Pochi sanno che la situazione della Chiesa in Francia è stata, a partire dalla rivoluzione di fine 700 fino a oggi, paragonabile a quella di paesi come l’Unione sovietica, la Cina e in generale i regimi dittatoriali comunisti. Se il concordato firmato da Napoleone con il papa nel 1801 permetteva allo stato francese di nominare direttamente i vescovi, come succede in Cina, alla fine dell’800 si arrivò a uno scontro talmente feroce che la Chiesa scomunicò le massime cariche dello stato mentre frati, suore, associazioni religiose in generale vennero cacciati dalla Francia anche con l’uso della forza militare. Solo nel 1905 si arrivò a un compromesso, anche se Pio X nel 1908 confermava la scomunica, tra cattolici e laicisti con la formulazione della legge di separazione tra stato e Chiesa che da allora è chiamata comunemente legge laicista. Di fatto la rottura tra stato e Vaticano e cattolici francesi non si è mai sanata e recentemente il presidente Macron, in un incontro con le autorità religiose francesi, si è dimostrato disponibile ad aprire maggiore dialogo. In una serie di incontri pubblici nelle province francesi, organizzati soprattutto per cercare un dialogo con i cosiddetti gilet gialli, Macron ha affrontato anche questo tema, difendendo la sua scelta di aprire il dibattito sulla laicità durante un incontro con 300 funzionari eletti e associazioni di Evry-Courcouronnes, nella periferia sud di Parigi.



LO SCONTRO SULLA LEGGE DEL 1905

Il presidente ha sottolineato come il fatto di avere la legge varata nel 1905 significhi che vada tutto bene, rispondendo al presidente del consiglio cittadino di un distretto popolare che lo accusava di voler riformare il secolarismo francese. Macro gli ha risposto che riformare la legge del 1905 significa rafforzarla, non indebolirla, ricordando che in molti sostengono che il laicismo sia nemico della religione. Emmanuel Macron ha insistito sull’importanza di non bloccare il secolarismo in “una religione secolare”, ricordando che l’obiettivo non è quello di raggiungere “una società neutrale” da tutte le credenze. Spiegando che il contesto è cambiato dall’inizio del secolo scorso, il Capo dello Stato ha delineato, come sempre fa su questo argomento, una linea di confine. Ha ricordato, in primo luogo, che la legge del 1905 è “una legge di libertà” più che di “di credere o non credere”. D’altra parte, non sono stati negati i problemi che esistono. Quelli, ha descritto Emmanuel Macron, rappresentati da sostenitori di alcune religioni, “l’Islam, ma non solo quella”, ha sottolineato il capo dello Stato, che cercano di “sostituire lo Stato” o allontanare i giovani dalla scuola.

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