Due rapporti sul medesimo, gravissimo e urgente tema umanitario: la morte dei bambini in Siria, dopo anni di guerra civile prima, durante e dopo la lucida follia dello Stato Islamico. Il direttore generale dell’Unicef, Henrietta Fore ha presentato un vasto studio che dal 2011 fino al 2018 segnala tutti i numeri “ufficiali” sui piccoli innocenti morti in terra siriana, ma è anche Save The Children ad aver prodotto un “simile” report con cifre choc e con bilanci ai limiti della sopportabilità. «Solo nel 2018, in Siria 1.106 bambini sono stati uccisi nei combattimenti, il più alto numero in un solo anno dall’inizio della guerra sette anni prima» spiega la Fore illustrando come le mine anti-uomo siano tra le cause principali di morti infantili nel Paese guidato da Bashar Al-Assad. Lo scorso anno quelli morti o feriti a causa di ordigni inesplosi sono stati 434 morti: il 2018 ha visto anche 262 attacchi contro le strutture scolastiche e sanitarie, anche questi – garantisce il direttore Unicef, «sono dati tristemente record». L’allarme e la preoccupazione sono alle stelle per una “nuova” strage degli innocenti che non sembra avere fine: «c’è un allarmante equivoco che il conflitto in Siria stia rapidamente per concludersi: non è così. I bambini in alcune parti del Paese rimangono in pericolo. Particolarmente grave la situazione nella Siria nordoccidentale di Idlib, dove un’intensificazione della violenza ha ucciso 59 bambini solo nelle ultime settimane», prosegue il report dell’Unicef. «Questi sono solo i numeri che l’ONU è stato in grado di verificare, ma le cifre reali sono probabilmente molto più alte», conclude la Fore nel presentare il report choc sulla Siria.



I DATI CHOC DI SAVE THE CHILDREN

L’appello finale dell’Unicef prova a smuovere tutte le parti dell’irrisolto conflitto, «dare priorità alla protezione di tutti i bambini, per un accesso incondizionato e sicuro alle famiglie bisognose e per soluzioni sostenibili, volontarie e a lungo termine per coloro che scelgono di non tornare». Domani si terrà una maxi conferenza sui donatori a Bruxelles dove l’Unicef esorta tutti i Paesi coinvolti «a mantenere la loro generosità nei confronti dei bambini della Siria e dei paesi vicini. Sono necessari finanziamenti prevedibili, senza restrizioni e pluriennali per far fronte ai bisogni immediati e a lungo termine dei bambini e delle loro famiglie in Siria e in tutta la regione». Il secondo report sui bimbi uccisi barbaramente in Siria è stato stilato da Save The Children con un titolo che è già indicativo «Un domani migliore: la voce dei bambini siriani», ed è stata realizzata all’interno dei governatorati di Idlib, Aleppo, al-Raqqa e al-Hassakeh. «Un bambino su 2 ha bisogno di assistenza umanitaria», mentre uno su 3 è senza scuola, con almeno 2,5 milioni di minori sfollati in tutta la Siria: sono solo alcune delle conclusioni tratte dal report della Ong, con un appello finale rilanciato dal portavoce di Save The Childers Italia, Filippo Ungaro, «Tanti bambini in Siria non hanno avuto altro che la guerra quelli di cui abbiamo raccolto le testimonianze si sentono soli e insicuri, molti hanno perso la loro famiglia. Chi ha commesso queste gravi violazioni contro i bambini siriani durante il conflitto ne deve rispondere di fronte alla comunità internazionale».

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