In una lunga intervista all’emittente della Cei (Tv2000) il Cardinale Pietro Parolin traccia un suo personale bilancio della recente visita in Iraq per le celebrazioni di Natale (tra il 24 e il 28, con tappe a Mosul, Qaraqoshe sulla Piana di Ninive), dando un importante annuncio in merito al Viaggio Apostolico di Papa Francesco che si vociferava fosse in ipotesi nei prossimi mesi del 2019: «per un viaggio del Papa in Iraq ci devono essere quel minimo di condizioni che permettano al viaggio stesso di realizzarsi ma che attualmente non esistono». Il Segretario di Stato Vaticano (di fatto il “ministro degli Esteri”) non ha usato mezzi termini per definire le condizioni che al momento rendono impossibile una visita del Santo Padre nel Medio Oriente ancora troppo legato alla presenza sul territorio di diverse “cellule” dell’Isis dopo la sconfitta militare su terra. Nell’intervista di Cristiana Caricato all’interno del “Diario di Papa Francesco” il Cardinale ha poi sottolineato come «c’è una grandissima attesa da parte di tutti: autorità, alcuni musulmani che ho avuto occasione di incontrare e soprattutto comunità cristiane che sentono il bisogno di avere il Papa per essere confermati nella fede e incoraggiati nella loro situazione. Mi permetto di esprimere la speranza che queste condizioni possano realizzarsi e che il Papa possa andare al più presto anche in Iraq».
PAROLIN SU IRAQ, FONDAMENTALISMO ED EDUCAZIONE
Il terrorismo e il fondamentalismo sono tutt’altro che superati come problemi in Iraq, dove pure l’esercito americano ha deciso di rimanere (con tanto di visita a sorpresa prima di Natale per il Presidente Donald Trump): «il problema del terrorismo – ha aggiunto il cardinale Parolin – non è stato superato e dal mio viaggio in Iraq l’impressione che ho avuto e che mi è stata confermata da autorevoli interlocutori è che ancora sono presenti le radici di questo fenomeno. Richiamare continuamente questi temi serve veramente a sensibilizzare l’opinione pubblica e le coscienze per superare il fenomeno che non è solo un superamento di tipo militare». Il Segretario di Stato si sofferma sul delicatissimo tema della sicurezza, dato che resta «assai importante l’educazione al rispetto reciproco e alla fraternità» di fronte alle minacce continue di radicalismo e fondamentalismo che non abbandonano il Paese culla della civiltà. «A questo punto è importante che da parte di tutte le autorità religiose ci sia una condanna totale di questi fenomeni. Non ci si può appellare a Dio, come ha detto il Papa tante volte, per andare contro gli esseri umani per distruggerli e violentarli», sottolinea ancora Parolin. In merito al rapporto tra Papa Francesco e il complesso mondo arabo, specie sul fondamentalismo religioso che vede l’Islam attaccare spesso innocenti cristiani, il Segretario di Stato ha poi concluso così: «Di fronte a questa situazione il Papa fin dall’inizio del suo pontificato ha cercato di promuovere l’incontro. Papa Francesco si caratterizza infatti per questa volontà di promuovere l’incontro contro ogni indifferenza. Questo è il senso della sua attenzione che si manifesta questo anno attraverso i viaggi nel mondo arabo. Come ha detto il Papa le nostre differenze non diventino mai occasione di tensione, scontro o contrapposizione ma diventino invece la possibilità di collaborare insieme e arricchirci reciprocamente».