Un caso-limite che però mette alla luce la faticosa e mai raggiunta “giusta distanza” della Germania dal proprio passato di orrenda dominazione nazista: il figlio di un deputato di Afd (partito di estrema destra sempre più crescente nei sondaggi e nelle ultime tornate elettorali) è stato escluso da una scuola Waldorf (steineriana) proprio perché il padre rappresenta a livello nazionale i valori e i principi dell’ultradestra tedesca. Il caso riportato due giorni fa dalla Berliner Zeitung ha fatto molto scalpore in Germania proprio per il dibattito creatosi istantaneo, se sia giusto o meno che le “colpe” dei padri possano essere imputate anche ai figli, per “associazione” politica a soli 6 anni. «Alla luce di questo conflitto non vediamo alcuna possibilità di accettare il bambino con la necessaria imparzialità e serenità, premesse indispensabili per garantirgli un adeguato sviluppo», ha spiegato il direttore della Waldorfschule di Berlino. Il nome del deputato Afd non viene fatto, ma poco cambia nel merito della vicenda assai complicata: Sandra Scheeres, responsabile Spd dell’Istruzione nel governo del Land (dunque politicamente lontana dall’Afd) ha tuonato contro la scuola steineriana (che porta avanti da quasi un secolo le teorie della filosofia antroposofica), visto che «una scuola non dovrebbe decidere dell’ammissione di un bambino, in base all’orientamento politico dei genitori».



LE ‘COLPE’ DEI PADRI DEVONO RICADERE SUI FIGLI?

I comitati tedeschi si stanno già muovendo e la vicenda avrà diversi risvolti politici e sociali interni alla Germania, ma in questo momento ci interessa capire cosa ad esempio potrebbe succedere anche da noi in Italia con questo “clima” sempre più esacerbato sul fronte politico del razzismo, del politicamente corretto e delle decisioni in materia educativo-scolastica. È evidente che il caso di Berlino dell’Afd tocca un nervo scoperto nella Germania dal passato che tutti conosciamo, ma il problema sembra andar ben oltre: possono le “colpe” dei padri ricadere sui figli? Anche se non si fosse trattato di estrema destra e xenofobia, il punto della discordia poteva tranquillamente esser stato altro (un padre cattolico? Una madre leghista? Un nonno maschilista?), l’importante è decidere in origina quale sia lo status da “censurare” e non “accettare” rispetto alla società di oggi. Può un bambino di 6 anni “pagare” per delle convinzioni politiche di un padre (tra l’altro, incensurato e dalla fedina penale pulitissima)? Come spiega Heinz Peter Meidinger, presidente dell’Associazione tedesca degli insegnanti, «non si può estendere ai bambini una colpevolezza per associazione, a causa della confessione politica dei genitori». I tempi di oggi “spingono” ad una sempre maggiore ossessione per il “politicamente corretto” e giudichiamo come potenzialmente “pericoloso” che nel giro di qualche anno si estenda la “forma mentis” di quella scuola anche per altri aspetti della società: un rischio di razzismo al contrario, per “paura” delle teorie xenofobe altrui si finisce per censurare qualsiasi “opinione” diversa da quella decisa a tavolino..

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