“Abbiamo sconfitto l’Iran in Siria, l’unica ragione di essere lì”. Con queste parole che lasciano il tempo che trovano (l’Isis non è certo stato sconfitto grazie agli americani, che anzi hanno sostenuto i fondamentalisti islamici a lungo e ancora lo stanno facendo) Donald Trump ha annunciato il ritiro totale delle truppe americane dalla Siria. Se è vero che questa era una delle sue principali promesse elettorali, è altrettanto vero, come ci ha spiegato Carlo Jean, che l’abbandono americano farebbe saltare tutti gli equilibri attualmente esistenti in Medio oriente, portando allo scontro tra Arabia Saudita e Iran e tra Turchia e Iran, per non dire che lascerebbe campo aperto ai russi nella regione.



Jean, secondo lei è credibile quanto annunciato da Trump e cosa succederebbe?

Non ci sarà un ritiro totale delle truppe americane, anche per un motivo molto semplice. Gli Usa non possono abbandonare il Medio oriente anche perché dopo quello dalla Siria seguirebbe inevitabilmente il ritiro dall’Iraq. La presenza militare in Siria è voluta poi anche dai sauditi che sono l’alleato regionale degli Usa.



Si andrebbe a creare una forte situazione di destabilizzazione senza la presenza americana, non crede?

Sicuramente. C’è il problema di Israele e si verrebbe ad accelerare l’ipotesi di uno scontro fra sauditi e Iran e non è da escludere anche uno scontro tra Turchia e Iran, le due potenze dominanti nell’intero levante.

Potrebbe essere una delle solite frasi a uso propagandistico interno? D’altro canto in campagna elettorale aveva promesso proprio questo.

E’ certamente una frase a uso interno. Trump non dice nulla che non sia a uso interno e anche se mancano due anni alle elezioni presidenziali sicuramente non vuole abbandonare una promessa che potrebbe compromettere la sua rielezione al secondo mandato.



Diversi esperti parlano di uso di bande di mercenari islamisti da parte americana, come fatto ai tempi dell’Afghanistan con al Qaeda, è così?

Gli Usa hanno sempre usato milizie locali, in particolare i curdi che sono l’ossatura delle forze a terra favorevoli agli americani. Non credo che gli americani possano abbandonare i curdi anche se questi mantengono sempre i piedi in due staffe, come dimostra il miglioramento delle loro relazioni con la Russia.

Già, la Russia: l’abbandono americano lascerebbe campo aperto a Mosca in Siria.

La competizione tra Usa e Russia continua e di conseguenza sembra strano che gli americani abbandonino un asse che potrebbe rivelarsi molto importante nel contenimento russo in Medio oriente.

Potrebbe essere che si verifichi un ritiro delle truppe, ma un mantenimento dell’intelligence e di milizie pro-americane?

Non può essere un ritiro apparente perché la presenza americana ha importanza in quanto visibile. La presenza americana è lì per evitare una escalation. In Iraq e Siria gli americani mantengono la sicurezza.

Il Pentagono si è dichiarato fortemente contrario a questo ritiro: avrà la forza di far cambiare idea a Trump?

A mio avviso sì. Negli Usa il Pentagono pesa molto di più di qualunque ministero della difesa in qualunque paese occidentale. Anche nel Regno Unito, dove l’esercito è molto importante, non esiste la stessa forza che ha il Pentagono in America.

(Paolo Vites)

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