Nelle foto che sono apparse in rete Kendrick Castillo è un simpatico ragazzone un po’ sovrappeso, come tanti ragazzi americani, la faccia buona. Frequenta la scuola privata Stem School di Highland Ranch nei pressi della capitale dello stato del Colorado, Denver, poco lontano da un’altra scuola, la Columbine, rimasta negli annali degli episodi più orribili della storia americana. Qua, alla Columbine High School il 20 aprile di esattamente trenta anni fa, rimasero uccisi 12 studenti e un insegnante, compresi i due autori della strage, studenti anche loro, che si suicidarono. L’8 maggio scorso si assiste a un orribile deja vu: due studenti di 18 e 16 anni entrano armati in una delle aule. Questa volta però si assiste a qualcosa di mai visto: Kendrick e il suo compagno Brendan Billy si lanciano verso i due ragazzi armati mentre cominciano a far fuoco, cercando di bloccarli. In sostanza fanno da scudo con i loro corpi ai compagni, evitando una strage. Otto ragazzi rimangono feriti, Kendrick muore. “Quel che ho visto ieri è stato il meglio assoluto delle persone. Ho visto due eroi, due comuni studenti delle superiori, due persone meravigliose reagire senza esitazione. Qualcuno è entrato nell’edificio con un intento incredibilmente malvagio e con assoluta codardia, usando la sorpresa e la superiorità data dalle armi, e hanno comunque perso. Si sono completamente arresi alle persone buone” commenterà Brendan in merito alla sparatoria in Colorado.
DARE LA VITA PER I PROPRI AMICI
Uno di loro è morto nella sparatoria in Colorado, sacrificando la sua vita per il bene altrui. I due tentati assassini vengono arrestati e con grande stupore di tutti si scopre che uno di loro in realtà è una ragazza, Maya, che si fa chiamare Alec e vuole ci si riferisca a lei come un maschio. E’ una transgender e chi la conosce dice che aveva evidenti problemi mentali dovuti a questa sua condizione, si parla di sofferenza dovuta alla discriminazione di cui era vittima e alla mancanza di qualunque supporto psicologico. L’altro, Devon Ericsson, non ha meno problemi. Sulla sua pagina Facebook si legge: “Sapete chi odio? Odio tutti i Cristiani che odiano i gay, infatti nella Bibbia, dice il Deuteronomio 17, 12-13, se qualcuno non fa ciò che i preti ordinano, possono essere uccisi”. Per questi motivi la giustizia sta usando nei loro confronti un comportamento particolare, di attenuazione. Ma viene completamente tralasciato che hanno agito in nome dell’odio: chi nutre questo odio in due ragazzini? Non bisogna andare lontano per capirlo: i messaggi sui media in questo senso sono molti. Sul profilo Instagram di McKinney era raffigurato un diavolo, sulla loro auto il numero 666, simbolo del demonio. Davanti a loro si è parato un ragazzo, Kendrick, che invece amava la vita tanto da darla per i suoi amici. Il padre lo ricorda così: “È un eroe, lo capisco da ciò che ha fatto. I suoi compagni sono vivi e ne ringrazio Dio. Lo amo. E lui quindi è un eroe e lo sarà per sempre. Amava le altre persone in questo modo, tanto”. Tre giorni dopo la morte Kendrick avrebbe preso il diploma. La sua morte è la testimonianza che il bene esiste e si può fare: “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici”.