Lo abbiamo scritto fin dal primo giorno della tragedia che si stava consumando a Totalan: avremmo voluto con tutto il cuore, come la famiglia di Julen, che la sorte del piccolo bimbo caduto nel pozzo fosse decisamente opposta a quella patita dal piccolo Alfredino Rampi. Purtroppo così non è stato, nonostante le tecnologie a disposizione nel 2019 (anche perché tra l’altro l’autopsia ha confermato la morte del piccolo Julen il giorno stesso della caduta, per un trauma cranico): «Ho seguito la vicenda come qualsiasi mamma. Un dolore che si è riaperto. Questo caso dimostra ancora una volta che senza prevenzione non si va da nessuna parte: quando si apre un pozzo artesiano di 80 metri, va chiuso», ha raccontato mamma Franca Rampi ai colleghi del Messaggero. La “battaglia” è sempre la stessa tanto oggi quanto nel 1981, «I pozzi devono esser chiusi. Anche in Spagna, avranno delle leggi, noi ci siamo battuti per averle, ma se i cittadini in un terreno privato fanno come gli pare, occorre insistere sulla prevenzione, se le persone continuano a fare come pare a loro si rievoca il mio personale dramma, nonostante tutte le iniziative portate avanti». (agg. di Niccolò Magnani)
“LA SPAGNA È VICINA ALLA FAMIGLIA”
I funerali del piccolo Julen Rosello, il bambino che ha tenuto l’intera Spagna con il fiato sospeso per 13 lunghi giorni, si sono svolti oggi, presso il cimitero di Malaga. Dopo l’autopsia che ha stabilito che la sua morte è avvenuta il giorno stesso della caduta nel pozzo, è avvenuta oggi la celebrazione al cimitero di El Palo. La sepoltura del piccolo, come spiega Leggo.it, è avvenuta alle 13.30 preceduta da una cerimonia religiosa. “Non c’erano mai state così tante persone in questa casa di pompe funebri”, ha commentato una donna presente oggi, mentre continuavano a giungere corone di fiori e palloncini con il nome di Julen. “Siamo stati qui tutta la notte. E’ stato molto difficile. Ma siamo molto grati a tutti i nostri vicini di El Palo. Ci sono stati vicini per tutto questo tempo. E’ incredibile quante brave persone ci siano qui”, sono state invece le parole di un cugino della madre. A Malaga intanto sono stati proclamati tre giorni di lutto cittadino. A commentare la triste vicenda, anche il premier Pedro Sanchez che su Twitter ha scritto: “Tutta la Spagna si unisce alla tristezza infinita della famiglia di Julen”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
GENITORI COSTRETTI AD ABBANDONARE LA PROPRIA CASA
E dopo il dolore esplode la rabbia fra i genitori del piccolo Julen. Il padre ha vissuto i giorni dei soccorsi con comprensibile tensione perché, a suo modo di vedere, le operazione di recupero non sarebbero state all’altezza dell’emergenza. «Perché gli ingegneri hanno sbagliato per due volte le misure del tubo per salvare mio figlio!», le grida di frustrazione di Josè durante gli scavi, come riportano i media spagnoli, «Perché nessuno mi dice a che punto sono gli scavi. Mi dicono sempre ci siamo quasi, ci prendono in giro». E al dolore si aggiunge la beffa visto che i coniugi Rossellò sono stati costretti a lasciare la propria abitazione situata nei pressi del pozzo della morte, perché i lavori di scavi eseguiti nelle ultime due settimane potrebbero aver danneggiato seriamente le fondamenta della stessa casa, che rischierebbe così il crollo. Meglio evitare un’altra tragedi,a di conseguenza Josè e Victoria hanno trovato accoglienza presso un’abitante del vicino borgo di Olias, Angela Alcaide, che ha deciso di accoglierli nella sua grande casa. Mamma e papà hanno visto solo per qualche attimo il piccolo Julen, (“Sembrava che dormisse” hanno detto i soccorritori), per poi riconoscerlo e piangerlo all’obitorio. Oggi si terranno i funerali.
