Tutti d’accordo sul fatto che il G20 ormai si trasformerà a breve in un G2, perché quello che è emerso chiaramente è che le potenze leader Cina e Usa siano ormai molto distanti dal resto di un mondo che è ormai completamente diviso in situazioni che appaiono di soluzione non immediata.
Certo è che il duopolio tra Usa e Cina pare avere delle barriere insormontabili, visto che gli Americani pretendono un protezionismo fuori dalle regole così come i Cinesi vorrebbero un liberalismo ma anch’esso fuori dalle regole che è proprio la Cina stessa a non rispettare.
E’ certo ormai che le riunioni globali servano a poco o nulla, per cui si ha urgenza di accordi che possano permettere di confrontarsi con questi due giganti.
Due anni fa, nel corso del Wto, la riunione dell’organizzazione mondiale del commercio, tenutasi a Buenos Aires aveva iniziato a prendere forma un accordo commerciale tra Ue e Mercosur . Sebbene nella capitale argentina non si sia messo nulla in marcia, rimandando il tutto ad un successivo incontro a san Paolo del Brasile, cosa poi non accaduta, la riunione attuale del G20 ha tentato di mettere le basi di un accordo che, se realizzato, potrebbe aprire degli orizzonti non solo di scambio commerciale ma pure di collaborazione tra due Continenti con diversi punti culturali in comune.
Come già sottolineato proprio dal Sussidiario in altri articoli, questa soluzione fornirebbe all’Italia un’occasione quasi unica di poter risorgere a livello economico, per una serie di fattori storici (la grande emigrazione) ed anche l’inserimento in un mercato grandissimo dove la parola Italia è ancora sinonimo di qualità.
L’unica cosa che potrebbe essere sfavorevole risiede proprio in un aspetto di quest’ultimo fattore, sottolineato dal primo ministro Conte nel corso del suo incontro con Macri: la possibilità che, nel campo enogastronomico sopratutto, le varie Doc e denominazioni di qualità che hanno reso famosi i prodotti Italiani nel mondo possano essere fonte di plagio, fenomeno del resto già presente in alcuni Paesi latinoamericani. Per il resto l’Italia è ovviamente favorevole a quest’accordo anche perché il nostro Paese ha con l’intero continente latinoamericano, da ormai 50 anni, la presenza dell’Ilia, l’Istituto Italo Latinoamericano con sede a Roma, una vera e propria rappresentanza diplomatica continentale in Europa.
Ma è chiaro che una relazione tra Ue e Mercosur potrà funzionare solo in presenza di una unità di base tra le due organizzazioni e qui sorgono due interrogativi. Il primo riguarda l’effettiva tenuta della Ue visto che ormai tutti auspicano un cambio radicale delle sue politiche, che dalle elezioni di maggio 2019 potrebbero dar luogo ad un diverso assetto, mentre sul Mercosur incombe lo spettro del Brasile di Bolsonaro che ha iniziato a dare i primi segnali di voler uscire, in perfetto stile Brexit, da questa Unione, visto che il Brasile vorrebbe avere una chiara supremazia politico-economica al suo interno.
Il tutto con una Cina che, attraverso accordi economici firmati in questi giorni con l’Argentina, ha iniziato a mettere anche lei delle basi nel ricchissimo Continente latinoamericano che, seppur attualmente attraversato da crisi rilevanti, ha risvegliato un grande interesse nei suoi confronti non essendo più il “continente desaparecido” come veniva ingiustamente definito negli anni ottanta.