Terremoto politico in Israele alla vigilia delle elezioni, la notizia dell’imminente incriminazione del premier Benjamin Netanyahu per corruzione, abuso di fiducia e frode sta facendo il giro del mondo. L’estrema destra si è schierata al fianco del leader di Likud: «In ogni caso resta il leader più adatto a condurre il Paese», sottolineando che tutti sono innocenti fino a prova contraria. Il partito di Netanyahu si è raccolto attorno al suo capo politico, ribadendo che «nessuno è sorpreso da un annuncio che arriva dopo tre anni di pressioni continue sul procuratore da parte dei media, della sinistra e dei burocrati della magistratura perché il primo ministro venisse incriminato a ogni costo, anche se non ha fatto nulla, purchè prima delle elezioni». Una persecuzione politica, dunque, come affermato inoltre dal diretto interessato. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



“ACCUSE RIDICOLE”

«Accuse ridicole»: netta la presa di posizione di Benjamin Netanyahu. Il numero uno di Israele verrà incriminato per tre casi di corruzione e frode, con l’udienza che formalizzerà l’incriminazione in programma dopo il voto in programma il prossimo 9 aprile 2019. «Una persecuzione politica» e «una caccia alle streghe» le parole del premier, finito nel mirino dei partiti di opposizione. Shelly Jachimowich, leader del partito laburista, ha attaccato su Twitter: «Non è nella condizione di fare il presidente del consiglio, e neanche di presentarsi alle elezioni». E questo scandalo potrebbe avere importanti ripercussioni sulle elezioni: il nuovo partito centrista Kahol Lavan, fondato dall’ex capo di Stato maggiore Benjamin Gantz e da Yair Lapid potrebbe spera di sfruttare l’occasione per saccheggiare consensi in particolare dai conservatori più moderati ancora legati al Liku dell’attuale premier. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



“PERSECUZIONE POLITICA, CACCIA ALLE STREGHE”

Benyamin Netanyahu nei guai per sospetta corruzione, frode e abuso di fiducia in tre indagini che lo riguardano. Prima della decisione definitiva, tuttavia, il premier potrà far riferimento ad una audizione in cui replicare alle accuse e tentare di ribaltare lo scenario giudiziario a suo favore. In un intervento in tv, come spiega Il Messaggero, il premier ha commentato le accuse a suo carico parlando di “una persecuzione politica, una campagna di caccia alle streghe per abbattere il governo della destra” al fine di “influenzare le elezioni”. A suo dire, i cittadini devono comprendere che “l’intento è di abbattere la destra e portare su la sinistra con la distribuzione al pubblico di accuse ridicole. State tranquilli, supererò tutto”, ha poi proseguito. L’annuncio di Mandelblit era atteso da settimane e rischia ora di avere profonde ripercussioni sulle prossime elezioni del 9 aprile. Anche Netanyahu ha ammesso di esserne particolarmente cosciente. L’opposizione, infatti, non ha perso tempo nel chiedere subito le sue dimissioni, a partire dall’ex generale Benny Gantz, che ha commentato: “Netanyahu farebbe bene a farsi da parte per spirito di responsabilità nazionale”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



NETANYAHU SARÀ INCRIMINATO PER CORRUZIONE

Benjamin Netanyahu, Premier d’Israele, sarà incriminato per tre casi diversi di corruzione e frode: la tv di stato lo ha rilanciato nelle scorse ore spiegando come la decisione del procuratore generale Avichai Mandelblit verrà resa nota a livello ufficiale nella giornata di domani. La bufera politica non potrà che scatenarsi comunque nei prossimi giorni nonostante la decisione presa dalla procura di Tel Aviv che ha deciso di formalizzare l’incriminazione solo dopo le Elezioni in Israele che si terranno il prossimo 9 aprile (dopo l’annuncio di voto anticipato dello scorso gennaio, ndr): in questo modo il Premier Netanyahu, ancora candidato per la rielezione, potrà superare il periodo elettorale senza essere costretto a presentarsi in tribunale per l’incriminazione con l’accusa di corruzione. Come spiega ancora la tv di stato dello Stato Ebraico, il giudice Mandelblit ha comunque quindi di chiedere l’incriminazione per 3 inchieste su casi di corruzione che inevitabilmente potranno avere un impatto importante (se non decisivo) sul voto d’aprile.

LE TRE INCHIESTE CONTRO IL PREMIER ISRAELIANO

Corruzione, abuso di fiducia e frode: le tre accuse lanciate contro Benjamin Netanyahu sono altrettanto gravi e riguardano tre diversi procedimenti frutto di inchieste durate per mesi dalla Procura d’Israele. «Nella prima Netanyahu è accusato di aver lavorato per assicurare una politica governativa favorevole agli interessi di Shaul Elovitch, proprietario dell’azienda delle telecomunicazioni Bezeq, in cambio di una copertura mediatica positiva da parte del sito di notizie collegato, Walla», spiega l’Agi. Il secondo caso vede Netanyahu sospettato di aver ricevuto doni di lusso da persone facoltose in cambio di favori personali o finanziari; il terzo ed ultimo «riguarda invece la ricerca di un accordo con l’editore del quotidiano Yedioth Ahronoth per avere una copertura mediatica positiva in cambio di una legge che avrebbe limitato il rivale, il giornale Israel Hayom». Il premier si difende e rilancia la sua innocenza, «non ho mai fatto nulla e sono sempre stato accusato, ma sono innocente in tutti i casi di cui vengo accusato».