L’appello disperato lanciato dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu venerdì scorso non è servito a niente: la Libia riprende a contare i propri morti, per lo più civili, con l’offensiva di Haftar che prosegue contro il Governo di unità nazionale di Al Serraj, dirigendo le truppe sulle città di Sirte e Zawiya. Secondo l’ultimo drammatico report di guerra, questo pomeriggio sono almeno tre i civili rimasti uccisi in un raid condotto dall’esercito della Cirenaica contro la città di Zawiya, a 50 chilometri a ovest di Tripoli. Non è un luogo casuale visto che si tratta dell’area dove sorge la principale e più importante raffineria di petrolio della Libia: Haftar ha dispiegato tutta la sua forza militare dopo aver ricevuto una sorta di “via libera” dal Presidente egiziano Al Sisi incontrato la scorsa settimana. Non solo raid, le truppe di Tobruk hanno dispiegato la loro presenza militare in direzione di Sirte a quasi 450 chilometri est di Tripoli. Stando a fonti militari riportati dalle agenzie internazionali, la decisione di Haftar rientra nell’ottica di “liberazione di Tripoli dai terroristi” tenuti sotto controllo di Al Serraj.
LIBIA CAOS, LA VISITA DI HAFTAR IN EGITTO
Una nuova escalation di violenza nel momento in cui sembravano le due fazioni “rallentare” le operazioni di guerra, dopo il vertice tra Al Serraj e i principali capi di stato Ue (per primo il Premier Giuseppe Conte, ndr): Haftar venerdì al Cairo in visita dal presidente Abdel Fattah al-Sisi, storico alleato del generale contro il Governo libico nazionale. Proprio il n.1 dell’Egitto gli aveva rinnovato il suo appoggio parlando di «lotta contro il terrorismo» in Libia, lasciando così intendere il supporto per la nuova offensiva anti-Serraj. A Sirte Haftar dovrebbe trovare ad attenderli per fronteggiarli i militari di Misurata, il “terzo soggetto” in campo nella complessa Libia: questi ultimi hanno come principale nemico proprio l’uomo forte della Cirenaica e nelle scorse settimane hanno stretto una sorta di “accorta” con Serraj per difenderli dall’offensiva di Haftar. Al-Sisi – come rilanciato già nei giorni scorsi dal Fatto Quotidiano – ha riconosciuto il ruolo dell’Lna, l’esrcito autoproclamato da Haftar, «per ripristinare la legalità e creare il clima adatto per raggiungere una soluzione politica della crisi in corso e lo svolgimento delle elezioni».