Secondo l’analista francese Jerome Fourquet, e non è l’unico piuttosto scettico che dalla Francia parla il giorno dopo “il discorso”, il passo indietro di Macron sui gilet gialli non basterà a placare la rabbia della società francese: «L’aumento del salario minimo non è poca cosa. Anche l’ abolizione degli aumenti dei prelievi sulle pensioni più basse è significativo: si trattava di una misura del governo molto impopolare. Macron ha ceduto, ma non su tutti i fronti. Ad esempio sulla patrimoniale non arretra, parla di tassare di più i redditi alti ma resta vago sulle modalità». Lo spiega a Libero Quotidiano il politologo esperto del Governo Macron-Philippe, convinto che la popolarità del Presidente non risalirà dopo la “mancia” data ai gilet gialli e ai principali oppositori dell’Eliseo: «Il problema di Macron non è solo l’ impopolarità, ma cosa c’ è dietro. Anche Hollande è stato impopolare, e a suo tempo Chirac pure è precipitato nei sondaggi. Altri presidenti deludevano, non convincevano, ma non erano odiati da una parte dei francesi come succede adesso a Macron. L’ unico precedente era Sarkozy, che veniva chiamato “presidente bling bling” per alcuni comportamenti volgari ma non era visto così nei ceti popolari. Macron è percepito come il primo della classe», conclude Fourquet dando il “polso” di oggi della larga parte dell’opinione pubblica anche nei ceti considerati “bassi”.
10MILIARDI “PER” I GILET GIALLI: MA L’UE?
Dopo il discorso alla nazione con cui Emmanuel Macron ha annunciato misure importanti dal punto di vista economico per venire incontro alle proteste dei gilet gialli è arrivato il momento di trovare i fondi per finanziare quelle misure. Come riportato da La Repubblica, spetterà oggi al primo ministro francese, Edouard Philippe, spiegare oggi in parlamento come il governo intende finanziare le misure annunciate ieri dall’Eliseo per placare la “giusta collera” dei gilet gialli, possibilmente prima di sabato, quando potrebbe andare in scena il quinto week-end di proteste e scontri. Olivier Dussopt, segretario di Stato al Bilancio, ha calcolato che i provvedimenti indicati da Macron costeranno “tra gli 8 e i 10 miliardi di euro, e stiamo cercando di capire come finanziarlo”. Con ogni probabilità queste misure peseranno sui conti pubblici francesi: Macron si troverà a dover giustificare le sue scelte davanti alla Commissione europea? Paradossalmente un nuovo fronte aperto a Bruxelles sul tema dei conti pubblici potrebbe “aiutare” indirettamente anche l’Italia, alle prese con una difficile trattativa per evitare la procedura d’infrazione. (agg. di Dario D’Angelo)
LE PROMESSE DI MACRON
Il presidente della Francia, Emmanuel Macron, si è rivolto ai Gilet Gialli. Lo ha fatto per la prima volta ieri sera, in diretta tv, attorno alle ore 20:00. Il numero uno d’oltralpe ha deciso di metterci la faccia, concedendo una serie di regali ai suoi concittadini, a cominciare da un aumento del salario minimo di 100 euro al mese. Oggi, in Francia, lo stipendio base è di 1.184 euro netti, che diverranno quindi 1.284. Ma non finisce qui perché sono stati aboliti anche i prelievi sulle pensioni sotto ai 2000 euro, e defiscalizzati gli straordinari e il premio di fine anno delle imprese. Aggiungendoci anche le moratorie su accise dei carburanti, e sul gas e l’elettricità, alla fine il regalo di Macron è stato calcolato che costerà attorno ai 10 miliardi di euro per il bilancio dello stato. Una cifra imponente, ma Macron ha dovuto arrendersi alla devastazione dell’ultimo mese dei protestanti in giallo, che tra l’altro pare siano intenzionati a scendere nuovamente in piazza sabato prossimo, per il quinto atto della manifestazione. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
IL DISCORSO DI MACRON AI GILETI GIALLI
Il Presidente della Francia davanti alla Francia per un discorso che potrebbe divenire a suo modo storico: le proposte messe sul tavolo sono tante nei circa venti minuti di discorso a reti unificate anche se non si intravedono quelle “volute” dai gilet gialli più ostili al Governo Macron e alla gestione degli ultimi due anni di riforme strutturali. «Mi rendo conto di aver fatto male ad alcuni francesi con le mie dichiarazioni. Attraversando questa crisi – ha aggiunto – riconcilieremo i francesi. La mia unica preoccupazione siete voi, la mia unica preoccupazione è la Francia»: per Macron le misure da proporre saranno «profonde» e volte a superare la crisi stagnante che da oltre un mese ha tenuto fermo il Paese transalpino. «È una collera giusta quella dei gilet gialli, visto lo stato d’urgenza economico e sociale»: condanna ovviamente la violenza ma fa diversi passi indietro, almeno comunicativi, cercando di smorzare l’immagine di leader “arrogante” e di mostrarsi invece disponibile ad un nuovo dialogo con le diverse richieste sociali. Il salario minimo della Francia aumenterà di 100 euro al mese dal 2019, ha promesso Macron in diretta tv mentre ha annunciato anche l’annullamento della contribuzione «sociale generalizzata per i pensionati che guadagnano meno di 2mila euro al mese». Non solo, Macron ha ribadito che verranno detassati gli straordinari per tutti i lavoratori. Nel salutare con un immancabile “Vive la France”, Macron ha ribadito «La mia legittimità viene dai francesi, non dalle lobby». Ora la palla passa alla piazza che dovrà decidere se “ascoltare” il Presidente e o tirare diritti per la propria strada.
