con il crimine organizzato. Chi entra nelle carceri, specie se giovane, per sopravvivere deve giurare fedeltà a queste bande e passa a essere un militare sia che stia in prigione che, una volta liberato, nelle strade. È chiaro che la situazione va combattuta e il ministro per la Sicurezza ha preso provvedimenti in questo senso, ma siamo ancora molto lontani dalla soluzione.

Come vede il Brasile attuale? Bolsonaro è conseguenza del Lava Jato?

Il Lava Jato ha avuto come effetto collaterale, in gran parte, la perdita di credibilità della politica, dei partiti e dei politici stessi e ciò ha avuto come conseguenza, come d’altronde è successo in Europa e in altri Paesi, il successo di un candidato anti sistema e politica. La lotta alla corruzione ha coinvolto centinaia di politici e provocato la perdita di credibilità e legittimità nell’intero sistema ed è chiaro che un candidato che ha un discorso e anche una narrativa contro la politica ha avuto in Brasile lo stesso successo di altri Paesi.

Cosa serve per lo sviluppo del Paese?

Il Brasile ha urgenza di riforme, soprattutto previdenziali. Se il Governo attuale riuscirà nell’intento avrà la forza per imporne altre. Spero lo faccia, ma Bolsonaro deve assolutamente migliorare il suo dialogo con il Parlamento e anche evitare conflitti collaterali e focalizzare tutta la sua azione democratica, chiaramente, nelle riforme.

In che stato versa secondo lei l’opposizione, che a lungo ha occupato il potere in Brasile?

È estremamente debole e minoritaria e a mio modo di vedere genera conflitti totalmente inutili. Come ha sottolineato il ministro dell’Economia Paulo Guedes, è auspicabile che l’opposizione chiuda questa fase per iniziare a discutere le riforme che sono molto importanti per lo sviluppo del Brasile.

(Arturo Illia)