La Turchia ha ufficialmente rotto il silenzio sull’omicidio del giornalista Jamal Khashoggi, scomparso il 2 ottobre dopo essere entrato nel consolato di Istanbul. Il reporter dissidente saudita però, non ne sarebbe più uscito vivo. Ora, è l’ufficio del procuratore turco a spiegare in una nota quanto sarebbe accaduto il giorno stesso della sua sparizione. Khashoggi sarebbe stato ucciso subito all’interno del consolato e il suo corpo fatto a pezzi e successivamente fatto sparire. Se Erdogan non si era finora espresso sull’emblematico caso, con questo comunicato si apre la strada verso la soluzione del giallo. Intanto la Turchia ha già fatto sapere di voler collaborare con l’Arabia Saudita e con altri strati alle indagini sulla morte del giornalista ma, come spiega l’Agenzia Giornalistica Il Velino, l’uccisione del reporter non sarebbe potuta avvenire senza ordini di alto livello. A dichiararlo è stato Omer Celik, portavoce del partito turco AKP. “Non stiamo incolpando nessuno, ma è necessario trovare i veri colpevoli”, ha aggiunto. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

OMICIDIO KHASHOGGI: STRANGOLATO E FATTO A PEZZI

Il procuratore turco è certo: «il corpo di Jamal Khashoggi», giornalista scomparso lo scorso 2 ottobre dopo essere entrato nel consolato saudita di Istanbul, «è stato fatto a pezzi e distrutto dopo esser stato strangolato all’interno dell’ambasciata». Dalla Turchia, dopo le prime settimane di indagini, si dicono certi anche del carattere “premeditato” dell’omicidio: le accuse sono rivolte contro il Governo dell’Arabia Saudita, in particolare nei riguardi del principe ereditario Mohammed Bin Salman, anche se da questo punto di vista mancano ancora prove certe che colleghino i fatti a Riad. O almeno, negli scorsi giorni per la prima volta l’Arabia ha ammesso che alcuni funzionari deviati sauditi potrebbero aver assassinato Khashoggi, ma si è trattata dell’ennesima versione cambiata in poco meno di un mese e per questo Istanbul dubita al 100% delle parole dei Salman, accusandoli di essere in “combutta” con la Casa Bianca di Donald Trump.

POMPEO (USA): “ANCORA MOLTE DOMANDE SENZA RISPOSTA”

Quello di oggi è  il primo comunicato ufficiale in cui la Turchia parla della sparizione del corpo di Khashoggi, dopo che neanche Erdogan si era espresso dando elementi ufficiali. L’ufficio del procuratore turco ha detto che la collaborazione con Saud al-Mujeb – il procuratore mandato dall’Arabia Saudita per occuparsi della questione – non è servito a nulla: «Nonostante tutte le nostre buone intenzioni e i nostri sforzi per scoprire la verità, gli incontri [durati tre giorni] non hanno portato a nessun risultato concreto» Da Washington parla Mike Pompeo che di recente è volato a Riad per provare a trarre una linea comune con l’alleato saudita: «ancora molte domande senza risposta da Riad, le indagini per ora non hanno portato grandi novità specie sul corpo del reporter saudita». Mbs intanto nei giorni scorsi ha provato a “rientrare” dello scandalo, con una nota pubblica «L’incidente è stato molto doloroso per tutti i sauditi. È un incidente senza giustificazione». La sensazione è che non basti, per niente..