“SERVE NUOVO COMPROMESSO NAZIONALE”
In attesa del discorso pronunciato all’intera nazione francese questa sera, il Presidente Macron ha “anticipato” alcune possibili proposte per sistemare il “nodo” gilet gialli formulate durante le “consultazioni” tenute oggi all’Eliseo con i corpi intermedi dello Stato. «E’ tempo di costruire un nuovo compromesso nazionale», riporta Bfm in merito al discorso tenuto da Macron nella riunione ufficiosa. «In Francia si è sempre gestito il presente (…) Nessuno ha mai gestito il lungo termine», ha poi riportato ancora Macron davanti ai corpi intermedi, quasi “scusando” il proprio intento di voler formulare riforme sul fronte ecologico. Come riporta l’Ansa, «Macron non ha svelato le possibili misure per rilanciare il potere d’acquisto, ma semplicemente ascoltato i partecipanti, tra politici, sindacalisti e rappresentanti del mondo industriale». Secondo il Ministro del Governo italiano Matteo Salvini, non nuovo a scontri con il collega politico francese, quanto sta avvenendo in Francia è assurdo: «quando c’è di mezzo la violenza, io non ci sono, quando si lanciano molotov contro le forze dell’ordine, sto dalla parte delle forze dell’ordine». Detto questo però, Salvini attacca «che Emmanuel Macron fosse un prodotto da laboratorio, mi sembra di tutta evidenza».
PRESIDENTE PRONTO A CAMBIARE ROTTA
Dopo giorni di silenzi o di rumors fatti trapelare dall’Eliseo, mentre a parlare erano soprattutto il Ministro degli Interni o il premier Edouard Philippe, questa sera finalmente Emmanuel Macron parlerà alla Francia, messo in ginocchio da giorni di proteste in tutto l’Esagono dei gilet gialli e da due weekend consecutivi in cui Parigi è stata teatro di scontri mai così violenti negli ultimi anni. Nelle ultime ore, infatti, i quotidiani transalpini stanno facendo delle ipotesi in merito a cosa dirà le President e come proverà a uscire dall’angolo, in una situazione per lui complicata, tra sondaggi di popolarità che lo danno in picchiata, richieste di indire nuove elezioni da parte delle opposizioni e un possibile contraccolpo per l’economia del Paese. È probabile che, pur non ammettendo mai quello che è stato il suo errore di fondo, Macron “apra” ai manifestanti, facendo delle concessioni in merito alla oramai famigerata ecotassa e magari annunciando una svolta nell’azione dell’esecutivo guidato da Philippe, dunque non solo in campo economico ma anche del welfare e di nuove politiche a favore del sempre maggior numero di persone in difficoltà in una Francia che viaggia a due velocità. (agg. di R. G. Flore)
PRIME CONCESSIONI DI MACRON AI GILET GIALLI?
Dopo il quarto sabato consecutivo di scontri e Francia “in mano” alle proteste e rivendicazioni dei gilet gialli, il Presidente Emmanuel Macron terrà questa sera il suo primo discorso alla nazione (forse tardivo) sul problema che sta mettendo alla berlina il suo Governo da oltre un mese. Ieri davanti ad un gruppo di sindaci ricevuti all’Eliseo avrebbe ammesso di aver fatto “alcune cavolate in questi primi anni di Governo: «In questo paese ci sono troppe tasse, troppo fisco…», avrebbe detto Macron che cita come “errori suoi gravi” la diminuzione degli aiuti per gli alloggi e la limitazione della velocità a 80 km/h sulle strade secondarie di Francia. Secondo l’opinione pubblica “mediatica”, quella che finora lo aveva sempre difeso davanti alle tante proteste del mondo dei lavoratori e della scuola, la posizione di Macron oggi è quantomeno compromessa: «Nessuna delle richieste formulate dai gilet gialli è realizzabile nell’attuale Unione europea, con il Mercato unico e l’euro, che sono il confine entro il quale si attuano le politiche nazionali», scrive il saggista Delaume su Le Figaro, dando l’immagine di Macron come un Presidente con “mani legate” tanto ora quanto nel prossimo futuro man mano che si avvicinano le Elezioni Europee.
STASERA PRIMO DISCORSO DI MACRON ALLA FRANCIA “SUI” GILET GIALLI
Ancora peggio fa l’economista francese Jean-Paul Fitoussi che in una intervista al Fatto Quotidiano stamane non usa mezzi termini per definire Macron: «è un imbecille, Lo ritenevo in gamba, ma i francesi si sono accorti della verniciatura, neppure fatta bene, di un muro pieno di crepe». Mentre infuria la protesta con i gilet gialli per nulla intenzionati a concludere la propria riottosa presenza per le strade della Francia, il Presidente prepara gli ultimi ritocchi del discorso che questa a reti unificate terrà alla nazione: non ci sono anticipazioni, ma in molti da Parigi sono convinti che ci saranno alcune concessioni (le prime?) ai gilet gialli per provare a far terminare il più grande periodo di scontri in piazza che si ricordino negli ultimi vent’anni (dalle Banlieu bruciate, in pratica). Secondo il “toto-proposte” fatto dall’Ansa, ci sarebbero «Tagli alle tasse, aumento dei sussidi e delle pensioni minime, rinuncia all’ecotassa, o addirittura rimpasto di governo e siluramento di Edouard Philippe». Macron è nell’angolo ed è pronto a sferrare il suo attacco per evitare che i gilet gialli funestino anche le prossime due settimane che porteranno al Natale.