Non è la prima volta che succedono episodi del genere, anzi. I moderni cellulari, arricchiti sempre più di dispositivi vari che rendono l’apparecchio una sorta di gioco dalle infinite possibilità, attirano i giovani e i giovanissimi come mosche sul miele. Non avere l’ultimo modello vuol dire essere tagliati fuori “dai giri che contano”. Non riempirlo di selfie da condividere sui social significa essere “sfigati”. Così si arriva a morire, sempre più spesso, per riprendersi in situazioni estreme. Il problema è che gli smartphone dovrebbero essere proibiti ai minorenni, non ancora in grado di capire la differenza tra vita e morte, tra male e bene, tra comportamenti sani e pericolosi. E’ un dato di fatto, non una opinione moralista. Al massimo bisognerebbe dare loro un telefonino che permetta solo di chiamare e ricevere telefonate, perché lo si usi come hanno fatto i ragazzini rapiti nei giorni scorsi da un folle sull’autobus, cosa che ha permesso loro di dare l’allarme.
L’ALLARME DELLA POLIZIA RUSSA
Ultima vittima di queste pazzie è una ragazzina russa di 15 anni, Karina Baymukhambetova, come scrive oggi Il Messaggero, che con un suo familiare si era recata sui binari di una ferrovia per scattarsi l’usuale selfie. Ma non si è accorta che dietro di lei stava arrivando un convoglio alla massima velocità: il parente è riuscito a lanciarsi oltre i binari all’ultimo momento, lei no. Il macchinista sotto choc ha raccontato di aver provato a frenare ma era troppo tardi: “Il ragazzo che era con lei è riuscito a saltare via ma la ragazza non è stata così fortunata ed è stata colpita dal treno che le ha tagliato il corpo in mille pezzi”. L’ispettore di collegamento giovanile della polizia dei trasporti ha lanciato un drammatico allarme: “Vi chiedo di prestare nuovamente la vostra attenzione e di avvertire i vostri figli ricordandogli che le ferrovie sono pericolose, non si scherza e non si gioca, non si possono fare selfie in luoghi pericolosi. I bambini e gli adolescenti stanno ignorando i segnali di pericolo piazzati sui binari della ferrovia”.