Questa mattina la polizia d’Israele “torna” alla carica dopo quanto avvenuto già nello scorso febbraio: il Premier Benjamin Netanyahu e la moglie Sara rischiano di vedere “effettiva” l’incriminazione per la corruzione in merito al “caso 4000”, più noto come caso Bezeq, che riguarda i rapporti con tra l’uomo più potente della politica israeliana con il tycoon delle telecomunicazioni Shaul Elovitch. Dopo la denuncia fatta alla magistratura a inizio 2018, ora arriva la “raccomandazione” sempre della polizia contro il premier Bibi Netanyahu e la moglie Sara: è la terza richiesta del genere con tutto il Presidente già sottoposto a 4 indagini diverse sempre sul fronte della corruzione. Secondo l’accusa, il “caso 4000” riguarda i presunti favori fatti a Elovitch – proprietario di Bezeq e del più famoso sito internet di news in Israele, Walla – negli scorsi anni. In particolare, il Governo Netanyahu avrebbe deciso emendamenti e leggi sulla regolazione delle telecomunicazioni in cambio di una piena copertura positiva del proprio esecutivo sul canale Walla.



ISRAELE, TUTTI I NODI PER IL PREMIER NETANYAHU

Per questo motivo ora Netanyahu si ritrova assieme alla consorte indagati per sospetta corruzione, frode e abuso di ufficio: «La raccomandazioni della polizia non hanno valore legale e non devono sorprendere nessuno», ha immediatamente replicato il premier israeliano coinvolto da problemi ben più gravi in questo momento, dalla tregua fragilissima con Hamas sulla Striscia di Gaza fino allo scontro con Iran e Siria per finire con i guai interni al Governo che nelle scorse settimane è arrivato molto vicino alle Elezioni Anticipate dopo le dimissioni del Ministro della Difesa Lieberman. «Sono sicuro che anche in questo caso – ha aggiunto Netanyahu riferendosi ad analoghe inchieste del passato – le autorità competenti dopo aver esaminato il materiale, arriveranno alla stessa conclusione che non c’era nulla perchè in effetti non c’è nulla». Va detto che però la nuova accusa giudiziaria arriva nel pieno della battaglia di Netanyahu per far sopravvivere la sua maggioranza, ridotta ormai a 61 seggi sui 120 della Knesset dopo la defezione del ministro della Difesa e le minacce (poi rientrate) di altri due Ministri del suo esecutivo.

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