Senza particolare preavviso nelle scorse ore, il Premier italiano Giuseppe Conte ha incontrato a Roma in un vertice di almeno due ore il generale della Cirenaica Khalifa Haftar impegnato ormai da un mese nell’offensiva e guerra civile contro il Governo di Unità Nazionale a Tripoli di Al Serraj. Dopo l’incontro la scorsa settimana con lo stesso premier della Libia riconosciuto dall’Onu, Conte aveva promesso a breve un vertice anche con l’opposto contendente nella vasta e drammatica guerra in corso alle porte di Tripoli e verso l’area di Sirte. Il 7 maggio scorso il Governo italiano davanti a Serraj aveva rinnovato l’impegno dell’Italia nel sostegno a Tripoli, anche se nello stesso tempo Roma ha cercato anche di riavviare e intensificare i contatti con le milizie di Misurata, considerate il vero punto di “snodo” nello scontro a tutto campo tra Haftar e Serraj. Oggi, terminato il vertice con il generale di Tobruk, il premier italiano ha commentato «Con Haftar abbiamo parlato a lungo. Ho espresso la preoccupazione dell’Italia per la situazione che si è venuta a creare in Libia».
LIBIA, MACRON SCARICA HAFTAR?
Non solo, per Giuseppe Conte la situazione attuale in Libia è tutt’altro che serena e ancora molto critica «Noi vogliamo il cessate il fuoco e confidiamo nella via politica come soluzione della crisi». Ai giornalisti che chiedevano quale fosse la posizione ufficiale di Haftar in merito al cessate il fuoco richiesto dall’Italia, Conte ha abbozzato un «abbiamo parlato a lungo..» senza però dare indicazioni maggiori, in attesa che forse lo stesso Haftar lasci un comunicato ufficiale in merito al vertice di Roma. Nel frattempo il Presidente del Consiglio ha ricevuto questa mattina a Palazzo Chigi l’ambasciatore degli Stati Uniti in Italia, Lewis Eisenberg proprio per dirimere una strategia comuna sulla crisi libica. Negli ultimi giorni poi la situazione pare essersi rovesciata nei termini degli appoggi internazionali a fianco di Haftar: dopo gli Usa anche la Francia sembra sfilarsi dall’alleanza mai esplicita con Tobruk, virando più verso il Governo riconosciuto di Al Serraj. Come annota il portale “Difesa e Sicurezza” (sempre piuttosto informato nei temi di politica estera, ndr) Haftar sarebbe sempre più solo con Macron che ha anche rifiutato e rinviato a data da destinarsi il vertice con lo stesso generale, richiesto da tempo dai libici. La tregua potrebbe a questo punto essere più vicina, a meno che Egitto, Arabia Saudita e Russia non aumentino la pressione alla comunità internazionale per un accordo di massima sulla “campagna di Tripoli” ormai in corso dal 4 aprile scorso, con scontri e morti senza sosta.