È una sorta di nuovo “patto sociale” quello che Emmanuel Macron ha presentato oggi al Paese dopo le fortissime polemiche sui Gilet Gialli e il crollo verticale dei suoi consensi a solo due anni dalle Elezioni in Francia: quel “meno nucleare, più transizione ecologica” suona molto più di uno slogan ambientalista ma rappresenta, per l’Eliseo, la vera carta in mano per condurre fino alla fine delle Legislatura una battaglia culturale energetica finora mai raggiunta in Europa. Il problema è che fare tutto questo senza tener conto dei cittadini e delle problematiche sorte da un cambio più o meno repentino delle abitudini di vita quotidiano (come l’aumento dei carburanti dal prossimo 1 gennaio, ndr) si è rivelato come il più clamoroso degli autogol: Macron, nel tentativo (tardivo) di venire incontro ai Gilet Gialli ha annunciato l’introduzione di un meccanismo che trasformi le nuove accise sulla benzina in «un’imposta intelligente, che possa variare ogni tre mesi in dipendenza dell’andamento del petrolio sui mercati, in modo che il peso non ricada sui francesi che usano molto spesso auto o camion». Come spiegano gli analisti economici anche in Francia, è una misura che si aggiungerebbe agli sgravi e ai sussidi già annunciati qualche giorno fa. «Mi auguro che i gilet jaunes possano proporre soluzioni», ha poi aggiunto un Presidente sempre più in crisi di consensi e alla ricerca di una “seconda luna di miele” con il popolo francese.



“MENO NUCLEARE, PIÙ TRANSIZIONE ECOLOGICA”

Emmanuel Macron e l’energia “nuova”, due mondi che sempre più spesso si incrociano ma raramente con effetti “condivisi” da tutti: mentre imperversa in Francia la protesta dei Gilet Gialli, il presidente nell’annunciare la strategia del Governo sulla “transizione energetica” annuncia che entro il 2035 il Paese ridurrà la sua quota di energia nucleare del 50% chiudendo 14 centrali nucleari da 900 megawatt. In particolare, spiega Macron in conferenza stampa, «14 reattori nucleari saranno chiusi entro il 2035, 12 dei quali fra il 2025 e il 2035»: davanti alle reazioni alquanto “sorprese” dei presenti, Macron ha sottolineato «Ridurre il ruolo dell’energia nucleare non significa rinunciarvi. Dobbiamo sentire le proteste di allarme sociale ma senza rinunciare alle nostre responsabilità perché c’è anche un allarme ambientale», spiega il Presidente dell’Eliseo presentando la Programmazione pluriennale dell’energia. Finora il progetto di Macron di coniugare le rivoluzioni climatiche ed energetiche senza rivolte sociali non ha portato grandi vantaggi per il n.1 di En Marche, crollato nei sondaggi e nei consensi di mezza Francia: la battaglia però “continua”, con Macron che rilancia «l’istituzione di un Consiglio superiore per il clima che contribuirà a ripristinare fatti e verità scientifiche».



MACRON “RISPONDE” AI GILET GIALLI

In tutto questo, entro il 2022 lo stesso Macron annuncia che verranno chiuse tutte le centrali a carbone sul territorio francese: la “transizione energetica” subisce dunque una decisa accelerata, sempre ammesso che si riesca a trovare una soluzione che eviti le ultime settimane di rivolte sociali in piazza dei Gilet Gialli, sempre più numerosi e sempre più irati contro il Governo Macron per non sentirsi minimamente “ascoltati” nelle proprie richieste (qualora non siano violente, chiaramente). Il Presidente tiene il punto e non intende per nulla ridurre il corso dei carburanti, ma apre una “piccola finestra” ai manifestanti col giubbotto giallo: «Non confondo i casseur con i cittadini che vogliono far passare un messaggio. Mi auspico una ecologia popolare». Macron ha quindi annunciato «una grande concertazione sulla transizione ecologica e sociale con la missione di costruire un nuovo modello economico, sociale e territoriale di cui abbiamo bisogno». Presto dice che darà “risposte” ai Gilet Gialli che però intanto, specie dopo l’annuncio choc sui rettori nucleari, preparano già le prossime mosse e proteste nel primo weekend di dicembre.

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