Alla fine, dopo diversi tentativi di “minaccia” parlamentare, l’accordo arriva ed è allargato a tutte le forze politiche in Israele: ci saranno elezioni anticipate il prossimo 9 aprile 2019, con lo scioglimento del Parlamento e l’iter burocratico necessario per poter arrivare al voto che sono stati annunciati questa mattina dal Premier (e leader del Likud) Benjamin Netanyahu. Il termine naturale della Legislatura era posto a novembre 2019, ma dopo le recenti tensioni scoppiate nel Paese per le dimissioni del potente ministro della Difesa Avigdor Lieberman, gli scontri sempre vivi con Hamas sulla Striscia di Gaza e ora anche il ritiro delle truppe americane dalla Siria imposto da Trump, si è scelto per intervenire a breve con un nuovo Parlamento e Governo che possa avere pieni poteri per far fronte a tutte queste emergenze. Dopo l’uscita di scena di Lieberman, in polemica con la tregua siglata da Netanyahu con i palestinesi di Hamas, le elezioni anticipate erano già state paventate salvo poi essere ritirate per la decisione di non dimettersi di altri ministri del Governo di Centrodestra. Ora però, con l’uscita del Governo da parte di tutti i ministri di Ysrael Beiteinu (il partito della destra nazionalista capitanato da Lieberman) il Presidente del Consiglio si è ritrovato a ricoprire i Dicasteri di Difesa, Esteri e Immigrazione.
NETANYAHU: “PROSSIMA COALIZIONE SARÀ SIMILE”
«La coalizione uscente è il nucleo di quella che le verrà dopo. Gli israeliani faranno cosa giusta se mi confermeranno al governo», ha spiegato Netanyahu intervenendo alla Knesset dopo l’annuncio di Elezioni anticipate nel prossime mese di aprile. Secondo i media in Israele, il ritorno al voto era necessario viste le forti difficoltà nell’approvazione delle leggi in questi ultimi mesi, specie la riforma di leva degli ebrei ortodossi; chi invece si dice soddisfatto delle urne anticipate è ovviamente Lieberman che da oltre un mese spingeva per questo tipo di accordo. «Abbiamo detto per un mese intero che questo è un governo di sopravvivenza, non è operativo e quindi per il popolo d’Israele, la cosa più importante è un governo nuovo e stabile», fa sapere l’ex Ministro della Difesa. Ora bisognerà vedere se la “resa al terrorismo” denunciata da Lieberman contro il Governo Netanyahu pagherà dazio alle Elezioni o se, l’uomo forte del Likud, vedrà rinnovarsi la fiducia dagli elettori per rilanciare ancora Israele nella politica di accordi diplomatici e pugno duro a “giorni alterni”.