JULEN, OGGI IL FUNERALE DOPO L’AUTOPSIA
Si terranno quest’oggi i funerali di Julen, l’ultimo atto di una vicenda drammatica che ha chiuso nel dolore la Spagna intera, e non solo. Alle ore 13:30 è fissata la sepoltura del piccolo bambino di due anni e mezzo presso il cimitero di El Palo, a Malaga, e poco prima si terrà una cerimonia religiosa. Julen era caduto esattamente due settimane fa in un pozzo largo circa 25 centimetri e profondo un centinaio di metri, in quel di Totalan, mentre i suoi genitori si erano distratti soltanto per qualche istante. I soccorsi hanno sperato fino all’ultimo di poter riportare in superficie il bimbo ancora in vita, ma dopo aver scavato due tunnel, coinvolto centinaia di persone, e movimentato migliaia di metri cubi di terreno, alla fine non si è verificato il miracolo. Nella serata di ieri sono stati resi pubblici anche i primi risultati dell’esame autoptico eseguito sul corpo di Julen, che hanno svelato che lo stesso bimbo è morto il primo giorno, poche ore dopo la caduta, a seguito di un gravissimo trauma cranico. Parole che da una parte suonano di sollievo, visto che l’agonia del bimbo è durata relativamente “poco”, mentre dall’altra sanno quasi di beffa, visto lo sforzo profuso in queste quasi due settimane per salvarlo. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
JULEN, L’AUTOPSIA “MORTO IL PRIMO GIORNO
Julen è morto lo stesso giorno in cui è caduto nel pozzo. È quanto emerso dall’autopsia effettuata sul corpo del bambino precipitato in un pozzo nei pressi di Malaga il 13 gennaio e ritrovato morto la notte scorsa. Nei primi risultati si parla di un «trauma cranio-encefalico importante» e «molteplici traumi compatibili con la caduta». A riportare le prime indiscrezioni sull’autopsia, che si è conclusa questo pomeriggio nell’Istituto di Medicina Legale di Malaga, è il sito spagnolo El Mundo. Secondo fonti investigative, il piccolo Julen è morto quindi il giorno stesso della caduta. Le stesse fonti riferiscono che su Julen sono cadute pietre e altri detriti che hanno causato il trauma cranico. Il delegato del governo in Andalusia, Rodriguez Gomez de Celis, ha riferito che il corpo del bambino, precipitato «rapidamente in caduta libera» per 71 metri, è stato ritrovato con le braccia in alto. (agg. di Silvana Palazzo)
“LO SENTIVO PIANGERE, NON PENSAVO FOSSE COSÌ PROFONDO IL POZZO”
Julen è morto: dopo 13 giorni di speranza il piccolo bimbo spagnolo di 2 anni e mezzo è stato trovato senza vita, a 71 metri dalla luce. Intervistato dal quotidiano Diario Sur (non si sa però se l’intervista sia stata rilasciata quest’oggi o negli scorsi giorni), il padre della piccola vittima, José Rossellò, ha raccontato il dramma vissuto: «Ho infilato il braccio fino alla spalla, appoggiando la testa per terra per raggiungerlo… Pensavo fosse più vicino. Ho sentito il pianto di mio figlio». Julen non è quindi morto sul colpo dopo essere precipitato nel vuoto per 71 metri, riuscendo a sopravvivere a quel tremendo volo, ma non alla disidratazione, al freddo e magari alla paura di trovarsi da solo di notte in un buco senza mamma e papà: un incubo per una persona adulta, figuriamoci per un bimbo di soli pochi mesi. «Stavo facendo la legna – ha raccontato ancora l’uomo – e mia moglie ha risposto al telefono per avvisare che non sarebbe andata al lavoro. Lei era con Julen e mi aveva chiesta di guardarlo mentre lei chiamava». A quel punto il bimbo è stato perso di vista, e malauguratamente è caduto nel pozzo, che era stato “coperto” con dei sassi: «Io sono arrivato – continua il racconto drammatico del padre – appena dopo la caduta. Ho tolto come ho potuto le pietre attorno, che prima erano state usate per coprire il buco, e ho infilato il braccio fino alla spalla, appoggiando la testa per terra per raggiungerlo… Pensavo fosse più vicino. Ho sentito il pianto di mio figlio». Quel pozzo non doveva essere lì, visto che non aveva le dovute autorizzazioni: serviva per cercare l’acqua ma non è mai stata trovata. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
JULEN, MORTO DOPO VOLO DI 71 METRI
