Brutta accoglienza per il consigliere alla Sicurezza americano John Bolton ad Ankara. Il presidente Erdogan si è infatti rifiutato di riceverlo. Motivo ufficiale: il no da parte degli americani alla consegna alla Turchia, o la distruzione, delle venti basi militari costruite nella Siria del nordest. In realtà il motivo vero è che Trump ha cambiato idea sul ritiro delle truppe, dopo aver proclamato che la guerra in Siria era finita. E’ tutt’altro che finita: si sta infatti combattendo, con guida americana, in queste ultime ore contro una sacca di resistenza dell’Isis lungo l’Eufrate, dove si nascondono migliaia di terroristi. La decisione di Trump ha ovviamente fatto infuriare il presidente turco, che già pensava di poter regolare, una volta andati via i soldati americani, i conti con i curdi. Ne abbiamo parlato con Gian Micalessin, inviato di guerra del Giornale.
Ci sono scontri molto forti nella zona della città di Abukamal, al confine con l’Eufrate, una delle ultime sacche di resistenza dell’Isis dove ci sarebbero almeno un migliaio di miliziani. Alla guida dei curdi ci sono gli americani: ma la guerra non era finita?
E’ una delle ultime sacche di resistenza, dove è in atto da diverse settimane una battaglia con avanzate e ritirate dell’Isis attaccato dai curdi.
Sono tanti i miliziani dell’Isis ancora attivi?
Si calcolano decine di migliaia di sopravvissuti. Lungo l’Eufrate e il confine con l’Iraq ci sono territori desertici dove è facile nascondersi. Sono gli stessi territori dove al Qaeda continuò ad andare avanti in Iraq fino almeno al 2009 e dalle cui ceneri si formò lo stato islamico. Sradicare completamente l’Isis non è per niente facile.
Dunque la guerra continua?
Non è affatto finita, d’altro canto difficilmente finirà fino a quando in Iraq i sunniti continueranno a essere discriminati dagli sciiti. Questa situazione crea un humus che continua a riprodurre gli estremisti, anche perché in Iraq l’Isis è considerata l’unica forma di opposizione agli sciiti.
Così Trump ha fatto retromarcia, è confermato?
Assolutamente sì, Bolton è stato cacciato in queste ore da Ankara perché Erdogan è furioso con questo cambiamento di strategia. Il presidente turco sperava che una volta che se ne fossero andati gli americani, avrebbe avuto mano libera per far fuori i curdi, stroncarne la presenza in Siria.
Erdogan però ha detto in queste ore che è disponibile a formare una forza di stabilizzazione in Siria composta da tutta la società, anche i curdi.
Erdogan ha costruito un governo fantoccio ad Afrin con alcuni curdi, un governo che ovviamente prende ordini da Ankara. Ma chi ha condotto la vera guerra e ha adesso ampia egemonia nella Siria del nord sono i curdi del Pyd/Ypg, la branca siriana del Pkk, il nemico mortale della Turchia, che Erdogan vuole annientare.