L’avvocatessa dei diritti umani Nasrin Sotoudeh è stata condannata in Iran a 38 anni e 148 frustate, arriva la condanna dell’Italia. Tra i primi a commentare la vicenda, Matteo Salvini ha twittato: «Condannata a 38 anni e 148 frustate. Questo è Medioevo. Attendiamo il commento delle “femministe” di casa nostra…». Queste le parole di Laura Boldrini: «38 anni di carcere e 148 frustrate. Il Tribunale di Teheran ha emesso questa assurda condanna contro Nasrin Sotoudeh solo perchè in Iran si batte per diritti umani ed emancipazione femminile Un’ingiustizia insopportabile che l’Italia non può ignorare». Infine, la dem Lia Quartapelle: «La condanna contro l’avvocata iraniana e Premio Sakharov Nasrin Sotoudeh è una infamia. L’Italia si attivi per protestare per la violazione dei diritti umani e per lo sfregio contro una donna simbolo della dura lotta per la libertà di tante iraniane». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



CONDANNA CHOC A NASRIN SOTOUDEH

Pena pesantissima quella inflitta a Nasrin Sotoudeh, avvocato iraniano per la difesa dei diritti umani, premio Sakharov concesso dal Parlamento europeo nel 2012, braccio destro della premio Nobel per la pace Shirin Ebadi, che conferma il regime fascio-religioso assolutista islamico dell’Iran, se ancora ci fossero dubbi. La pena inflitta è di 38 anni di carcere, praticamente carcere a vita più l’umiliazione di 148 frustate, vergogna dei paesi islamici che ancora tengono in uso questa punizione medievale nel terzo millennio. Le motivazioni assurde della sentenza sono “collusione contro la sicurezza nazionale, propaganda contro lo stato, istigazione alla corruzione e alla prostituzione e apparizione in pubblico senza hijab”, il velo obbligatorio che le donne in Iran devono tenere sempre per coprire i capelli. Particolarmente assurde le accuse di istigazione alla prostituzione, che nel linguaggio islamico significa soltanto aver lottato per i diritti e la libertà delle donne.



CHI E’ L’AVVOCATO PER I DIRITTI UMANI

Arrestata nel 2018, in precedenza era già stata condannata a 11 anni in contumacia per spionaggio, tutte accuse tendenziose senza fondamenta, e le è stato impedito di lasciare la nazione per 20 anni. E’ la pena più severa inflitta a un difensore dei diritti umani da molto tempo, denuncia Amnesty International che denuncia la “sentenza sconvolgente e vergognosa avvenuta dopo l’ennesimo processo irregolare”. Nata nel 1963, la donna ha 55 anni, è sposata e ha due figli, si è dedicata per anni alla difesa delle donne abusate, cosa comune in Iran e nei paesi islamici, e dei bambini vittime anch’essi di abusi sessuali per impedire che venissero riconsegnati ai padri, difendendo anche moltissime persone accusate di cospirare contro lo stato iraniano.

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