Il piccolo Julen è morto dopo un volo di 71 metri. E’ questo quanto ha rivelato il delegato del governo spagnolo in Andalusia, Alfonso Rodríguez Gómez de Celis, come riferito dal quotidiano El Pais: «La posizione (dove è stato trovato) il corpo dimostra che la caduta libera di Julen è stata di 71 metri ed è stata fermata da un cumulo di terra. A quella profondità il pozzo era pieno di terra. Anche sopra Julen c’era della terra». E’ molto probabile quindi che il bambino di Malaga di soli due anni e mezzo sia morto sul colpo, un’ipotesi che forse sarebbe quasi un sospiro di sollievo, visto che in tal modo il piccolo non avrebbe sofferto nei giorni seguenti. Solo l’autopsia, però, dirà realmente cosa è accaduto all’angioletto spagnolo che per tredici giorni ha tenuto il mondo intero con il fiato sospeso, tutti speranzosi che alla fine potesse riemergere ancora in vita. Numerosi esperti si erano esposti sulla vicenda, sottolineando come vi fosse qualche piccola possibilità che il bambino fosse ancora vivo nel pozzo ad aspettare i soccorsi, ma la realtà, purtroppo, è stata ben differente. E ora la famiglia si è chiusa nel dolore, con mamma e papà che avevano già perso un altro figlio piccolo, il fratellino maggiore di Julen, Oliver, deceduto nel 2017 a seguito di un arresto cardiaco. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
JULEN: 3 GIORNI DI LUTTO A MALAGA
Non ce l’ha fatta Julen: il bambino di due anni e mezzo precipitato in un pozzo a Totalan il 13 gennaio scorso, è stato ritrovato senza vita questa notte dai soccorritori. Un dolore terribile che ha indotto la vicina città di Malaga ad osservare tre giorni di lutto, proprio in onore del piccolo spagnolo e dei suoi famigliari. A renderlo noto è stato il sindaco di Malaga, Francisco de la Torre, attraverso Twitter, aggiungendo anche il minuto di silenzio che oggi il Comune osserverà dalle ore 11:00. Il padre è stato ricoverato per un malore dopo aver appreso la notizia, e per Josè e Vicky si tratta del secondo bambino perso nel giro di pochi anni. Attimi di tensione subito dopo che il bimbo è stato ritrovato senza vita, con i soccorritori che hanno cercato di proteggere in parte la privacy dei genitori del piccolo, puntando dei laser di colore verde verso gli obiettivi dei fotografi e dei cameraman, numerosissimi questa notte a Totalan. Alcuni di loro si sono anche lamentati via social per tale azione ritenuta pericolosa e soprattutto dannosa per i costosi mezzi da loro utilizzati. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
JULEN E’ MORTO: TROVATO SENZA VITA DAI SOCCORRITORI
Non ce l’ha fatta Julen. Il bimbo spagnolo di 2.5 anni e mezzo, caduto domenica 13 gennaio in un pozzo, è stato trovato senza vita durante la notte da poco passata. Alla fine gli 8 minatori che hanno scavato incessantemente per un giorno e mezzo, sono riusciti a localizzare il corpo del piccolo all’1.25 della notte fra venerdì 25 e sabato 26 gennaio. Attorno alle ore 3:00 si è poi diffusa la notizia della sua morte, comunicata quando vi era la certezza del decesso. «Disgraziatamente… nonostante tanti sforzi da parte di tanta gente, non è stato possibile… #RIPJulen», così ha twittato la Guardia Civil, ponendo fine ad una disperata corsa contro il tempo iniziata esattamente 13 giorni fa, quando quel piccolo bimbo spagnolo, mentre stava giocando in un campo di Totalan, in provincia di Malaga, è caduto in una sorta di tunnel largo 25 centimetri e profondo un centinaio di metri. Immediatamente si era messa in moto la macchina organizzativa ma l’impresa era apparsa fin da subito improba, soprattutto perché il terreno in cui si doveva scavare per raggiungere Julen aveva una composizione particolare, decisamente duro da perforare e bucare.
JULEN È MORTO: TROVATO SENZA VITA IL CORPO
Per tredici lunghissimi giorni sono state mobilitate centinaia di persone, e migliaia di tonnellate di terra sono state scavate, una vera e propria impresa per cui normalmente ci sarebbero voluti dei mesi. “Speranza” era la parola che accomunava tutti in Spagna, con veglie, messaggi d’amore, dirette televisive, che si sono moltiplicati, soprattutto in queste ultime ore, quando l’epilogo sembrava ormai vicino. Il corpo senza vita di Julen è stato trovato a oltre 100 metri sotto terra, non nel punto in cui lo si stava cercando. «Dopo giorni di intense ricerche e lavoro instancabili – il tweet del ministero dell’interno spagnolo – il corpo del piccolo Julen è stato trovato senza vita nel pozzo di Totalan». Il padre, saputa la notizia del decesso del figlio, ha avuto un malore ed è stato soccorso dal personale dell’ambulanza presente, al momento non si hanno notizie delle sue condizioni fisiche.