Siamo forse di fronte ad una possibile “Gerusalemme capitale”, fase 2: «È arrivato il momento per gli Stati Uniti di riconoscere pienamente la sovranità d’Israele sulle Alture del Golan». La dichiarazione di Donald Trump è roboante e conferma l’asse assolutamente rinnovato tra Israele e Stati Uniti, ma avrà certamente delle conseguenze importanti se non addirittura “incendiarie” nei Paesi arabi e mediorientali, i in particolare la Siria, che già vedono lo Stato Ebraico come fumo negli occhi (per essere eufemisti, ndr). Quelle alture per Trump «sono di una importanza fondamentale dal punto di vista strategico e di sicurezza per lo Stato d’Israele e la stabilità della regione», ha continuato su Twitter lo stesso Presidente Usa dopo gli ultimi, decisivi, scambi politici avvenuti nei giorni scorsi. Le alture del Golan sono state parte del territorio siriano fino al 1967 quando poi furono occupate da Israele durante la famosa “Guerra dei Sei Giorni” e da allora rappresentano un terreno di influenze e battaglie strategiche nella già complessa situazione geopolitica della regione.
L’IRA DI TURCHIA E SIRIA
Dopo l’annuncio di Trump, il plauso del Premier israeliano Netanyahu loda la decisione coraggiosa del suo omologo e risponde suo social «in un momento in cui l’Iran cerca di usare la Siria come piattaforma per distruggere Israele, il Presidente Trump riconosce coraggiosamente la sovranità d’Israele sulle Alture del Golan. Grazie Presidente Trump». Inevitabili sono invece le primissime dichiarazioni di chi questa svolta non la gradisce per nulla: per prima la Siria denuncia con forza le dichiarazioni del presidente Usa Donald Trump, «Le dichiarazioni di Trump non cambiano la verità, perché il Golan è e rimarrà siriano. Dichiarazioni sono una violazione delle risoluzioni internazionali circa l’illegittimità della presenza israeliana», fa sapere il Ministero degli Esteri di Damasco. Duro anche l’intervento del Presiedete della Turchia, Erdogan: «Non permetteremo in nessun caso la legittimazione dell’occupazione del Golan. La disgraziata dichiarazione di Trump sulle Alture del Golan porta la regione alle porte di una nuova crisi». Per il leader turco, inoltre, «Come ha combattuto l’antisemitismo dopo la catastrofe dell’Olocausto, l’umanità deve combattere con la stessa determinazione anche l’odio contro l’Islam, che è in aumento» ha concluso parlando alla riunione straordinaria dell’Organizzazione della cooperazione islamica a Istanbul, convocata dopo la Strage nelle Moschee in Nuova Zelanda. La forte impressione è che, come dopo l’annuncio della ambasciata Usa spostata a Gerusalemme, la “partita” non finisca qui..