Secondo Carlo Altomonte, associato di Politica Economica Europea intervistato dal Sole 24ore, gli effetti della presenza inglese alle prossime Elezioni Europee potrebbero dare conseguenze diametralmente opposte alle forze Ue in gioco alle urne. «La ricomparsa della Brexit potrebbe essere più decisiva per i Socialisti che per l’ultradestra. È vero che un buon risultato del Brexit party, proiettato dai sondaggi addirittura al 27%, porterebbe in dote ai sovranisti una nuova pattuglia di deputati», spiega Altomonte. Questo non significa però una “catastrofe” sovranista, sottolinea ancora il Sole 24 ore, ma di certo con la presenza o l’assenza degli eurodeputati inglesi la partita Ue può cambiare notevolmente sui vari dossier centrali della prossima legislatura a Bruxelles. Fra diversi sostenitori della Brexit – stando a quanto scrive il britannico Guardian – si fa strada l’ipotesi di chiedere un secondo Referendum popolare sul divorzio dalla Ue: al netto di tutto, la catastrofe del Governo May rischia di tramutare il voto inglese del 23 maggio in un “anticipo” di referendum, ovvero pro-contro la Premier dei Conservatori.
L’ANNUNCIO DEL GOVERNO TORY
«Much amo about nothing»: “tanto rumore per nulla”, lo diceva William Shakespeare nel 1598 ma potrebbe tranquillamente trasporsi anche la attuale situazione della sua amata Gran Bretagna. Dopo il fallimento della Brexit rinviata a data da destinarsi (e già questo è il primo scandalo, dopo il referendum votato il 6 giugno 2016), oggi il vice di Theresa May – David Lidington – ha annunciato che il Regno Unito parteciperà ufficialmente «e malauguratamente» al voto delle Elezioni Europee di fine maggio. È stato anche ufficializzato il giorno della chiamata alle urne che per Londra sarà il 23 maggio prossimo: «Siamo impegnati nelle trattative con le opposizioni – ha spiegato ancora Lidington -, ma visto il poco tempo che rimane non è possibile concludere questo processo prima del termine legale per evitare le elezioni»: per cercare di recuperare la “faccia” e sperare in un accordo in extremis sulla tanto discussa Brexit tra Tory e Labour, il Cabinet Officer Minister ha annunciato che per il 2 luglio il governo spera possa passare una nuova intesa per l’uscita dalla Ue. Quello è il giorno in cui si insedierà il nuovo EuroParlamento, con l’Inghilterra che medita le dimissioni di massa dei propri parlamentari eletti una volta raggiunto l’accordo sul divorzio dall’Unione Europea finora ancora non trovato dopo quasi tre anni di negoziati.
BREXIT, LONDRA ALLE EUROPEE: FALLIMENTO MAY
Era il timore che tutti provavano e che la Premier May in maniera testarda ripeteva di voler evitare il più possibile: ora però le settimane sono passate, il Governo non ha i numeri in Parlamento ma nemmeno i rivali del Labour e così ci si ritrova a due settimane dalle Elezioni Europee senza una campagna elettorale cominciata, senza i candidati e senza soprattutto la pianificazione di un appuntamento elettorale che potrebbe di colpo rivelarsi una “mannaia” per i due partiti più importanti. Ne approfitteranno inesorabilmente i partiti “minori” – il Brexit Party di Farage, i liberaldemocratici, i verdi e il Change UK Party – che sulla Brexit hanno una posizione chiara da tempo e che contro May e Corbyn hanno costruito l’intera loro fortuna politica. Caos completo in Gran Bretagna, incognita comprensibile anche nella Commissione Europea che avrebbe volentieri evitato il “nodo” di parlamentari inglesi che potrebbero esserci come non esserci nel nuovo Parlamento Ue dal 2 luglio in poi. Notizia importante quella data oggi dal Governo inglese anche per i tanti italiani presenti nel Regno Unito, circa 700mila: non dovranno infatti più tornare per forza in Italia per poter votare ma potranno rimanere nel loro domicilio con la consueta modalità delle schede Aire tramite la doppia ipotesi «votare per le liste britanniche, se entro oggi si sono registrati presso la propria circoscrizione elettorale di quartiere; o votare per le liste italiane nella mezza dozzina di seggi che saranno approntati dal nostro Consolato, se sono iscritti all’Aire, l’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero» riporta Repubblica.